SCALA COELI ED IL SILENZIO. Questo maledetto rumore

Signore e Signori …. è fatta!

L’estate sta per finire!!!

Anche a Scala Coeli è così: siamo destinati a riporre “pinne ed occhiali” all’interno della cassapanca adagiando l’ombrellone di lato, come in un antico rito, per un lungo letargo!

Abbiamo attraversato un mese di giugno mite, magari dai segnali preoccupanti per i mesi a seguire ma, tutto sommato, un mese tranquillo: si dormiva bene, la notte!

Poi, il fuoco di luglio (meteorologicamente parlando)! Temperature da alto forno che non ricordavamo da anni (forse per una questione biologica in alcuni!), notti insonni imperlate di sudore ovunque! Giornate infernali che hanno sfiorato i 48 gradi celsius!

Per fortuna l’erogazione dell’acqua potabile è stata precisa e puntuale ed in quelle giornate è stata davvero vitale, essenziale!

Ma l’estate del ‘23, quella della “Generazione Z”, quella della spensieratezza, qui da noi, non è mai iniziata, né è mai arrivata! È rimasta in attesa, nel pensiero di tanti!

Ora, ci apprestiamo ad accogliere sua maestà l’autunno; magari benedicendolo, questa volta!

Ma è sulla cosiddetta bella stagione che sta per finire, sul periodo delle ferie, sul ritorno a Scala Coeli o a San Morello, alla propria “ruga”, per chi vive lontano dal nostro meridiano che mi vorrei soffermare; di questo vorrei parlare!

Magari iniziando col chiedere scusa alla nostra gente che ritorna nella propria terra ed agli ospiti che sono venuti a trovarci.

Scusa per non aver preparato questi luoghi in maniera accogliente, scusa per non aver creato momenti di convivialità, per non aver scambiato quattro chiacchiere con gli amici, per non aver dato ascolto al paese, insomma!

Non abbiamo avuto nemmeno “a mmeria” (positiva) nei confronti dei paesi a noi più vicini che, invece, hanno saputo creare l’aria frizzantina ed allegra che si addice a questa stagione!

Siamo stati, ognuno di noi, ottimi interpreti delle critiche degli altri, di chi voleva un’estate “glamour”; di chi si chiedeva cos’era quella monotonia, la negazione del “summer time”, di solito, allegro e spensierato!

Quante volte ci siamo interrogati sul perché di questa estate scalese vissuta in un ossimoro, così fredda e bollente al contempo! Altrettante volte abbiamo trovato una risposta, magari in silenzio, ma l’abbiamo trovata e, credetemi, non è stato per nulla arduo, anzi!

Allora, vi domanderete cosa c’entriamo, ognuno di noi e tutti insieme, se è mancato quello che pensavamo invece di fare o di trovare? Come e cosa può fare un cittadino e tutti quanti insieme se, invece di serate dedicate alla comunità, abbiamo abbracciato o trovato la solitudine? Oppure pensate che ci si possa accontentare solo dell’allegro vociare in accento nordico nei bar fino a tarda notte?

Ci siamo “abbuttati”, anche per quest’anno, delle nostre presenze; affetti ed amicizie che si ritrovano a distanza di tempo che, certamente, sono tutto ma, credetemi, non sono abbastanza: la convivenza poteva essere allietata, resa più gioiosa se condita da momenti ludici, di spensieratezza e, perché no, di riflessione.

Momenti che abbiamo vissuto nel tempo andato ma che man mano sono caduti nel dimenticatoio.

Scala Coeli deve ritornare ad essere accogliente e coinvolgente per i propri figli ed ospiti e deve creare le condizioni per un periodo estivo pregno di occasioni che mirino allo svago e, al tempo stesso, alla riflessione; che siano di arricchimento reciproco tra soggetti che vivono vite e realtà diverse.

Se da una parte, abbiamo avuto (come negli anni precedenti), una amministrazione latitante che non ha fatto nulla per ovviare alle mancanze richiamate; dall’altra, abbiamo una popolazione che alla latitanza dell’amministrazione non riesce a farsi parte attiva.

Esistevano festivals, feste, incontri, giochi organizzati che, non graditi dall’establishment (e non si sa, poi, perché), sono stati azzerati senza alcuna reazione da parte dell’opinione pubblica.

Il risultato è stato che al posto di spronarci nella affermazione e rivendicazione di spazi di democrazia ci ha indotto a sederci sulla negazione imposta fino a farla diventare nostra.

Noi siamo i principali attori della democrazia e dobbiamo essere coinvolti nel processo decisionale, per sentirci più responsabili delle scelte che vengono prese ma, non solo, in ogni caso, dobbiamo essere propositivi ed assumere le iniziative del caso.

È vero che se abbiamo mostrato sete di democrazia e chiesto di accertare il rispetto delle regole siamo stati additati come attentatori dello status quo e, quindi, siamo diventati oggetto di persecuzione ma, comunque, il dato certo è che non partecipiamo alla vita amministrativa del nostro Comune perché non graditi al potere che non si sforza per coinvolgerci; anzi, esiste una volontà di segno contrario che, quindi, dovrebbe spingerci ad essere propositivi e reattivi.

Per la parte che ci interessa, assecondiamo la mancanza di coinvolgimento; l’eliminazione di spazi viene vissuta come fatto normale; quindi, non siamo presenti alle riunioni del consiglio comunale, non presentiamo petizioni, non ci candidiamo alle elezioni e non facciamo pressioni sui rappresentanti eletti.

Questa non è reazione; asseconda solo chi detiene e vuole mantenere il potere.

Siamo un piccolo Comune, d’accordo, ma proprio per questo abbiamo maggiori probabilità di conoscere i problemi della comunità e di avere le competenze necessarie per trovare soluzioni.

È vero anche che non siamo incoraggiati e basterebbe poco, si potrebbero organizzare riunioni pubbliche, creare siti web e blog per condividere informazioni con i cittadini, e utilizzare i social media per coinvolgerci, tutti, nelle discussioni.

Così come il corpo ha bisogno di cibo per ottenere energia, la mente ha bisogno di essere alimentata con stimoli e conoscenze per essere sana e attiva: ciò include l’apprendimento di nuove cose, l’esposizione a nuove esperienze, la lettura di libri, la partecipazione a discussioni e il mantenimento di relazioni sociali stimolanti.

Di tutto questo, invece, abbiamo registrato la totale assenza!

Tutti abbiamo potuto notare una sorta di “armocromia politica” nella nostra società che rifiuta e scaccia chiunque non sia “proteso” verso una determinata posizione e, badate bene, non parlo solo di chi regge le sorti del governo del paese; vale anche per noi altri; per tutti indistintamente!

Io non voterò mai (l’ho fatto una volta e mi è bastato) per una maggioranza politico-amministrativa come quella che abbiamo attualmente a Scala Coeli: molte cose ci dividono, culturalmente ed intellettualmente! E sono sicuro che nessuno di loro voterebbe per me: ci sta, è nelle regole!

Ma il divario politico che dovrebbe essere arricchimento sta diventando un problema serio che sta affliggendo il nostro piccolo paese in quanto foriero di esclusione. Le persone sono sempre più polarizzate e sembra che non ci sia più spazio per il dialogo. Questa differenza sta creando un profondo distacco sociale e sta rendendo difficile, per le persone di diverse opinioni, lavorare insieme per un progetto comune.

Un atteggiamento tipico dei farisei: con noi oppure traditore!

Ci sono molti fattori che contribuiscono a frastagliare il nostro tessuto sociale. Uno dei principali è la diffusione delle notizie false e della disinformazione. Le persone sono sempre più esposte a informazioni ma scelgono quelle che confermano le proprie convinzioni e questo rende difficile vedere il punto di vista degli altri.

Il clima di divisione e ostilità, di certo, non aiuta! È importante trovare modi per superare questa disparità e costruire un paese più unito ed inclusivo, partendo dalla diversità di vedute.

Non è impossibile da realizzare!

Scala Coeli non ha bisogno di Guelfi e Ghibellini; Scala Coeli ha bisogno di ascoltare i bisogni della gente, le loro eventuali paure, le necessità che si presentano loro e, conseguentemente, ha bisogno della soluzione ai problemi.

Se il potere ci esclude o latita, comunque, noi dobbiamo recitare la nostra parte, che deve essere attiva e propositiva; saranno loro ad escludersi ed a ricercare l’amalgama che hanno volontariamente reciso.

Ognuno di noi ha bisogno dell’altro, del confronto con gli altri; da soli siamo solitari numeri primi!

Antonio Loiacono

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