APERTURE STRAORDINARIE AL MUSEO CIVICO DI CARIATI e la MOSTRA DI VESTITINI VOTIVI “VESTIRE DI SACRO”

Il Mu.M.A.M. apre anche oggi dalle 18 alle 21, e Lunedì 10 Aprile dalle 17 alle 20:30; domenica negli stessi orari. Si potrà ammirare, nell’atrio del Museo, la mostra di vestitini votivi curata per queste festività pasquali. Ringrazio i donatori di queste piccole meraviglie del nostro patrimonio culturale.

“VESTIRE DI SACRO” I PROPRI BAMBINI

di Assunta Scorpiniti
La Madonna e i Santi hanno un ruolo fondamentale nel mondo popolare del Sud Italia, dove popolare non significa alla buona o di poco valore, ma significa religione di popolo o, meglio religiosità popolare. O pietà popolare.
E’ la fede cristiana incarnata nella cultura popolare, dice Papa Francesco nell’esortazione “Evangelii gaudium”; al punto da comportare una relazione personale con Cristo, la Madonna, un santo.
Questa particolare religiosità è soprattutto l’espressione di fede del popolo di Dio in forme immediate, semplici, fatte più che di grandi concetti o pensieri, di segni, gesti, sensibilità, corporeità, movimento.
La processione, ad esempio, richiama il cammino della vita; la statua portata a spalla è il simbolo dei pesi, delle responsabilità che la stessa vita comporta; partecipare ai grandi riti collettivi come le feste pasquali o patronali è riconoscersi come comunità di un luogo, di una storia, di esperienze comuni.
In questo quadro rientrano i VESTITINI VOTIVI indossati dai bambini di Cariati in occasione delle principali feste religiose. Soprattutto quelle legate al luogo.
Vestire i bambini come i santi è certamente un atto di devozione, ma anche un elemento culturale della nostra comunità.
Un saggio molto interessante di uno studioso pugliese di tradizioni popolari, che si chiama Gabriele Tardio usa una definizione molto bella: “Vestire di sacro”, per indicare l’indossare gli abiti votivi o gli abiti delle statue (da lui ho tratto il titolo della mostra).
L’usanza è particolarmente presente nel sud Italia; ad esempio sul Gargano, in Puglia, è tuttora diffusissima: i bambini vengono vestiti di San Michele Arcangelo, con abitini votivi sono molto costosi…i manufatti realizzati da sarte specializzate (anche le nostre lo sono e costano molto meno), con stoffe pregiate e ornamenti preziosi.
Si tratta, come detto, di un segno devozionale, ma anche celebrativo ed evocativo, per onorare il Santo o a Madonna cui era stata chiesta qualche grazia o per adempiere a un voto fatto, o per preservare il bambino dalle malattie o in seguito a una guarigione. In passato addirittura, in alcune località gli abiti votivi venivano indossati sempre, fino a quando si consumavano (cit. Tardio). Non si potevano togliere per non suscitare “l’ira del Santo”.
Oggi si indossano solo nelle processioni o nel giorno della sua festa e vengono sempre conservati devotamente.
Come qui a Cariati, dove i vestitini votivi sono quelli di San Cataldo, San Leonardo, ma anche della Madonna Addolorata, di San Rocco, di Santa Rita, Sant’Antonio e della Madonna delle Grazie.
Dopo il calo degli scorsi decenni, negli ultimi anni tante mamme e papà giovani, che nemmeno forse conoscono il senso profondo o la storia di questa antica usanza, l’hanno ripresa, mossi, ed è molto bello, da un desiderio spontaneo di far indossare ai loro bimbi il vestitino votivo in onore della Madonna e dei Santi. Un gesto che racconta un’umanità che ha certamente bisogno dei valori connessi alla pratica della fede; un’umanità che chiede, prega, cerca, spera.
Ma anche un elemento culturale importante, strettamente legato al rito.
Nel complesso, tante espressioni di fede, che, insieme alla memoria collettiva, alle storie locali, all’incontro culturale, ci nutrono come il pane, facendoci riscoprire l’autenticità e la ricchezza dell’essere umano. A.S.

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