L’arte del telaio

L’eredità di Penelope e delle “Gnure” Cariatesi negli artistici manufatti tessuti al telaio

Testi e Foto di Assunta Scorpiniti

EPSON DSC picture

In tutte le rassegne estive organizzate, soprattutto, dalle locali associazioni femminili, è presente l’arte antica della tessitura al telaio di legno di arazzi, telerie e vari capi di corredo; soprattutto di variopinte coperte lavorate “a liscio” e “a pizziluni”, che sono le tecniche più diffuse. Oggi sono poche, le tessitrici rimaste a Cariati dove, fino a circa quarant’anni fa, c’era un telaio in ogni casa e numerosi erano i laboratori tenuti dalle “gnure”, le maestre tessitrici, che costituivano “la scuola” per le bambine e le ragazze dell’epoca; le più anziane continuano ad esercitare l’arte con sapienza antica, mentre le più giovani si pongono come innovatrici rispetto ai canoni imposti dalla tradizione, creando, oltre che i classici prodotti della tessitura, altri manufatti, come abiti, borse e vari accessori per l’arredamento. Nel suo aspetto complessivo, l’arte tessile s’inserisce a pieno titolo nel ricco patrimonio della tradizione popolare che rappresenta l’anima e la cultura della gente calabrese; quella locale, vuole che essa sia stata importata in Calabria dall’Oriente, nel 1500, a seguito dei contatti con gli invasori turchi che la cingevano d’assedio; la leggenda di Laura Cristaldi, bellissima ragazza di Cariati tratta schiava dai pirati in quelle terre lontane, e poi ritornata al luogo natale, con la sapienza del tessere, è da sempre cara alla memoria degli abitanti del centro jonico.

EPSON DSC picture

Gli storici, invece, considerano la tessitura al telaio un elemento d’unione col mondo dei colonizzatori greci che solcarono le acque joniche a partire dall’VIII secolo a.C, e ci sono fonti che attestano il rinvenimento di pesi da telaio in siti pre-ellenici. Di certo, fra le attività umane, è una delle più antiche, secondo alcuni praticata in modo istintivo quasi come il ragno che tesse la sua tela o gli uccelli che costruiscono il nido. Praticata da sempre con una tecnica molto raffinata, l’arte del tessere deve il suo fascino anche all’eredità di culture e valori che racchiude in sé, di cui sintesi ed emblema sono le famose “zempere”, cioè i campioni delle forme e dei disegni (“u cornucrapiu”, “l’angiuliddi”, “u canestru”, “a curunedda”, “u zzempu ‘ Ndrij”, “a voculidda”, “a rasta”, “l’aria stiddata”, “a luna nda ninna”…); soggetti che, nel loro insieme, rappresentano scene, figure tratte dal paesaggio locale, forme geometriche o stilizzate di persone, piante, animali fantastici e reali, che richiamano motivi orientali e magnogreci; per le donne di Cariati, un tesoro da custodire gelosamente, passato di generazione in generazione e arricchito del contributo di creatività di ogni tessitrice, capace di inventare nuove forme, soggetti, disegni dai colori e dalla bellezza incredibili. Come, del resto, faceva Penelope, progenitrice e simbolo delle tessitrici, che, nel suo essere donna-artista ambiva, forse, a risultati più alti della vita in casa di semplici casalinghe.

Print Friendly, PDF & Email

Visits: 56