La Casa di Valery sull’albero

Per chi scrive forse è tra le più belle favole che ho mai letto nel corso della mia vita

Non portavo per niente memoria della bellissima e emozionavate storia che sto per raccontare. Non so voi, cari lettori. Per chi scrive forse è tra le più belle favole che ho mai letto nel corso della mia vita. Tutto ha come palcoscenico un piccolo paese dell’Abruzzo. Torricella Peligna, a circa 1.000 metri di altezza, che conta poco più di 1.300 anime. Da lì, mare e monti sono a portata di mano, regalando un panorama mozzafiato del quale si resta basiti. Qui viveva una giovanissima bambina Valeria Di Fabrizio. Una ragazzina un po’ speciale. Di quelle che sin da piccolissime già mostrano una forte e sorprendente maturità. A lei piaceva leggere, scrivere, disegnare e progettare. Amava la sua piccola comunità. 

Aveva un gran bel sogno. Costruire la sua casa sull’albero, piena di libri e giochi da condividere con i suoi amici e amiche. Chi da bambino non ha mai avuto un così bel sogno che spesso, però, è restato qualcosa di irrealizzabile. Come tutte le case sull’albero, l’altezza obbligava ad una scala a pioli, ma quando purtroppo si ammalò subito fu capace di modificare il progetto, rivedendolo con una rampa di accesso. Un brutto male, che la colpì nel 2015, non permise a Valeria di vedere realizzata la sua cassetta sull’albero. Ma grazie ai suoi disegni e schizzi, seppure a posteriori, è stato possibile costruirla. Ed ecco la piccola “casa di Valery” che ormai da micro stella la guarda dall’alto. Sua mamma Elisabetta ci ha messo cose utili e cose che le piacevano. Tanti libri perché lei li amava tantissimo, leggendoli soprattutto a voce alta, come fanno gli attori a teatro.

Un letto, per potersi riposare quando era stanca. Una scrivania per disegnare e scrivere i suoi pensieri. Una “pettiniera” per farsi più bella. Nella sua casa Valeria non aveva previsto una cucina, perché non amava cucinare, ma aveva pensato a una scopa e una paletta, al fine che fosse sempre pronta ad accogliere un gran numero di bambini. Non posso, allora, che far mio e rilanciare l’appello della mamma di Valeria. Quello di diffondere la storia della “casa di Valery” il piu’ possibile, così il sogno di una bambina di 10 anni possa realizzarsi negli occhi dei nostri bambini. Le loro risate e le loro espressioni di gioia saranno musica per le orecchie di un angelo. Grazie Valeria per quello che ci ha regalato e stimolato a perseguire. 

Nicola Campoli

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