Cariati, una nuova sfida: la panchina inclusiva

Un arredo urbano da allestire, sperimentalmente, in un punto del perimetro urbano

Uno spazio tra due sedute normali, lasciato vuoto, è così che nasce il progetto della “panchina inclusiva”. É la nuova sfida che si vuole intestare l’Associazione “Cariati: informazione e cultura” con l’avvio presto di una campagna di crowdfunding. 

Un’attenzione a vantaggio non solo di chi è costretto per la disabilità in carrozzina, ma anche di mamme con passeggini e carrozzine, che avranno più facilità nel gestire i bambini piccoli. 

Un arredo urbano da allestire, sperimentalmente, in un punto del perimetro urbano che sia accessibile facilmente ai disabili ed eventualmente da replicare a seguire in più aree del Paese. Così chi è in carrozzina non dovrà più stare al margine, ma potrà stare al centro e socializzare in modo più accogliente con chi gli sta accanto. 

Penso, ad esempio, ai tanti anziani cariatesi che durante la bella stagione o le giornate invernali di sole, potrebbero così socializzare con altri loro coetanei in un punto panoramico del lungomare da scegliere, unitamente all’amministrazione comunale. Altrettanto, ripeto, varrebbe a favore anche di mamme con passeggini e carrozzine, oltre che un segno di attenzione per tutti gli accompagnatori. 

Si tratterebbe di un piccolo segnale significativo da parte dell’amministrazione comunale. Un mini accorgimento che, però, favorirebbe una grande differenza, lanciando un messaggio di un Paese che inizia anche ad essere vicino ai più bisognosi. Rendere Cariati e il suo territorio accessibili e inclusivi è un processo lento e complesso, ma che con questo piccolo segnale compierebbe un simbolico passo in avanti, arricchendo l’intera comunità, anche sotto il profilo urbano oltre che sociale ed etico.

Così l’amministrazione comunale, infatti, mette al centro la persona, offrendo maggiori opportunità di dialogo e socializzazione a tutti i cittadini, in particolare alle persone disabili e con difficoltà motorie che rischiano di sentirsi estromesse anche nel semplice gesto di sedersi e colloquiare con il vicino di seduta.

Nicola Campoli 

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