Cariati: il vecchio che avanza?! Cariatesi cambiate! 

È arrivato il momento di creare le condizioni di un lavoro di prestigio sociale

Visto che anche lo scorcio di cosiliatura non fa sperare nulla di buono, in termini di cose fatte, di conseguenza il pensiero va inevitabilmente a quello che succederà da qui ad un anno. Mi riferisco alla tornata delle elezioni amministrative, che porterà i cariatesi a scegliere il nuovo Sindaco e i Consiglieri per il quinquennio 2023/2028. Quindi, i prossimi mesi saranno decisivi e determinanti, affinché uomini/donne decideranno di scendere in campo per dare un taglio netto con il passato. 

Potrà sembrare  un’ovvietà, ma per Cariati non lo è affatto, visto le condizioni in cui versa il Paese e l’immobilismo che l’ha caratterizzato durante le due cosiliature Greco. È arrivato il momento di creare le condizioni di un lavoro di prestigio sociale, nel quale chi si impegna e ha attitudine deve poter assumere le sue responsabilità. Va capovolta la logica attuale. Credo che l’occasione dovrebbe spingere la politica cariatese a essere più lungimirante. Insomma, se si volesse davvero innalzare la qualità di vita dei cariatesi per il prossimo decennio, servirebbe una scelta coraggiosa.

Dare spazio a chi vuole introdurre i presupposti per uno vero processo di cambiamento, grazie una buona percentuale di figure nuove che non abbiano mai ricoperto incarichi in seno all’Amministrazione comunale. È giunto il momento di abbandonare l’ecumenismo, di pronunciare a voce alta quella adesione destinata a tracciare i contorni invalicabili di un progetto, che sia condiviso dai cariatesi e li renda protagonisti attivi del cambiamento. 

La politica, quella vera, necessita di scelte inequivocabili. Cariati è in una delle zone più disgraziate dell’Italia per povertà, salute, qualità della vita, efficienza amministrativa e non ci rimane molto tempo per scongiurare il tracollo. 

Quindi, bisogna fare in modo che il futuro, una costellazione limpida destinata a indicare la strada ai cittadini, velocizzi l’andatura del presente e ne acceleri il passo. Subito, non chissà quando. Altrimenti, in breve tempo, ci troveremo riflessi dentro un’amara frase di Ennio Flaiano: “non chiedetemi dove andremo a finire perché già ci siamo”. 

ps: Ho già sbagliato una volta. Non vorrei scivolare personalmente nuovamente, come in passato, in un disincanto orfano di qualsiasi speranza.

Nicola Campoli

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