GEOPOLITICA, TRA L’AUTOCRAZIA DELLA CICOGNA E LA DEMOCRAZIA DEL CAVOLO

– Tutti abbiamo avuto il nostro primo schieramento: cicogna o cavolo ?

Alla prima  domanda che i bambini fanno, appena iniziano ad essere  sufficientemente grandicelli da cercare di capire come sono nati, solitamente i genitori narrano o la storia della cicogna che li ha portati davanti alla porta di casa oppure quella di esser stati trovati sotto un cavolo.

Personalmente sono sempre stato schierato col “partito delle cicogne”. I miei infatti snobbarono fin da subito quello del cavolo e forse con qualche rimorso quando, a fronte di un compagno di scuola sostenitore del “partito della pianta”, mi convinsi di non esser stato scelto dalla mia famiglia, bensì portato per caso, complice anche quella prima piccola “cattiveria” di un amichetto: lui lo avevano scelto sotto un cavolo, mentre io ero stato lasciato alla porta come un pacco postale. Certo, ero grato alla mia cicogna: mi aveva comunque lasciato con dei genitori buoni e che mi riempivano di regali per Natale e compleanni. Non mi era andata male.

Nel corso dei secoli si è ribaltata la faccenda, meglio i cavoli delle cicogne. L’ antica leggenda della cicogna, che porta i bambini alle famiglie, risale quasi alle origini dell’umanità, quando era un uccello molto diffuso e faceva il nido sopra ai tetti delle case, più precisamente sui camini perché da essi saliva il calore. A quell’ epoca la possibilità di riscaldarsi non era frequente, potevano permetterselo in pochi, i camini venivano accesi soprattutto quando nasceva un bimbo e l’animale sceglieva quei camini così caldi e presenti nelle case dove c’erano neonati. La tradizione popolare in seguito ha fatto sì che prendesse piede la leggenda che fosse proprio la cicogna a portare i bimbi nelle case come dono in cambio del tepore.

Per quanto riguarda i cavoli, invece, ha a che fare con povertà e fame. Per molti secoli, infatti, nelle regioni dell’Europa centrale il cavolo era l’unico alimento che durante l’inverno garantiva la sopravvivenza, grazie alle vitamine, quindi è da sempre simbolo di fecondità e vita e inoltre veniva raccolto dopo nove mesi dalla semina (da marzo a settembre), il tempo della gestazione.

Questa narrazione fanciullesca, a riprova che in fondo restiamo sempre un pò bambini, assurdamente si ripropone una volta diventati adulti e un po’ troppo cresciuti per continuare a credere alle favole. Eppure esistono ancora oggi le dittature e le autocrazie, dove leader terribili vengono lasciati a casaccio alle collettività, quasi lanciati sopra gli stati da una cicogna particolarmente sadica, addirittura contrapposte a democrazie compiute e ai loro leader, anch’ essi democratici, ovviamente scelti da cittadini consapevoli, maturi e liberi. Siamo alle solite: il mondo dei cretini contro quello dei carini. I buoni e i cattivi.

Seriamente si finisce per credere che esistano collettività, quindi milioni e milioni di individui, talvolta centinaia di milioni, che subiscono un leader loro malgrado. No, in questa bambinesca visione non lo creano loro e anzi ne sono dominati e per giunta vittime del caso, di un fato avverso e baro. Un Vladimir Putin poteva esser lasciato in Svezia o in Danimarca, piuttosto che in Belgio oppure da noi in Italia, dalla sua particolare cicogna e invece è finito in Russia. Poveri russi, che sfortuna. Mentre per noi democratici è tutto diverso: intelligenti per natura e dunque perfettamente in grado di scegliere i nostri governanti, come si fa sotto i cavoli con i bambini. Siamo in piena narrazione fanciullesca, simile a quando alcune piccole pesti domandano a imbarazzati genitori come nascono i bambini. Ovvio, sarà sempre un Olof Palme o comunque qualcuno scelto e mai un autocrate o un dittatore. E’ naturale, tutti gli altri non hanno un’ opinione pubblica, sono scemi e si fanno turlupinare, noi sì. Loro sono masochisti e magari pure ipnotizzati, sempre intenti a subire angherie e produrre dei bruti, noi no e in fondo anche quando sbagliamo subito ci ravvediamo e cambiamo. Crediamo seriamente che delle cicogne particolarmente cattive abbiano scaricato personaggi come Hitler in Germania, Mussolini da noi, Stalin nella sempre sfortunatissima Russia o Pol Pot in Cambogia. Giunti tutti per una fatalità sulla  testa di collettività ignare e incolpevoli, purtroppo così sfortunate da dover subire una tirannia pur senza colpe né responsabilità, proprio come quando la cicogna porta un bimbo particolarmente discolo. E allora sono per forza  preferibili i cavoli, sotto i quali si scelgono leader democratici, tanto se poi non vanno bene si cambiamo con un altro cavolo, un altro giro, un  altro leader.

E invece no, il mondo non funziona in questa maniera. Il compito principale della geopolitica è quello di mettersi nella testa altrui. Consci che opinioni pubbliche e scelte esistono ovunque e le nazioni non si governano tra cavoli e cicogne, come da bambini, ma qualsiasi popolo sceglie i suoi leader  e ovunque esistono opinioni e opzioni, persino nella dittature. Le narrazioni e i racconti non devono mai far parte dell’ analisi geopolitica, sono solo pessima propaganda, anzi deve esserci la consapevolezza che esiste sempre una scelta, anche se puo’ non piacere. Persiste in democrazia come in una dittatura o in un’ autocrazia. I leader politici non arrivano a casaccio né vengono completamente scelti, sono sempre espressione di una collettività e del suo sentimento medio. Le favole, per una volta, lasciamole ai più piccoli. La storia del mondo è cosa terribilmente seria e complessa, spesso tragica ma fatta da adulti, non è una favola per inzuccherare la realtà.

MARCO TOCCAFONDI BARNI

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