Togliere “immediatamente i rifiuti dalle strade”. Ma per metterli dove?

“Due sono, a mio parere, le direttrici su cui dobbiamo muoverci: affrontare l’emergenza togliendo immediatamente i rifiuti delle strade ed avere un quadro delle potenziali disponibilità di abbancamento in tutta la provincia di Cosenza delle discariche che sono state autorizzate o sono in via di realizzazione, sbloccando tutte le situazioni ferme per pastoie burocratiche”. Parole e musica di Gerardo Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza, nel corso dell’incontro coi sindaci della settimana scorsa. La dichiarazione del presidente ha generato una corsa all’esegesi metafisica manifestata da sindaci, associazioni e opinionisti in tutte le salse: “Cosa avrà voluto dire? Quelle parole sono fondate sulla certezza di una verità appetibile? O è una frase retorica basata su una interpretazione di comodo e, quindi buona per ogni occasione?” L’indefinibile mistero semantico del presidente permane tutt’ora, in attesa di trovare una chiave di lettura che, però, nessuno cerca, semplicemente perché sarebbe una ricerca vana, inconsistente, la quale potrebbe tradursi, come in un linguaggio d’intonazione ascetica, in un’analisi vana ed illusoria di cui ognuno sostiene di avere il monopolio. Dunque, togliere “immediatamente i rifiuti dalle strade”. Giusto. Ma per metterli dove? In realtà, il problema non è come eliminare i rifiuti, ma come riuscire a farlo senza deturpare altrove. E qui entra in ballo la famosa discarica di Scala Coeli: è utile aprirla o è meglio non farla mai entrare in funzione? Certamente un peso importante deriva dalla cosiddetta “sindrome di Nimby”, un americanismo per dire che nessuno, ragionevolmente, accetta nel proprio “giardino” opere che hanno, o potrebbero avere, effetti negativi sul territorio. E allora? Immaginiamo una equipe medica che si trovi dinanzi ad un soggetto le cui condizioni estreme sono state determinate dall’esposizione, per lunghi anni, ai fumi di un impianto chimico e che abbia condotto una vita dissipata e dissoluta. Non si perde certo tempo a fargli il solito sermone dei se e dei ma e a rimproveralo per gli eccessi del passato, ma lo si opera con urgenza per salvargli la pelle e, successivamente, gli si indica uno stile di vita salutare e morigerato per evitargli, in futuro, una morte certa. Vogliamo curare, subito, l’ammalato o perderci nel mare magno del senno di poi? Su un argomento tutti concordano: bisogna partire subito con la raccolta differenziata, quella, per intenderci, che ha sottratto, in 14 anni di commissariamento straordinario, un miliardo di Euro dalle tasche dei cittadini ed ha prodotto il nulla. Ma per diventare “virtuosi” è necessario “avere” un cultura ambientale consolidata e stabile che non si costruisce dall’oggi al domani: occorrono anni. Oppure si pensa di affidare la risoluzione di un sistema di equazioni ad un alunno della prima elementare che ancora non conosce l’algebra?

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