FRANCOBOLLO A PARTE, COME DEGNAMENTE COMMEMORARE SILVIO BERLUSCONI? RINNOVO QUALCHE MODESTA PROPOSTA

A giugno dello scorso anno, sulla scia delle intenzioni commemorative che avevano fatto seguito alla dipartita dell’ex Cavaliere, ho pubblicato l’articolo che ripropongo, ora che il Consiglio dei Ministri ha trovato la risposta al quesito che sollevavo in quell’articolo, ed ha deciso di far stampare un francobollo che commemori le imprese di un siffatto personaggio, indiscutibile campione e modello inarrivabile di un certo modo di intendere l’italianità. Ma può un semplice francobollo bastare, per onorare il commosso ricordo di Silvio Berlusconi?

Il ministro (!) Salvini, leggo sui quotidiani, sta valutando l’ipotesi di intitolare al defunto Silvio Berlusconi un aeroporto milanese, incerto sulla scelta fra Linate e Malpensa. Il primo, considerate le note preferenze dello scomparso in materia sessuale, da Linate potrebbe dunque diventare  Limonate (nel senso di imperativo del verbo limonare): “Aeroporto Limonate alla memoria di Silvio Berlusconi”. L’altro, a scorno dei critici del Nostro, diventerebbe invece “Aeroporto Silvio Berlusconi, honni soit qui Mal(y)pensa”.

La memoria dello Scomparso, tuttavia, merita ulteriori e più ampi e diffusi segni di ammirazione, stima e compianto. È dunque necessario che anche altrove egli sia ricordato con tangibili segni dell’universale, unanime, immarcescibile e inossidabile ammirazione che l’intera italica nazione, anzi, l’intero orbe terracqueo, come direbbe la prima ministra – pardon, il primo ministro – Giorgia Meloni, deve a un uomo di siffatta levatura.

Comincerei dal Ponte sullo Stretto di Messina, opera che, dice il già menzionato ministro (!) Salvini, infine si farà. Un’opera a una sola campata (campata in aria, dicono i detrattori come me, ma si sa che sono comunisti malevoli), a lungo agognata dal Silvio Nazionale. È a Lui, a Silvio, che esso va intitolato. Quale migliore allegoria, infatti, delle numerose riforme, dei successi, delle promesse, dei milioni di posti di lavoro, delle magnifiche sorti e progressive assicurate dal compianto e amato leader, che un’opera campata in aria ché, se anche si facesse, stante la totale assenza di adeguate infrastrutture tutto intorno, sempre campata in aria resterebbe?

Né va dimenticato l’amore che Egli portava alla Famiglia, tale da indurlo a collezionarne non meno di quattro, fra mogli a rito totale (religioso e civile), parziale (solo civile) e quasi parziale, ma comunque con tanto di torta nuziale. Dunque, la famosa cattedrale della Sagrada Familia di Barcellona, altra opera eternamente incompiuta, merita di essere anch’essa intitolata a Lui, tramite una lieve modifica del nome: “Cattedral de las sagradas familias de Silvio Belusconi”.

Di sicuro, il ministro Nordio proporrà di erigere una stele alla Vittima della Persecuzione Giudiziaria, persecuzione che come è noto costò al povero Silvio una condanna definitiva per frode fiscale. Povero Silvio! Nel Paese in cui l’evasione fiscale è patrimonio culturale condiviso, solo lui è stato ingiustamente condannato a quattro anni di reclusione, più cinque di interdizione dai pubblici uffici. Fortuna che, grazie a sagge modifiche del Codice Penale, da lui opportunamente operate, Silvio ha potuto veder andare in prescrizione molti altri esempi della persecuzione di cui era oggetto, se no chissà quante altre condanne definitive, poveretto, avrebbe dovuto subire per colpa delle malefiche toghe rosse!

E ancora, può Milano dimenticare il fondatore della sua gemella, Milano2? Il perfido sindaco dice che prima di intitolargli una strada debbono passare dieci anni. Ma intanto, perché non intitolare, se non a lui alla memoria delle sue imprese, qualche strada? Via Olgettina potrebbe essere pluralizzata, ad esempio, e diventare “Via delle Olgettine”. E mi sorprende che da qualche parte, nella metropoli lombarda, nessuno chef abbia ancora aperto il ristorante “Cene Eleganti”, con tanto di sbarra per la pole-dance e di privé con comoda alcova, per la consumazione in ambiente riservato dei dessert più gustosi.

Poi bisognerà pensare al monumento. Silvio a cavallo, con accanto magari lo stalliere Mangano? oppure Silvio con la bandana? o Silvio addormentato alla sfilata del 2 giugno? o ancora, e meglio ancora, Silvio che sorridente fa le corna? Sì, decisamente è quest’ultima, pensandoci bene, l’immagine che più lo rappresenta, simboleggiando in modo emblematico il suo essere il campione e il più significativo modello dell’italiano medio, che nulla di meglio chiede che di essere come lui.

Quell’italiano medio capace di mostrarsi inadeguato, fuori posto, imbarazzante, maleducato e clownesco sempre, ovunque e con chiunque, confermando così, nel mondo, l’opinione che giustamente il mondo si è fatta di noi italiani.

Giuseppe Riccardo Festa

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