Cariati: i compiti post vacanze … la destagionalizzazione turistica … le seconde case.

Non sono un esperto di settore e, quindi, provo solo a mettere in fila un po’ di questioni che andrebbero poi trattate in modo più approfondito e strutturato

Complici due chiacchiere scambiate amichevolmente e inaspettatamente con l’assessore comunale Tommaso Critelli, mi hanno portato a riflettere in modo sparpagliato su come provare ad allungare la stagione estiva cariatese. Si tratta di un tema particolare gettonato sul quale abbiamo già scritto in passato, ma visto l’interesse generale non è mai abbastanza.

Non sono un esperto di settore e, quindi, provo solo a mettere in fila un po’ di questioni che andrebbero poi trattate in modo più approfondito e strutturato. Di sicuro, bisogna partire dai numeri. Mi riferisco alle presenze che si registreranno alla fine della stagione estiva in corso, giusto per avere un punto di partenza ed un unico “misuratore” per verificare in futuro gli eventuali passi in avanti, almeno così si spera.

Le potenzialità di Cariati sono enormi. Dunque bisognerà trovare la strada per spalmare il turismo balneare su più mesi. Azzardo. Da inizio maggio a tutto settembre. Per questo serve avere prodotti e proposte diverse, ma organizzate in ogni dettaglio e con i servizi che devono essere all’altezza. Per proporre le diverse tipologie di prodotti turistici serve, tuttavia, essere strutturati ed organizzati in un unico sistema in cui gli operatori si dividono il lavoro. 

Va costruito un nuovo e articolato patto tra operatori turistici/commerciali e l’amministrazione comunale. Grazie a questo patto si potranno superare – questi sono i buoni auspici – le economie di sussistenza, su cui si reggono attualmente la gran parte delle attività terziarie. Tra i vari mercati da aggredire e conquistare lo zoccolo duro é fatto dai proprietari di seconde case. Certo, visto il contesto deficitario degli ultimi anni, la permanenza in loco dei proprietari si è andata sempre più assottigliando. Saranno poi questi con un positivo passa parola ad alimentare il possibile seguito di altri vacanzieri. 

Mai in questi anni c’è stata una politica che ha provato a impostare un rapporto costruttivo e diretto con questa specifica categoria di turisti, disegnando così la cornice dentro la quale si sarebbero potuto individuare alcune scelte a farsi. Insomma, il turismo domestico andrebbe alimentato e agevolato. Non è per niente un turismo ombra poco fruttuoso. Anzi. Questa tipologia di turismo ha tutte le premesse per favorire un passo parola positivo, finalizzato a un rilancio delle seconde case e ad una più lunga permanenza in loco. 

L’obiettivo è proprio quello di analizzare il fenomeno sotto una luce diversa. Cioè mostrarlo come una risorsa e non come una minaccia, come uno stimolo a sviluppare l’economia della destinazione e i servizi a vantaggio della stessa popolazione residente. Non sempre il turismo residenziale ha portato i frutti sperati, anzi, spesso è risultato dannoso, ma se adeguatamente monitorato e ben sfruttato può supportare quelle destinazioni il cui principale sostentamento è rappresentato proprio dal turismo domestico, come nel caso di Cariati. 

Quest’ultima possiede tutti i requisiti necessari per riorganizzare e sviluppare in maniera proficua il mercato delle abitazioni secondarie. Certamente lo sviluppo e la cura del turismo residenziale non è l’unico problema da affrontare per riguadagnare posizioni e attrattività turistica, ma, data la sua rilevanza in loco, rappresenta comunque una priorità su cui basare politiche locali e strategie più efficienti. Per finire fondamentale per amplificare l’eccellenza territoriale è conquistare le certificazioni che ne attestino la sostenibilità. Quindi, la riconquista della bandiera blu deve essere uno dei prossimi obiettivi di questa amministrazione comunale appena insediatasi.

Nicola Campoli 

nb: foto offerta gentilmente da Michele Cipriotti 

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