FALSI INVALIDI, ECCO L’INDUSTRIA CALABRESE

FALSI INVALIDI, ECCO L’INDUSTRIA CALABRESE LO GIUDICE: CLIENTELISMO CHE FA COMODO A TANTI SANITÀ, SI SPENDA A BENEFICIO DI MALATI VERI ROSSANO (CS), Venerdì 24 Settembre 2010 – Se c’è un settore che in Calabria non conosce crisi è quello legato alla “produzione” di pensioni di invalidità. Ovviamente FALSE. È quanto afferma Edoardo LO GIUDICE, responsabile dell’Associazione Europea “Otto Torri sullo Jonio”, commentando gli ultimi dati ufficiali forniti dall’INPS e utilizzati, dal Ministro SACCONI, per rispondere ad una interrogazione parlamentare. «Lo conferma il Ministro SACCONI – dice LO GIUDICE – rispondendo ad una un’interrogazione parlamentare con la quale si chiedeva di sapere quali fossero i dati delle pensioni di invalidità nel Paese e quali i sistemi di verifica e di controllo posti in essere. Il Ministro, citando fonti INPS, ha spiegato che per l’11% dei casi si è avuta la non conferma dei requisiti sanitari originali, con percentuali variabili dal 5,81% della Toscana al 19,27% della Campania, passando per l’11,23% della Sicilia, l’11,51% della Puglia, il 12,22% della Sardegna e il 13,78% della Calabria. La fotografia che ne esce è quella di un Paese a due velocità. – Nell’area del meridione, in particolare in CALABRIA vi sono vere e proprie fabbriche di invalidi, alimentate da una macchina che produce soldi per molti: non solo per i beneficiati diretti, ma anche per soggetti appartenenti alla cosiddetta “zona grigia”. – La catena di montaggio delle false pratiche prevede solitamente un collettore delle domande e un utilizzatore finale, il falso invalido, con complici a ogni passaggio. Ad aiutare i furbi una vera e propria giungla di organismi che, fino al 31 dicembre scorso, concorrevano alla decisione finale. Dodici passaggi, una via crucis dove ad ogni stazione è in agguato la truffa. La mancanza di controlli incrociati fra i vari organismi e l’assenza di un numero di protocollo unico per ogni singola pratica ha favorito l’illegalità. Numerosi i casi in cui le commissioni mediche sono state allegramente saltate con un verbale falso e un timbro fai da te. – Il fenomeno è in molti casi una forma di assistenzialismo clientelare che nessuno ha mai voluto davvero estirpare. – Tuttavia si assistono a dei segnali legislativi che indicano un’inversione di tendenza nella lotta a questo fenomeno. È stato difatti sufficiente accentrare le procedure all’Inps, per veder crollare le domande del 58% nei primi due mesi di quest’anno. C’è però ancora molto da fare visto che la spesa per le pensioni di invalidità continua a salire; ergo ulteriori interventi normativi sono auspicabili/necessari, volti a realizzare una spesa sanitaria di qualità che vada a beneficiare i malati VERI. – Non è forse questo il modo migliore per garantire il DIRITTO ALLA SALUTE sancito dalla nostra COSTITUZIONE?

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