IL GOVERNO DEI MERITI EREDITARI… E ALTRE AMENITA’

E così il governo che il ministero, già della pubblica istruzione, poi semplicemente dell’Istruzione, l’ha ribattezzato “Ministero dell’Istruzione e del Merito”, sottolineando quanto siano importanti i meriti dei cittadini per la loro promozione sociale, dopo aver assegnato un paio di ministeri a cognati e parenti vari, ha pensato bene di nominare consigliere di amministrazione del Piccolo Teatro di Milano Geronimo La Russa, che vanta un curriculum di meriti sicuramente impeccabile, essendo figlio di tanto padre: quell’Ignazio che ha in casa un busto del Mascellone, che riteneva membri di una banda musicale i nazisti che occupavano Roma, che ha assolto l’altro figlio – un altro indiano – dall’accusa di stupro, e che ha dichiarato che nella Costituzione non c’è traccia di antifascismo.

A causa di tali meriti, Ignazio La Russa è oggi Presidente del Senato, e dunque Geronimo, su decisione del ministro della Cultura Sangiuliano, quello che giudica libri che non ha letto, merita il posto nel Consiglio di Amministrazione del Piccolo, oltre agli altri numerosi posti che occupa.

Analoghi meriti, dobbiamo presumere, hanno permesso di imbucare – pardon – di assumere alla FIGC il figlio Filippo del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e Maria Giorgetti, figlia del ministro dell’Economia.

Intanto la bionda onorevole Biancofiore, che evidentemente ha le idee chiare sulle priorità che il governo deve imporsi, ha proposto di azzerare l’IVA sugli interventi di chirurgia estetica, evidentemente ignorando che già non si applica IVA su operazioni chirurgiche di qualunque genere (ah, il vizio di informarsi prima di parlare, quante figuracce farebbe risparmiare!) e magari, nella sua ignoranza, contando, per non gravare sui conti del Tesoro, sui recuperi fiscali che saranno ottenuti grazie ai rialzi che, sull’IVA, il governo ha deciso su pannolini per bambini, altri prodotti per l’infanzia e assorbenti igienici. Bisogna dire che non ha tutti i torti, l’onorevole: lei, si sarà detta, sulle sue proposte ci mette la faccia, avrà ben diritto a qualche sconto sui ritocchini che le tocca fare affinché la faccia sia più caruccia, o no?

Intanto, in Commissione di Vigilanza RAI, l’onorevole Gasparri, ascoltando Sigfrido Ranucci, tira fuori dalle tasche una bottiglia di cognac e una carota, messaggi subliminali o forse allusivamente fallici, chi lo sa? Sicuramente segnali di una grande signorilità, la stessa alla quale il parlamentare di lungo corso ci ha abituati nei lunghi anni da che, saltellando tra Alleanza Nazionale e FdI, occupa il suo scranno di parlamentare.

Ma il colpo da maestra, dopo aver deciso di tagliare le pensioni degli statali – anzi no, o forse sì, beh, si vedrà – l’ha segnato il Presidente del Consiglio, Signora Giorgia Meloni, che dopo la chiacchierata informale con il presunto presidente di una organizzazione africana (durata una mezzora, ma lei, ha dichiarato il sottosegretario Mantovano, aveva sgamato subito i birbaccioni russi all’altro capo del filo) la Signora Meloni, dicevo, con un colpo di genio ha dimostrato quanto era facile, basta volerlo, risolvere il problema dell’immigrazione clandestina: va in vacanza in Albania, fa quattro chiacchiere col locale boss – pardon – col locale capo del governo, e ti piazza un accordo grazie al quale l’Italia – a sue spese – fabbricherà uno, o forse due, centri di detenzione – pardon – di accoglienza nel Paese delle Aquile, dove – a sue spese – tratterrà gli immigrati maschi, adulti e soprattutto (per la gioia di Salvini) clandestini, fino a che non domanderanno asilo o saranno espulsi. Poi, quando domanderanno asilo, l’Italia – a sue spese – manderà qualcuno in Albania a esaminare la pratica; dopo di che, -a sue spese – l’Italia si riprenderà il richiedente asilo; mentre gli altri, scaduti i termini di detenzione – pardon – di trattenimento, il governo – a sue spese – se li riporterà in Italia, dove gli consegnerà il decreto di espulsione, che l’immigrato – come è successo finora – si metterà in tasca per poi continuare a fare il clandestino. La partita di giro – pardon, il patto geniale – ha una validità di cinque anni, rinnovabili.

Bisogna ammetterlo: abbiamo una classe di governo che gli altri Paesi manco se la sognano.

E ci credo: a proposito di meritocrazia, ognuno ha il governo che si merita. E anche gli incubi.

Giuseppe Riccardo Festa

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