Quel povero, piccolo, vecchio, miope prete ortodosso

Perdoniamolo: si vede che è molto vecchio. E non solo d’età: è vecchio tutto, dentro e fuori, soprattutto dentro il cervello, quel prete che ha sbraitato contro papa Francesco gridandogli “sei un eretico”.

Perdoniamolo anche per la sua meschinità, per la sua miopia e la sua grettezza: mentre Francesco, stanco e zoppicante, si spende per gli ultimi della terra; mentre con vera nobiltà e umanità egli lancia il suo grido di dolore per denunciare i muri, i fili spinati, “il freddo cimitero senza lapidi” che chiamiamo mare Mediterraneo, l’inerzia dei potenti e l’indifferenza delle istituzioni internazionali; mentre dunque Francesco dimostra con i fatti e con le parole il suo amore per le cose che contano davvero, quel povero, piccolo, meschino prete ortodosso, evidentemente cieco a questi che sono i veri problemi di questa parte del mondo (e non solo di questa) non sa fare di meglio che urlare il suo amore per il dogma, il suo interesse per la divisione, la sua pretesa di avere ragione; per cui Francesco, nel circolo ristretto dei suoi pensieri e delle sue priorità, non è per lui che un eretico.

Ebbene, se c’è una cosa che a me, laico fino al midollo, piace di questo papa, è proprio il suo interesse tutto sommato marginale per le questioni dogmatiche e teologiche, in merito alle quali ovviamente mi trovo rispetto a lui agli antipodi, alle quali preferisce le questioni umanitarie, sulle quali riscuote invece tutta la mia simpatia e la mia ammirazione.

Quel prete ortodosso sono costretto a immaginarlo chino da tutta una vita su disquisizioni degne di quella scienza che argutamente Umberto Eco chiamò tetrapiloctomia, ossia l’arte di spaccare il capello in quattro, ragione di vita dei dogmatici e dei teologi, disquisizioni che sono alla base dello scisma tra la chiesa cattolica e quella ortodossa. Cieco e sordo al grido dei disperati che annegano, gelano e soffocano cercando non dico una vita migliore ma semplicemente una vita, quel prete è convinto che sia suo dovere gridare che Francesco è un eretico, perché invece di essere ortodosso è cattolico.

Non che fra i cattolici manchino i suoi omologhi: anche tra coloro che dovrebbero considerare Francesco una guida non manca chi storce il naso, chi ne critica le aperture, chi non ne sopporta la semplicità e l’approccio quasi da laico nel guardare con concretezza il mondo, gli uomini e problemi dell’uno e degli altri.

Sarà per questo che, da laico fino al midollo, non senza manifestare un’infinita pietà per quel prete ortodosso e per la sua meschina miopia, mi viene da gridare, e lo grido con affetto, il mio plauso a questo grande papa.

Viva papa Francesco!

Giuseppe Riccardo Festa

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