HABEMUS ARGENTINA, FRANCIA E AUSTRALIA VANNO, LA POLONIA PURE.

di Marco Toccafondi Barni

– Habemus Argentina. La Francia perde una partita a suo modo clamorosa contro la Tunisia, che non riesce a centrare un obiettivo decisamente alla sua portata come gli ottavi di finale, dove invece saltano i “canguri” australiani, che ora se la vedranno con Messi e compagni.

Tunisia –  Francia (58° Wahbi Khazri)

– E’ la vittoria più incredibile, storica, quasi epica, ma purtroppo inutile. La Tunisia si impone su una Francia rinunciataria, ma non riesce ad influire minimamente sui verdetti del girone: Francia prima, Australia seconda e Tunisia fuori insieme a una deludente Danimarca. Sono lontani i fasti del 1992, quando i danesi, ripescati ai danni dell’ allora Jugoslavia per ragioni geopolitiche, finì sorprendentemente sul tetto d’ Europa. E’ un grande match e un’ impresa storica per la formazione africana, che avrebbe senz’altro meritato di più a questi Mondiali, contro una Francia apatica ma soprattutto superficiale e poco professionale. Verso la fine entrano i pezzi da 90 e nel finale pareggia “Le petit diable”, Griezmann, però  il gol viene annullato per un fuorigioco che farà discutere .

Australia – Danimarca = 1 – 0 (60° Mathew Leckie)

– Infine è proprio l’Australia a ottenere il pass per gli ottavi di finale, grazie al gol di Mathew Leckie al 60° minuto. Complessivamente gli australiani si meritano sia questo  risultato che il passaggio del turno. Eppure,  vista l’incredibile impresa della Tunisia, dispiace un po’ per i nordafricani. Solo delusione per la Danimarca, che era partita bene e con una certa determinazione, ma quanta nostalgia per quel torneo vinto a sorpresa (per usare un eufemismo)  tanti anni fa. Correva l’anno 1992, l’ estate era quella di Tangentopoli in Italia, un’ epoca che non c’è più. Sarà “derby australe”: Argentina – Australia.

Polonia – Argentina = 0 – 2 (46° A. Mac Allister, 67° J. Álvarez)

– L’ Argentina fa l’ Argentina, finalmente. E lo fa grazie ai suoi miti: la scuola di River e Boca, sempre loro. C’è odor di Superclasico in Qatar, anche lì, perchè nei due gol entrano in mezzo i talenti delle  2 squadre più affascinanti del calcio e di ogni tempo. Soprattutto nel secondo, quello che fa vincere il match, il girone, il game. La Polonia rinuncia a giocare, il pallone scivola come sul velluto verso  un’ unica porta, i polacchi badando solo a non prendere ammonizioni. Incontreranno la Francia. Non sarà una passeggiata di salute contro i veri Bleus.

Era partita male l’ Argentina in questo Mondiale, con la sorprendente sconfitta contro l’ Arabia Saudita, poi finita ultima nel girone come era nelle previsioni. I Mondiali sono questo e raramente i valori in campo vengono smentiti. Ma è rinata, un’ altra volta, grazie a due partite maiuscole e ai suoi magici interpreti. Eppure nel primo tempo il solito Szczesny aveva parato un rigore, grazie a un ennesimo tuffo veramente straordinario, addirittura a sua maestà Messi, allora la squadra di Scaloni, nonostante un possesso palla quasi da monopolio di stato e parecchie occasioni, non era riuscita a trovare la via del gol. Poi ecco loro, anzi lui, il Superclasico: 2 talenti delle scuole di River e Boca valgono i 2 gol, il girone e forse la storia. Quando arriva il Superclasico, mito dei miti d’ Argentina e del calcio, si materializza sempre il sogno : saranno ottavi. Evitata la sfida dell’ ultimo Mundial in Russia con lo spauracchio francese, stavolta ci sarà la più abbordabile Australia. Un “clasico australe”.

Arabia Saudita – Messico = 1 – 2 (47° H. Martín, 52° L. Chávez, 90° + 5° S.Al Dawsari)

– Il Messico ha persino accarezzato l’idea degli ottavi e le ha provate tutte per spuntarla, ma non ce l’ha fatta, in fondo anche per la questionabile regola dei cartellini gialli, detta del Fair Play.

Una partita sostanzialmente divertente quella tra Messico e Arabia. Senza gol nei primi 45 minuti ha un ritmo è frenetico e si lascia guardare, con una Arabia Saudita che regge gli assalti messicani, belli e arrembanti, ma poi conclusi sempre con vari errori negli ultimi metri. Finisce così, senza gloria per i messicani e  con un’ ottima prova per i Sauditi che, tuttavia, alla fin fine  tornano nel loro mondo. Ai mondiali va così: fare delle belle figure, spesso occasionali, non basta mai. E’ una delle tanti leggi del gioco più bello del mondo.

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