Terravecchia e la sua “casa” della memoria. Avanti cosi!

Il mio piccolo consiglio è continuare lungo questa strada, raccogliendo testimonianze, tracce e espressioni

Salire a Terravecchia da Cariati conserva sempre il suo magico fascino. Oggi l’ho rifatto, come il solito, quando sono a Cariati. Questa volta, però, per un motivo ben preciso, mosso da tanta curiosità e frenetica attesa. Prendere parte all’edizione zero dell’entusiasmante progetto interattivo di street art “QuaSopra”, ideato dal fotografo Daniele Dax Paladini, insieme a Maria Neve Arcuti, per l’Associazione TerraVerde presieduta dalla sempre attivissima e generosa dottoressa Nella Leo. 

Ho apprezzato, unitamente a un discreto numero di appassionati, a una piacevolissima ricostruzione della memoria storica di Terravecchia, attraverso le immagini e la viva voce di alcuni terravecchiesi. Con un codice QR chiunque é riuscito a sentirsi destinatario e allo stesso tempo custode di volti e storie di alcuni personaggi del piccolo paese che sovrasta Cariati. Tutto si è sviluppato lungo un itinerario che ha portato ad apprezzare scorci storici e panorami di inaudita bellezza, a chi scrive del tutto sconosciuti. È stato particolarmente bello, durante la passeggiata, sentirsi comunità, seppure nel mio caso solo da terravecchiese di adozione.

Le voci dei protagonisti, che hanno raccontato spaccati di vita vissuta, per una precisa volontà dell’autore della mostra diffusa, Daniele Dax Paladini, non sono state trattate, ma lasciate alla loro viva e sincera originalità, suscitando così grande interesse da parte dei partecipanti. Il combinato disposto tra paesaggio e intreccio di tante piccole storie, che la comunità porta nel cuore, deve puntare a crescere ed alimentarsi per l’evoluzione della comunità stessa.

Il mio piccolo consiglio è continuare lungo questa strada, raccogliendo testimonianze, tracce e espressioni che possono perpetuare la memoria della comunità e del suo rapporto con il territorio e il paesaggio, creando così una “banca” di memoria civica. In fondo, una comunità che si vuole bene deve con tanta pazienza, passione e coraggio prendersi cura del valore del suo passato, perché esso diventi viva narrazione, fortificando e alimentando così nuovi sguardi sulla realtà del vissuto. Dunque, la memoria è un ingrediente essenziale e imprescindibile per costruire solide basi sul domani, in modo partecipato e appassionato.

Nicola Campoli 

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