LAVORATORI IN PROTESTA SULLA CIMINIERA: LA DRAMMATICA VICENDA DELLA SERRAVALLE ENERGY

»Antonio Loiacono

Una scena di disperazione e rabbia si è svolta ieri presso la centrale a biomasse di Cutro, nel crotonese, gestita dalla società “Serravalle Energy”. Quindici dipendenti della compagnia hanno preso una decisione estrema, salendo sulla ciminiera alta 52 metri dell’impianto, in una protesta radicale per rivendicare i loro diritti fondamentali: il pagamento degli stipendi. La situazione è diventata sempre più insostenibile per questi lavoratori, che denunciano di non ricevere il salario dallo scorso mese di febbraio. Un periodo di privazioni economiche che ha messo a dura prova le loro famiglie e il loro benessere finanziario.

La complessa vicenda della “Serravalle Energy” si intreccia con un passato di sospetti e accuse. Nel 2022, la centrale è stata oggetto di un sequestro da parte della Procura antimafia di Catanzaro, nell’ambito di un’inchiesta su presunti illeciti ambientali. Sebbene il sequestro sia stato revocato nelle scorse settimane, l’impianto non ha ancora ripreso l’attività, gettando nell’incertezza il futuro dei suoi dipendenti.

La protesta dei lavoratori non riguarda solo il mancato pagamento degli stipendi, ma anche il riconoscimento della cassa integrazione da parte dell’INPS. Tuttavia, l’istituto previdenziale ha respinto la richiesta, motivando la decisione con la mancanza dei criteri per il riconoscimento, in assenza della dichiarazione dello stato di crisi. Attualmente, la centrale conta 37 dipendenti, di cui quindici hanno deciso di dare voce alla loro disperazione con questa forma di protesta. I promotori del movimento hanno chiarito che non lasceranno la ciminiera finché non avranno la certezza del pagamento dei loro stipendi arretrati.

Sul luogo della protesta sono intervenuti i vigili del fuoco ed i carabinieri di Crotone, impegnati a garantire la sicurezza dei lavoratori ed a gestire la situazione nel migliore dei modi. La drammatica vicenda della “Serravalle Energy” mette in evidenza le difficoltà e le ingiustizie che affliggono i lavoratori del settore, costretti a lottare per i propri diritti fondamentali in un contesto di incertezza economica e istituzionale. Resta da vedere se questa protesta porterà i risultati sperati o se si rivelerà solo un grido disperato di fronte all’indifferenza delle istituzioni e dei vertici aziendali.

 
 
 
 
 
 
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