“Ricomincio da tre”: 40 anni e non dimostrarli

Il 5 marzo del 1981 uscì nelle sale cinematografiche il film che presto batté ogni record ai botteghini

Ogni volta che scrivo di Massimo Troisi mi emoziono. C’è poco da fare. Tra noi c’è sempre stato un filo sottilissimo che ci lega, nonostante che ci ha lasciato da tanto tempo.

Non esiste per me un luogo, casa o posto di lavoro, dove non è rappresentato il grande e indimenticabile artista di San Giorgio a Cremano: foto, poster, disegni. 

Spesso lo vado a trovarlo. Quando mi capita, infatti, entro nel cimitero della sua città natale che resta sempre una meta gettonatissima da parte di tanti suoi appassionati e affezionati sostenitori. 

Il 5 marzo del 1981 uscì nelle sale cinematografiche il film che presto batté ogni record ai botteghini. 

Lo vidi allo spettacolo pomeridiano all’allora cinema Ariston al Vomero. La sala cinematografica che mi piaceva di più. 

Ebbe non solo un gran successo di pubblico, ma raccolse anche tanti premi e giudizi positivi dalla critica. 

Fu un trionfo inaspettato che segnò un’epoca e divenne uno spartiacque tra vecchia e nuova comicità. 

Massimo Troisi, contrariamente a un’idea iniziale, diresse lui stesso le riprese, creando sul set un clima sereno e coeso. 

La comicità di Troisi fu una grande novità. Fu portatore di qualcosa di diverso. La sua ironia era delicata e profonda nello stesso tempo. Un vero capolavoro che ha fatto e farà storia. 

A volte mi intristisco, quando penso a Massimo Troisi. Quando in particolare mi fermo a pensare cosa sarebbe stato capace di regalarci, se non ci avesse abbandonato così prematuramente.

Caro Massimo, i tuoi sono sempre ricordi indimenticabili.

Nicola Campoli

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