Luci e ombre nella IV commissione per il riordino dei rifiuti, ma la proposta di legge va ritirata.

La proposta di legge 458/9 per il riordino del sistema di gestione dei rifiuti in Calabria è inemendabile e va ritirata per avviare immediatamente un confronto aperto che dia vita ad una legge di riordino condivisa ed efficace: questo il messaggio chiaro lanciato in occasione dell’audizione in IV commissione consiliare della Regione Calabria. Un inizio di interlocuzione positivo, una discussione molto aspra ma franca con la Commissione e con il Direttore del Dipartimento Politiche dell’Ambiente, ing. Gualtieri, una interlocuzione che non va assolutamente interrotta tra Istituzioni e Società Civile, ma nella massima chiarezza. Nella massima chiarezza è stato espresso che la proposta di legge di riordino risulta molto arretrata e confusa, così come sottolineato anche dall’Avvocatura Regionale. Non vi è traccia di norme per il potenziamento della raccolta differenziata, la quale, al contrario, risulta essere vincolata e funzionale al funzionamento degli attuali impianti di trattamento e incenerimento: un errore gravissimo considerato lo stato attuale degli impianti letteralmente disastrati, i quali richiederanno interventi per milioni di euro e che appartengono ad un modello obsoleto ed antieconomico per la gestione dei rifiuti. Vi sono, invece, passi indietro, per quanto riguarda gli aspetti economici: la legge, infatti, esclude la possibilità di gestione della raccolta e del trattamento da parte di aziende pubbliche, lasciando la porta aperta, invece alle società partecipate: una scelta inspiegabile, che rafforza l’idea malsana che i rifiuti debbano essere gestiti per lucro e non per offrire servizi alla comunità e per creare posti di lavoro, una scelta tale da configurare persino la demolizione delle poche esperienze positive presenti lungo la regione, una scelta che contrasteremo fortemente. Ancor più grave è l’idea di creare dei sotto-ambiti di raccolta e trattamento da affidare ad un unico gestore imprenditoriale. Una proposta che rafforzerebbe i sistemi di potere già mostruosi lungo i territori e che è causa di buona parte dei guasti dell’attuale sistema, laddove già convivono insopportabilmente delle aziende che gestiscono, sullo stesso territorio, la raccolta indifferenziata, la raccolta differenziata e le discariche, in un conflitto di interessi palese. Questa proposta, di fatto, obbligherebbe tutti i comuni di un circondario ad affidare il servizio di raccolta a poche potenti aziende, le quali potrebbero controllare persino gli impianti di trattamento dopo che questi, beffardamente, saranno stati oggetto di costosissimi lavori di manutenzione pagati coi soldi dei cittadini. Una proposta che, come specificato in commissione, sembra scritta direttamente dai gestori privati e che lascia prevedere con imbarazzante anticipo quali saranno tali aziende, per esempio nella sibaritide, nel crotonese, nella locride. Per queste ragioni riteniamo utile e positiva la proposta, caldeggiata anche da una parte della Commissione, di fermare l’iter di questa legge e costituire un tavolo tra le istituzioni regionali e la società civile calabrese per la costruzione di una legge di riordino condivisa, che di certo dovrà essere molto diversa da quella proposta. Tavolo a cui siamo ovviamente disponibili a partecipare. Flavio Stasi Coordinamento Calabrese Rifiuti Zero

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