Londra: Pillole di Cultura

Parliamo di distributori di racconti brevi di vari autori

La cultura, e in particolare la diffusione della lettura dei libri, è qualcosa che va alimentata in modo costante e continuo, educando nello specifico le nuove generazioni sempre più restie a farlo.

Certo l’impresa non è facile nell’epoca della rete e degli smartphone che vanno per la maggiore e che ormai riempiono le giornate dei più giovani e non solo. 

Eppure non bisogna mollare la presa. L’investimento in cultura va fatto e anche pensando a iniziative innovative, che possono attirare l’attenzione di grandi e piccoli nello stesso tempo.

Londra guarda sempre avanti con iniziative interessanti che vanno in tale direzione. Da alcune settimane in più punti della metropoli londinese ci sono dei “pianoforti culturali”.

Si tratta di colonnine che dispensano gratuitamente pillole di cultura. Infatti, le stazioni della metro diventano sempre più micromondi dove la gente può fare molto altro, oltre al viaggiare.

La novità è entrata in funzione da qualche settimana ed è rivolta agli amanti della lettura, ma anche a quelli che si vogliono avvicinare incuriositi ad essa per la prima volta. 

Parliamo di distributori di racconti brevi di vari autori. Chi più conosciuto, chi meno. Storie interessanti che attirano l’attenzione in qui pochi frangenti del viaggio. 

I primi si trovano a Canary Wharf e su richiesta stampano dei piccoli e lunghi fogli, del tutto simili alle ricevute dei prelievi dei bancomat, dove sono scritte delle storie che vanno dal minuto ai cinque minuti di lettura.

Il progetto è firmato da un’azienda che, ancora prima di Londra, ha già diffuso il progetto in varie città della Francia, Hong Kong e alcune metropoli americane.

Quelle comparse nel quartiere finanziario di Londra sono le prime del Regno Unito e tra i primi racconti distribuiti c’è una storia firmata da Anthony Horowitz, specializzato in romanzi gialli e libri per ragazzi, che per l’iniziativa ha scritto il mini-thriller da 60 secondi dal titolo “Mr Robinson”.

In programma c’è, tuttavia, di ampliare la distribuzione a tutti i racconti brevi in catalogo scritti da oltre ottomila autori che hanno deciso di contribuire al progetto, facendo riscoprire il piacere della lettura su carta anche ai milioni di pendolari di Londra, sempre più con gli occhi persi sui loro smartphone.

Che dire? Sarebbe possibile la diffusione del progetto, in sinergia con alcuni editori locali nonché autori, anche nelle stazioni di metro, funicolari, circumflegrea e vesuviana? 

Un sfida che sono sicuro darebbe il suo ritorno alla città, che punta a stare sempre al passo con i tempi e a ridosso delle metropoli internazionali. 

La cosa potrebbe forse far cambiare in parte lo spettacolo, almeno spero, al quale si assiste quotidianamente viaggiando sui mezzi pubblici. 

Tutti che in modo automatico, una volta saliti a bordo, non rivolgono più alcun sguardo in giro, completamente catturati dai loro cellulari alla ricerca di un mondo completamente virtuale, che sarebbe il caso, almeno qualche volta, di mettere da parte. 

Insomma, alla deriva va messo un freno. Almeno ci si prova. Ma bisogna esserne convinti con progettualità che vedono la più ampia sinergia pubblico/privato. 

Nicola Campoli 

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