FACEBOOK A LAVORO, SI O NO? USO SOCIALNETWORK, EQUILIBRIO CERCASI GARANTE PRIVACY: SÌ A CONTROLLI CONTRO USI IMPROPRI

FACEBOOK A LAVORO, SI O NO? USO SOCIALNETWORK, EQUILIBRIO CERCASI GARANTE PRIVACY: SÌ A CONTROLLI CONTRO USI IMPROPRI ROSSANO (CS), Martedì 15 Febbraio 2011 – Web sì, ma con buon senso. Tutto dipende dall’uso che si fa dei nuovi media. Il parere del Cnai sul difficile equilibrio tra lavoro e social network. Chi non lavora non va su Facebook, o viceversa? Le aziende di tutto il mondo si stanno interrogando riguardo l’accesso ai social network dei propri dipendenti. Bisognerebbe educare il lavoratore ad un normale senso del dovere. Chi svolge la propria occupazione al computer ha la possibilità di collegarsi via internet a siti detti “sociali” che connettono le persone in base a relazioni, gusti musicali e interessi vari. Tra i più famosi c’è sicuramente Facebook, con una diffusione nel mondo di oltre 500 milioni di utenti. L’Italia è al sesto posto della classifica mondiale per tasso di penetrazione con almeno 18 milioni di registrati: quasi un terzo degli italiani. Poi ci sono Youtube per i video in “streaming”, Twitter per il “microblogging” cioè 140 caratteri per comunicare cosa si sta facendo o cosa si pensa di un argomento, My-Space per la musica o Anobii per parlare di libri. L’universo dei media sociali è variegato e si sta diffondendo a macchia d’olio senza distinzioni di età o provenienza geografica. Il 2010 si è chiuso con il dato impressionante che vede Facebook come il sito più visitato dell’anno ai danni di Google. Le politiche delle imprese sono essenzialmente tre: 1) accesso libero senza filtri; 2) impossibilità totale di collegarsi alle reti di web sociali o di svago; 3) accesso parziale e regolamentato, di solito con una apertura durante la pausa pranzo. Secondo alcuni il multi tasking, cioè la capacità di svolgere più azioni contemporaneamente, è tipica delle nuove generazioni. Poste Italiane, o le regioni Lombardia e Veneti e il Comune di Napoli hanno inibito i siti in questione totalmente o parzialmente. In Gran Bretagna, Canada e Usa i social network sono bloccati perché sottraggono forze alla produttività, ma nel Paese in cui anche il neoeletto Presidente OBAMA è su Facebook esistono ambienti di socializzazione interna studiati per mantenere i contatti di lavoro e promuovere l’intercambio professionale e la formazione. I social network possono essere un grande strumenti di condivisione della conoscenza. Non c’è una normativa unificata che disciplini l’uso di internet in azienda. Il malcostume del dipendente non nasce di certo col web. Il Garante della privacy ha provato nel corso degli anni a mettere ordine approvando tra l’altro un provvedimento generale nel 2007 che opera, da una parte un bilanciamento tra il diritto del lavoratore a non veder violata la propria sfera personale, e dell’altra il potere di controllo e sanzionatorio del datore di lavoro. L’azienda ha diritto ad effettuare controlli sull’utilizzo degli strumenti di lavoro affinché non vi siano abusi o usi impropri durante le ore di lavoro.

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