Massacrano di botte, una signora anziana, ma vengono subito acciuffati dai carabinieri della locale stazione

CARIATI – Di notte massacrano una signora anziana di botte, ma vengono subito acciuffati dai carabinieri della locale stazione, coordinati dal Maresciallo capo Antonio Lardizzone, e finiscono in carcere, nella flagranza di reato, per tentata rapina aggravata e lesioni aggravate. La vittima è Filomena Fortino, 83 anni, residente in Via Annunziata, in pieno centro storico; i barbari aggressori sono marito e moglie, entrambi di 19 anni; lui, Luigi Biafora, è un pregiudicato di Scala Coeli; lei, Paola Marano, incensurata, è originaria di Soriano Calabro, ma abitano anch’essi a Cariati, proprio al piano terra dell’antico stabile ove si è consumato l’incredibile orrore contro una persona sola, anziana e, dunque, fragile. L’AMBIENTE La coppia vive in una delle meravigliose visse del borgo antico; lei è incinta; lui si arrangia alla meno peggio. La signora Filomena (“Zia Mena”) dicono i vicini, aiuta spesso i coniugi come può e quando può: il caffé, lo zucchero, qualche genere alimentare di prima necessità. In quel tranquillo vicoletto che si affaccia sul mare si conoscono tutti, e darsi una vicendevolmente è antica consuetudine. LA RICOSTRUZIONE Intorno all’una di notte i due bussano alla porta di “Zia Mena”. La signora riconosce la coppia ed apre senza alcun sospetto: forse hanno bisogno di qualcosa. Lui ha bevuto, ed inizia l’inferno. Forse chiedono dei soldi; forse cercano oggetti preziosi; forse trascinano l’anziana di stanza in stanza alla ricerca di chissà quale tesoro se è vero che il sangue imbratta tutti i locali dell’abitazione. L’orrore si protrae per 40 minuti, sino a quando i due balordi si rendono conto di averla fatta davvero grossa e temono di aver ucciso la donna. Pare che i criminali abbiano usato solo calci e pugni vigliacchi contro la povera Zia Mena. Un attimo di smarrimento e dunque la messa in scena. Si precipitano in strada; svegliano una vicina che abita a fianco la quale a sua volta allerta il nipote di zia Mena; lo svegliano e gli riferiscono di aver sentito le urla. Il nipote è un lampo e sale, assieme alla coppia, dalla zia. La scena è straziante: lei è rannicchiata sotto il tavolo della cucina in un mare di sangue. La scatola cranica è una maschera di raccapriccio; le contusioni sono multiple e, accerteranno dopo i sanitari, ha una spalla rotta; il setto nasale scomposto e un coagulo di sangue al cervello. La situazione è disperata ma la donna ha ancora le forze di indicare al nipote i colpevoli: ed indica i barbari che nel frattempo fingono stupore. Intanto giungono i carabinieri ed arriva un’ambulanza del 118 che, dopo le prime, sommarie cure presso il punto di primo intervento dell’ex ospedale cariatese, trasportano la signora prima al Pronto soccorso di Rossano e poi presso il reparto di neurochirurgia dell’Annunziata di Cosenza. Al momento di andare in stampa, Zia Mena è ancora in prognosi riservata. Le sue condizioni sono preoccupanti. LE INDAGINI La viuzza si riempie di vicini e parenti, mentre i carabinieri iniziano a raccogliere testimonianza e a procedere coi rilievi tecnici. Appare subito evidente ai militari che qualcosa non quadra e che la soluzione del giallo si possa risolvere in pochissimo tempo. Le certosine indagini della Benemerita si concentrano sulla coppia: ci sono elementi concreti di colpevolezza acquisti grazie ad una serie di tracce che non sembrano lasciare dubbi e che permettono di ricostruire perfettamente le azioni dei due, debitamente documentate in maniera incontrovertibile. Da una prima ricognizione eseguita dai parenti della vittima, da casa non mancherebbe nulla. Finanche nel portafogli sono state rinvenuti i pochi spiccioli che Zia Mena custodiva: 40 Euro. LE REAZIONI Cariati non è avvezza a simili barbari episodi, sicché il fattaccio ha suscitato lo stupore e la rabbia di tutta la città. Forse è un segno dei difficili tempi che tutti viviamo, ma accanirsi in maniera violenta e spietata contro un’anziana ed indifesa signora non può trovare giustificazioni. Le forze dell’ordine, che svolgono egregiamente il loro difficile dovere, invitano i cittadini, soprattutto chi ha varcato una certa età, a segnalare loro ogni minimo sospetto, anche quello che può sembrare banale. L’EPILOGO Dopo le formalità di rito, Maria Vallefuoco, P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Rossano, ha disposto la traduzione di Luigi Biafora nella casa di reclusione di Rossano e gli arresti domiciliari per Paola Marano.

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