E. IEMBOLI: UNA CITTA’  IN SILENZIO CHE DEVE REAGIRE

A seguito della nascita della nuova città di Corigliano Rossano, istituita nel maggio 2019, è stata eletta la prima amministrazione comunale.   Considerata la sua forza contrattuale (politica) derivante dalla dimensione demografica, i cittadini hanno sperato in una rinascita del territorio che aveva ed ha una realtà economica tra le più floride della fascia Jonica ed anche perché al governo locale era stato eletto un sindaco giovane che in campagna elettorale aveva promesso e fatto sperare in una “rivoluzione”.

Le condizioni c’erano tutte, anche perché oltre alla nuova amministrazione comunale questa area della fascia Jonica avevano eletto una nutrita pattuglia di parlamentari mai avuta in precedenza.

Quasi tutti hanno confidato nel “nuovo” corso nella speranza di cogliere i frutti di questo progetto di rinnovamento.

Purtroppo, sono trascorsi anni ma di risultati apprezzabili nemmeno l’ombra né sono stati dati segnali di novità rispetto al passato, non si è avuta la percezione della “rivoluzione” sbandierata in campagna elettorale. La gravità è rappresentata dalla mancanza di “idea di città” che il sindaco e la sua amministrazione comunale non è riuscito a dare, forse, perché non l’ha mai avuta. Ha amministrato solo l’ordinario, forse meno e lo ha fatto con metodi antichi e vecchi, gli stessi che (il sindaco) ha criticato e contestato da consigliere comunale nella posizione di opposizione.

Il popolo si è sentito tradito e a poco a poco si è rassegnato rinunciando perfino alla critica.

Una delusione forte e difficile da accettare specie se si pensa che i cinque anni di questa legislatura saranno stati vani ed inutili, trascorsi nel più grigio torpore, senza che nessun problema serio di prospettiva sia stato affrontato e/o risolto, nemmeno quelli a costo zero.

Tale delusione è stata alimentata anche dalla “evanescenza” dei parlamentari nazionali dei quali si ricorda ben poco, forse perché non c’è nulla da ricordare in quanto il loro impegno non è stato caratterizzato da risultati concreti né da iniziative politiche rilevanti.

Quanta rabbia, in altre zone i parlamentari eletti sono riusciti a fare avere finanziamenti che porteranno sviluppo ai loro territori.

Nel 2023 ci saranno le elezioni per il rinnovo del parlamento e la politica comincia a organizzarsi, è un fatto positivo, anche perché è la politica che deve prendere l’iniziativa, con l’augurio che anche dopo le scadenze elettorali stia in mezzo ai cittadini, alle associazioni, alla società produttiva dei vari settori di cui fortunatamente quest’area della fascia jonica è ben rappresentata.

L’elenco delle cose non risolte è lungo e ben noto, è inutile rifarlo per l’ennesima volta, fatto sta che  nella nostra realtà la politica è da tempo in letargo ed il suo “silenzio” è assordante.

Il sindaco pro-tempore di Corigliano Rossano deve avere presente che non è più il tempo dei comunicati stampa né del decisionismo, c’è una città nuova ed un territorio vasto di cui programmare lo sviluppo, impostarne l’organizzazione amministrativa con visione futuristica, incentivare e promuovere le risorse locali e le vocazioni naturali. La città va interamente progettata e ciò non può prescindere dal confronto con l’esterno istituzionale, con le forze sociali , culturali, con il mondo dell’associazionismo, con le categorie professionali e produttive e così di seguito.

La nascita della nuova città significa tutto ciò se si vuole che questa realtà diventi occasione per i cittadini oltre che punto di riferimento, che venga apprezzata e considerata dalla politica e dalle istituzioni.

L’idea di una città grande in questa area strategica era e rimane ottima,  ci vogliono però amministratori all’altezza del compito e che abbiano una visione di come deve svilupparsi e del ruolo che dovrà avere nell’immediato futuro. Non si può pensare  di volere guidare una macchina fuoriserie senza avere  le capacità di guida per quella cilindrata.

In questo scorcio di fine legislatura vengano fatte almeno le cose a costo zero ma basilari per creare le condizioni indispensabili dalle quali partire per far nascere la città.

Può e deve essere recuperata alla proprietà del comune l’area di “Insiti” sulla quale la legge istitutiva della fusione ha indicato la  creazione della cittadella comunale.

Deve essere approvato lo “Statuto”, asse portante dello sviluppo e dell’organizzazione dell’apparato amministrativo, strumento che prevede l’individuazione dei “municipi” (minimo cinque) attraverso i quali si ha la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa della città.

Invece, si  continua ad amministrare a vista, senza “disturbare il guidatore”.

La legislatura si avvia lentamente alla conclusione ed ogni decisione verrà rimandata ai prossimi cinque anni.  Strategia o incapacità?

Siamo una terra  storicamente più rilevante della Regione che ha sufficienti risorse, ma con questi esempi di gestione  si continuerà a rimanere il fanalino di coda dell’Italia e dell’Europa.

Enrico Iemboli

Già Sindaco e già componente Comitato 100 Associazioni

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