CARIATI. Possibile che per una radiografia si debba partire?

Partiamo da quella che è un’affermazione ricorrente, ormai da tanti mesi, da parte degli utenti che usufruivano dei servizi erogati dalla radiologia di Cariati: “E’ possibile che, nel terzo millennio, per eseguire una semplice radiografia si debba andare altrove?“.

Possiamo capire che si debba farlo per interventi di una certa complessità, per effettuare accertamenti diagnostici con attrezzature di ultima generazione di cui non tutti possono essere forniti; ma dover partire per effettuare una semplice radiografia è inaccettabile. Come è inaccettabile che il servizio di radiologia di Cariati, ormai da cinque mesi, abbia smesso di erogare prestazioni al pubblico limitandole alle sole urgenze in regime di pronto soccorso. Il motivo lo conosciamo tutti: l’assenza del medico radiologo, che è andato in pensione e non è stato rimpiazzato da un altro specialista.

Ci corre l’obbligo di ricordare alcuni numeri che fanno emergere la necessità di questo servizio. Negli ultimi anni le prestazioni, erogate da un medico e da tre tecnici TSRM, sono state circa 15.000. Questo significa che 15.000 persone di questo comprensorio sono ora costrette ad affrontare pesanti disagi, non solo di carattere economico. Significa che 15.000 persone, per lo più anziane, si vedono private di un diritto sancito dalla Costituzione italiana: il diritto alla salute. Ma a Cariati, a quanto pare, la Costituzione è un’altra.

Si era vociferato del rientro dello specialista, il Dott. Giuseppe Ferraro, medico in pensione il quale aveva dato la sua disponibilità nella radiologia in cui aveva prestato il suo servizio per tanti anni; ma nella delibera aziendale dell’ASP di Cosenza, che prevede il reintegro in servizio di figure professionali specialistiche, pensate un po’, mancava solo quella per la branca radiologica. Dimenticanza? Se di dimenticanza si è trattato, perché a tutt’oggi nessuno si è preoccupato di ovviare a questa omissione?

Ma riconosciamo alla burocrazia italiana la lunghezza dei suoi tempi. Intanto, però, chiediamo di utilizzare uno strumento di cui la nostra ASP, con un investimento di svariati milioni di soldi pubblici, è stata dotata: LA TELERADIOLOGIA.

La teleradiologia consente di effettuare a distanza refertazioni di radiografie da qualsiasi postazione abilitata dell’ASP. Ciò significa che i tecnici in servizio presso il Reparto di Radiologia di Cariati , come hanno sempre fatto, effettuano regolarmente le radiografie; così come accade per gli accessi urgenti di pronto soccorso per poi chiedere a medici di altri presidi di refertare “a distanza” l’esame effettuato. E’ su questo che bisogna insistere, ma a chi tocca farlo?

Si deve riattivare il servizio: lo esigono i cittadini, che tuttavia non vedono all’orizzonte una soluzione e nemmeno valide proposte. Bisogna riattivare i servizi dell’ambulatorio, anche se con un’attività limitata, ma bisogna riattivarla!

Il segnale che arriva dalla politica cariatese per la soluzione di (non solo) questa questione sanitaria, riflette il momento politico che stiamo vivendo: un paese spaccato, dove l’uno vuole dimostrare di poter fare quello che non riesce all’altro, senza la seria volontà di affrontare in una lotta comune i problemi della città e quindi dei suoi concittadini. Questo modo di fare, anziché contribuire a risolvere i problemi, serve soltanto ad allontanare la gente dalla politica e ad alimentare la sfiducia in chi di politica si occupa.

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