
■Antonio Loiacono
Due sono i temi centrali connessi alla sanità pubblica della Regione Calabria: la proroga delle graduatorie dei concorsi per far fronte alla carenza di personale ed il piano di riordino della rete ospedaliera regionale.
La proposta di proroga di 12 mesi delle graduatorie dei concorsi pubblici per enti e aziende del Servizio sanitario regionale (SSR) si presenta come una misura necessaria per arginare la carenza cronica di personale, soprattutto alla luce delle difficoltà nel sostituire dipendenti assenti per malattia o altre cause. Un punto critico riguarda la situazione degli operatori socio-sanitari (OSS) del Policlinico “Mater Domini” di Catanzaro, il cui elenco scade il 22 ottobre, e che rischierebbero di essere esclusi senza un’entrata in vigore immediata della norma. Il consigliere regionale Antonello Talerico (FI) sottolinea come l’approvazione della proroga punti a garantire la continuità delle prestazioni sanitarie, un tema che tocca non solo gli OSS, ma anche altre categorie di personale, inclusi i dirigenti amministrativi e medici.
Relativamente alla riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, il focus viene proiettato su alcuni presidi ospedalieri destinati a chiudere per la costruzione di nuovi ospedali in aree come la Sibaritide, Vibo Valentia e Gioia Tauro. La novità è un possibile ritocco del piano di riordino, che potrebbe evitare la chiusura di ospedali locali, come quelli di Corigliano Rossano, Serra San Bruno e Tropea, anche dopo l’apertura dei nuovi nosocomi. Il commissario regionale Roberto Occhiuto sembra propenso a tagliare alcune Unità operative complesse considerate superflue, con la conseguente riduzione di primariati, un aspetto delicato, data l’influenza politica storica su tali figure apicali in Calabria.
La proroga delle graduatorie rappresenta un passo importante verso una maggiore stabilità occupazionale ed una soluzione tampone alla carenza di personale, mentre il riordino della rete ospedaliera è un nodo altrettanto critico, che riflette la necessità di bilanciare l’efficienza sanitaria con le esigenze locali.
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