NICOLA ABRUZZESE: SMARRITA LA VOLONTA’ DI LOTTARE CONTRO LE INGIUSTIZIE

“Abbiamo perso la voglia di lottare. Tutto il territorio deve tornare ad avere la rabbia del mare e la forza vento e manifestare tutto il nostro dissenso, nei confronti di chi ha voluto e continua a volere il nostro isolamento, non restiamo a guardare è il momento di agire. La rabbia è un diritto di chi ha deciso di lottare contro le ingiustizie che da anni subiamo”.

È questo il monito che arriva da lontano da parte del presidente del Circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli, Nicola Abruzzese. Viviamo in un’epoca in cui molte persone sembrano aver smarrito la volontà di lottare, accontentandosi di uno stato di cose che non rispecchia i valori di giustizia e solidarietà. Il nostro territorio, che un tempo vibrava di energia e determinazione come il mare in tempesta e il vento che sferza la costa, sembra essersi arreso a un isolamento autoimposto.

L’assenza di prospettive positive per questa terra è evidente anche in questo periodo, mentre i suoi abitanti continuano a soffrire a causa della mancanza di interventi concreti da parte delle istituzioni. La carenza di carisma o forse la volontà di preservare interessi personali sembrano aver impedito ai leader politici di cogliere l’urgenza di agire per risolvere le gravi problematiche che affliggono questa regione.

Nel nostro territorio, la rabbia del mare e la forza del vento rappresentano potenti metafore per l’energia e la determinazione che dovremmo recuperare. Come elementi naturali inarrestabili, essi manifestano la potenza della natura e la sua capacità di resistere alle avversità. Dobbiamo imparare da loro e riappropriarci della stessa forza nell’affrontare le ingiustizie e le disuguaglianze che ci circondano.
Coloro che cercano di mantenerci isolati e impotenti devono essere sfidati. È imperativo che ci rifiutiamo di restare inerti di fronte a un tale stato di cose. Dobbiamo agire, unirci e manifestare il nostro dissenso in modi creativi ma decisi. La storia ci insegna che il cambiamento non arriva senza sforzo, ma è il risultato di azioni coraggiose e determinate.

L’azione può assumere molte forme. Dalla partecipazione a manifestazioni e proteste pacifiche, alla diffusione di consapevolezza e informazioni, alla partecipazione attiva nella politica e nell’attivismo sociale, ognuno di noi ha il potere di contribuire al cambiamento. È il momento di costruire una rete di solidarietà e resistenza, di unire le nostre voci per creare un coro potente che non può essere ignorato.
Risvegliare la volontà di lottare richiede un impegno individuale e collettivo. Dobbiamo trovare la forza dentro di noi per resistere alla disperazione e alla passività, e al contempo lavorare insieme per creare un futuro migliore per tutti. Questo richiederà sacrificio, pazienza e determinazione, ma è un compito che non possiamo permetterci di trascurare.

In conclusione, il momento di agire è adesso. Dobbiamo riaccendere la fiamma della nostra volontà di lottare, riportare la rabbia del mare e la forza del vento nel nostro essere, e manifestare il nostro dissenso in modi che non possano essere ignorati. Solo attraverso azioni coraggiose e determinate possiamo sperare di cambiare il corso delle cose e costruire un futuro più giusto e equo per tutti.
Il cambiamento richiede coraggio, consapevolezza e impegno costante. Dobbiamo essere disposti a sfidare le ingiustizie ovunque le incontriamo, a sollevare la nostra voce contro l’oppressione e a difendere i diritti di coloro che sono emarginati e oppressi. Questo richiede una profonda comprensione delle sfide che affrontiamo, così come un impegno a educare e coinvolgere gli altri.
“È da almeno tre decenni che il basso Ionio cosentino e l’alto crotonese versano in uno stato di abbandono cronico -prosegue Abruzzese- mentre politici nazionali, regionali e locali promettono ripetutamente un cambio di rotta. Tuttavia, fino ad oggi, questa terra che si estende da Crotone a Trebisacce sembra essere stata dimenticata. In questi lunghi anni, tutti i partiti politici e i loro leader sembrano aver coltivato solo i propri interessi, trascurando il grido di dolore di un territorio in via di spopolamento a causa della mancanza dei servizi primari garantiti dalla Costituzione: sanità, infrastrutture e lavoro.

La popolazione locale è ormai stufa della retorica vuota e delle promesse non mantenute. Mancano leader politici capaci di mettersi al fianco di chi ancora conserva la volontà di lottare per il proprio territorio -conclude Nicola Abruzzese- battendo i pugni sul tavolo del potere per ottenere ciò che è giusto e necessario”.

Dobbiamo lavorare per costruire ponti, anziché muri, per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca, e per trovare soluzioni che possano unire anziché dividere.

Inoltre, dobbiamo essere consapevoli del potere della solidarietà e dell’unità. In un mondo in cui le divisioni sembrano essere sempre più accentuate, è fondamentale cercare punti di convergenza, costruire alleanze e sostenere coloro che lottano per la stessa causa. Solo attraverso la collaborazione e la condivisione di obiettivi possiamo sperare di ottenere cambiamenti significativi.

Infine, non possiamo dimenticare l’importanza di educare e ispirare le generazioni future. Dobbiamo trasmettere loro non solo la consapevolezza delle ingiustizie che persistono nel mondo, ma anche la fiducia nel potere della loro azione. Dobbiamo incoraggiare la creatività, la curiosità e la passione per la giustizia, in modo che possano essere i protagonisti del cambiamento che auspichiamo.

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