CITTADINI – LUOGHI – MESTIERI CARIATI E TERRAVECCHIA NELL’ANNO 1816 – seconda parte –                                   

di MAURO SANTORO

Attraverso l’approfondimento degli archivi storici, in questo caso consultando principalmente il registro dei morti del 1816, in originale presso l’Archivio di Stato di Cosenza, e che riguarda sia i cittadini di Cariati sia quelli di Terravecchia, casale della cittadina cariatese dal 1808 al 1921, continuiamo a sottoporre all’attenzione dei lettori i nomi e i cognomi dei nostri antenati, le relazioni di parentele, i mestieri ecc. che ci aiutano a ritrovare le nostre radici genealogiche e a disvelare alcune vicende storiche dei nostri paesi. E’ un modo, inoltre, di riportare in vita la memoria di tante persone che il tempo ne aveva cancellato il ricordo.

             In epoca antica sono esistite diverse disposizioni per la sepoltura dei defunti e spesso erano proibite all’interno delle cinte murarie dei paesi, molte volte avvenivano nei pressi dei campi di battaglia o in caso di epidemie i cadaveri erano inumati in fosse comuni di cui, con il trascorrere del tempo, si perdevano le tracce.

Nel medioevo, invece, le sepolture sono state trasferite nuovamente all’interno delle mura cittadine, prevalentemente all’interno delle chiese, conventi e monasteri, luoghi consacrati. Nei pressi degli altari, da cui prendevano il titolo, erano ricavati i sepolcri delle famiglie nobili o agiate. Le persone comuni, invece, erano tumulate in sepolcri ricavati sotto il pavimento degli edifici religiosi, in anonimato e senza riferimento personale.  

Tuttavia, solo i registri dei morti, redatti presso le parrocchie e i comuni, consentivano di risalire ai nominativi dei defunti. Tralasciando i motivi religiosi e le questioni storiche specifiche, si può affermare che tale pratica di sepoltura perdurò fino ai primi decenni del XIX secolo.

 

Le diverse e ripetitive falcidianti epidemie dei secoli XVII e XVIII, nel Regno di Napoli, indussero re Ferdinando IV di Borbone a far costruire a Napoli il “Cimitero di Santa Maria del Popolo”, costituito da 366 fosse in cui, a rotazione in un determinato giorno, erano inumati i cadaveri. Nel 1786, invece, furono emanate le istruzioni per la costruzione dei camposanti, ma di fatto rimasero inapplicate.

 

Così come la storia ci ha insegnato, solo nel 1804 l’editto napoleonico di Saint Cloud regolamentò la pratica dei seppellimenti e la nascita dei moderni camposanti. Il suo regolamento attuativo, nel Regno d’Italia, entrò in vigore il 5 settembre 1806 ma, in realtà, rimase inattuato fino alla emanazione della legge 11 marzo 1817 con la quale re Ferdinando I dettava disposizioni “per la costruzione dé campisanti in ogni comune di qua del Faro”, in data 21 marzo 1817 seguì la promulgazione del regolamento applicativo.

Ciononostante, nella provincia di Cosenza si dette esecuzione alle nuove disposizioni legislative, riguardanti l’edificazione dei cimiteri, a partire dal 16 settembre 1839. In quella data, una circolare dell’intendente ordinava a tutti i comuni della provincia di eseguire le progettazioni esecutive per la costruzione dei camposanti.

 

Nello specifico delle vicende riguardanti Terravecchia, bisogna rilevare che il paese, per le questioni amministrative, dipendeva da Cariati, essendo frazione della cittadina. Per questo il decurionato specificò tale circostanza al sottintendente di Rossano chiarendo che i due centri urbani distavano tra loro circa otto chilometri. Quell’ufficio, acquisite le notizie, prendeva atto di quelle specificità e con la circolare del 16 ottobre 1839 stabiliva che i due paesi, stante la consistente distanza che li separava, dovevano avere cimiteri separati.

Nel dispositivo si stabiliva che il camposanto di Terravecchia, per un’estensione presunta di 1/8 e mezzo di tomolo, circa 630 metri quadrati, doveva servire una popolazione di circa 1200 abitanti. Il decurionato della cittadina cariatese nella seduta del 12 febbraio 1840, decretò che il camposanto della frazione di Terravecchia doveva costruirsi sul terreno detto la vigna di Arcangelo e Leonardo Sene, nel luogo S. Vito.

La relativa progettazione, affidata al regio agrimensore Leonardo De Natale, fu redatta dal tecnico il successivo 15 aprile 1840. La perizia approntata da De Natale, per l’edificazione del cimitero, prevedeva una spesa complessiva di 600 ducati. Stabilendo che la superficie interna del camposanto doveva essere estesa per circa 676 metri quadrati, la cappella cimiteriale aveva un’area chiusa di poco più di 17 metri quadrati.

In quella occasione, inoltre, si prevedeva di spendere 24 carlini per la corda della campanella, per il giogo e la messa in funzione della medesima campana si pagò la somma di 80 carlini. Si spesero, inoltre, 12 ducati per la porta a due ante della cappella completa di mascatura [la serratura]. Alle donne che avevano trasportato dei materiali nel corso dei lavori si pagarono 30 carlini, ed in fine per le corde occorrenti a calare i cadaveri nei fossi di seppellimento si spesero 72 carlini. Il 28 febbraio 1844, ultimati i lavori, il camposanto fu inaugurato e dopo la benedizione si accesero fuochi d’artificio per la spesa di un ducato.

 

Riguardo Cariati, la medesima legislazione del 1839 regolamentò la costruzione del camposanto che registrò la esecuzione delle fasi edilizie nel corso del 1840 e fino al 1844. Il progetto delle opere edilizie fu eseguito dal regio agrimensore Leonardo De Natale ed il luogo prescelto fu il terreno pertinente l’antica Chiesa degli Osservanti e quello delle strutture conventuali dei Frati Minori che vi avevano dimorato dal XV alla fine del XVII secolo. L’edificio religioso fu inglobato nelle mura perimetrali del cimitero e nel terreno circostante si eseguirono le inumazioni dei defunti che, con il trascorrere del tempo, assunsero una edilizia funeraria ben definita e stabile realizzando tombe con rivestimenti di marmi policromi ed epigrafi per ricordare le persone seppellite.

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       Nel 1844, presenti alla seduta del 21 aprile di quell’anno, sindaco del comune di Cariati, compresa la frazione Terravecchia, era Vincenzo Della Marra; i decurioni (oggi diremo i consiglieri comunali) erano: Michele Natale; Cesare Cipriotti; Camillo Palopoli; Gaetano Natale; Gaetano Zotite; Pasquale Venneri; Vincenzo Cristaldi; Luigi Parisi; Cesare Cipriotti; Francesco Antonio Curti.

      

       Nel 1855, presenti alla seduta del 25 ottobre di quell’anno, sindaco del comune di Cariati, con la frazione Terravecchia, era Saverio Romanello; i decurioni erano: Donato Scavello; Antonio Pismataro; Giovanni Faragò; Francesco Felice; Bruno Cipriotti; Cesare Di Santi; Camillo Palopoli; Filippo Chiriaci, Vincenzo Cristaldi; Francesco Mascambruno.

 

       A Cariati nel 1816, tale Margarita Grasso, di anni 60, dichiarava di essere levatrice.

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ALTRE CURIOSITA’

        Il 5 agosto 1809, Lorenzo Straino, di anni 70, eremita presso il romitorio di San Cataldo fuori la patria, dichiarava di avere trovato d’avanti la porta della cappella del santo una bambina di un giorno, avvolta in panni bianchi e in una fascia di cotone. Su di un cartellino attaccato al collo della bambina erano scritti i nomi ed il cognome da dare, ovvero: Maria, Carolina Fortunata. Dal Sindaco Vincenzo Cristaldi fu affidata ad una nutrice di nome Francesca Tursi.

        Il 20 aprile 1819, Mazzone Saverio, di anni 60, eremita al romitorio di San Cataldo, dichiarava che la sera del 19 aprile, all’incirca alle ore quattro, fu chiamato da un uomo che non riconobbe, aprì la porta del romitorio e vi trovò una bambina avvolta in alcuni cenci, senza segni o cifre o lettere, con due piccolissime cartelle contenente una un pò di zucchero e nell’altra poco miele. Dal sindaco Michele Natale la bambina fu affidata ad una nutrice di nome Risolia Romanello. Alla bambina fu dato il nome ed il cognome: Maria Di Cataldo (come segno di affidamento a San Cataldo).

       Il 7 novembre 1826, Suglia Francesco, di anni 61, eremita al romitorio di San Cataldo, dichiarava che la notte del 6 novembre, circa alle ore cinque, fu chiamato da un uomo che non riconobbe, trovò dietro la porta del romitorio una bambina, dell’apparenza di otto giorni, avvolta in alcuni cenci, senza segni o cifre o lettere. Dal sindaco Marco Venneri fu imposto il nome ed il cognome: Maria Rosa Di Cataldo (come segno di affidamento a San Cataldo).

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       Dopo questa premessa si riportano i dati elaborati dal registro dei morti del 1816 e che, come già anticipato, riguardano Cariati e la frazione Terravecchia.

 

  • Sindaco nell’anno 1816 era Vincenzo Parisi.
  • Il giudice del Tribunale di Rossano che vistò il registro era Giusto Della Monica.
  • Dalla visione delle certificazioni sottoscritte dai religiosi delle parrocchie interessate, si evidenzia che nel 1816, tra gli altri, operavano nelle due comunità i sottoelencati sacerdoti:

CARIATI: PARROCCHIA S. MICHELE

  • Parroco e Tesoriere – Agostino Mascambruno
  • Sacerdote – Gaetano Cicala
  • Canonico – Cataldo Ferrari
  • Leonardo Malatacca
  • Canonico – Benigno Cipriotti
  • Andrea Di Franco
  • Decano – Domenico Parisi
  • Canonico – Giovambattista Della Marra
  • Teologo – Paolino Curti
  • Benedetto Cristaldi

TERRAVECCHIA: PARROCCHIA S. PIETRO IN VINCOLI

  • Parroco Arciprete – Fortunato Leo

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Per rendere agevole la comprensione riferita ad alcuni mestieri si specifica che:

  • Il bracciale era il bracciante agricolo.
  • Il massaro di campi era il mezzadro o fattore.
  • Il custode di neri era il custode dei maiali – perché la razza autoctona aveva il manto nero.
  • Il civile era riferito al cittadino benestante.
  • Il ferraro era il fabbro ferraio.
  • Il vaticale era riferito al galantuomo, ad una persona di riguardo.

 

  • Va evidenziato, inoltre, che era uso avviare i bambini e le bambine ad un mestiere già in tenera età.
  • Riguardo le indicazioni delle strade, queste, nel periodo storico indagato, non fanno riferimento giuridico alla toponomastica come oggi la conosciamo perché non ancora regolamentata, infatti, l’Anagrafe della Popolazione Residente è stata istituita con la legge 24.12.1954 n. 1228. In realtà, con il termine Strada ci si riferiva ad un agglomerato di case, spesso contigue, che costituivano quella che comunamente in dialetto si chiamava “Ruga” (derivazione dialettale dalla parola francese Rue).

 

 

CARIATI

 

STRADA LA TRAVAGLIA

Vi morirono:

  • Aragona Serafina, anni 80, del fu Aragona Agostino e della fu Martire Francesca. Vedova di Pignola Bonaventura.
  • Pignola Nicola, anni 45, chirurgo, di Pignola Bonaventura e Aragona Serafina. Sposo di Nigro Maria Teresia – Figli: Lucrezia, anni 20, filatrice – Angelina, anni 16, filatrice – Elisabetta, anni 14, filatrice – Serafina, anni 10, filatrice – Giambattista, anni 8, fanciullo – Antonio, anni 4, fanciullo.
  • Greco Maria, anni 80, filatrice, di Greco Andrea e Garasto Vittoria. Vedova di Gualano Giuseppe.
  • Russo Domenico, anni 6, fanciullo, di Russo Serafino, anni 28, custode di neri, e Diana Gaetana.
  • Pinto Rosa, giorni 10, bambina, di Pinto Teresia.
  • Arena Serafina, anni 2, fanciulla, di Arena Domenico, anni 45, bracciale, e Tursi Rosaria.
  • Russo Maria, giorni 6, bambina, di Russo Domenico, anni 34, bracciale, e Ferraro Elisabetta.
  • Lettieri Rafaele, giorni 7, bambino, di Lettieri Giuseppe, anni 40, vaticale, e Caruso Lucrezia.
  • Milieni Cataldo, 1 giorno, bambino, di Milieni Rocco, anni 19, bovaro, e Aloe Porzia.
  • Cosentino Cataldo, anni 50, bracciale, del fu Cosentino Francesco e della fu Martire Elisabetta.
  • Longobucco Leonardo, anni 32, custode di neri, del fu Longobucco Antonio e della fu Bastone Verginea. Sposo di Librandi Angela – Figli: Verginea, anni 7, fanciulla – Antonio, anni 5, fanciullo – Maria, anni 3, fanciulla – Rosa, anni 1, fanciulla.
  • Di Franco Antonino, anni 52, bovaro, del fu Di Franco Pasquale e della fu Di Napoli Margarita. Sposo di Garasto Vittoria. Figli: Cataldo, anni 10, bracciale – Francesco, anni 8, fanciullo – Leonardo, anni 5 fanciullo – Giuseppe, anni 2, bambino.

Vi abitavano:

  • Papajanni Francesco, anni 27, sarto.
  • Risoleo Antonino, anni 64, bracciale.
  • Formaro Vincenzo, anni 65, bracciale.
  • Fortino Giacomo, anni 30, massaro di campi, zio di La Forza Saverio.
  • Cosentino Domenico, anni 60, bracciale, fratello di Cosentino Cataldo.
  • Milieni Mauro, anni 60, agricoltore, avo di Milieni Cataldo.
  • Greco Antonio, anni 29, bracciale, cognato di Lettieri Giuseppe.
  • Caligiuri Antonio, anni 48, bracciale.
  • Parisi Mauro, anni 46, massaro di campi.
  • Ricastro Pasquale, anni 35, bracciale.
  • Lettieri Giuseppe, anni 40, vaticale, cognato di Greco Antonio.
  • Mazza Cataldo, anni 62, bracciale.
  • Pignola Francesco, anni 50, massaro di campi.
  • Parise Mauro, anni 44, massaro di campi.
  • Russo Antonino, anni 50, bracciale, genero di Greco Maria e del fu Gualano Giuseppe.
  • Marino Pietro, anni 65, massaro di campi.

 

STRADA LA VALLE

Vi morirono:

  • Ferraro Nicola Lorenzo, giorni 5, di Ferraro Giovanni, anni 25, bracciale, e Toscano Francesca.
  • Grasso Elisabetta, anni 60, filatrice, del fu Grasso Matteo e della fu Papajanni Margarita. Sposa di Gerace Saverio, anni 29, pescatore.
  • Russo Maria Rosa, anni 27, filatrice, di Russo Pasquale, anni 70, bracciale, e di Trento Margarita.
  • Trovato Maria Grazia, anni 3, fanciulla, di Trovato Francesco, anni 40, barbiere, e di Greco Marianna.

Vi abitavano:

  • Formaro Giuseppe, anni 61, calzolaio, figlio del fu Formaro Michele, e della fu Carone Beatrice, fratello di Formaro Antonino.
  • Formaro Vincenzo, anni 77, bracciale, figlio del fu Formaro Michele, e della fu Carone Beatrice, fratello di Formaro Antonino e di Formaro Giuseppe.
  • Cosentino Domenico, anni 50, bracciale.
  • Russo Giuseppe, anni 40, pescatore, fratello di Russo Maria rosa e figlio di Russo Pasquale e Trento Margarta.
  • Toscano Lorenzo, anni 50, bracciale.
  • Cotrone Cataldo, anni 29, bracciale.

 

STRADA SOPRA IL PONTE

Vi morirono:

  • Cappello Pasquale, anni 5, fanciullo, di Cappello Leonardo, anni 34, bracciale, e della fu Fico Angela.
  • La Forza Saverio, anni 6, fanciullo, del fu La Forza Cataldo e di Tursi Domenica.

Vi abitavano:

  • Cappello Leonardo, anni 35, bracciale.
  • Aloe Gaetano, anni 30, bracciale.

 

STRADA IL PONTE

Vi morirono:

  • Cosentino Domenico, anni 28, bracciale, di Cosentino Saverio e Graziano Lucrezia.

Vi abitavano:

  • Graziano Francesco, anni 37, pescatore, fratello di Graziano Lucia e zio di Cosentino Domenico.
  • Acri Costantino, anni 36, bracciale, congiunto di Cosentino Domenico.

 

STRADA VICINO IL PONTE

Vi morirono:

  • Trenta Angela Maria, giorni 7, bambina, di Trenta Antonio, anni 56, pescatore, e di Nicatro Lucrezia.

Vi abitavano:

  • Cosentino Giuseppe, anni 34, bracciale.

 

STRADA VICINO LA GROTTE

Vi morirono:

  • Funaro Lorenzo, anni 76, bracciale, del fu Funaro Giuseppe, e della fu Volante Rella.

Vi abitavano:

  • Fortino Lorenzo, anni 54, bracciale.
  • Confalone Mauro, anni 55, bracciale.

 

STRADA LA GROTTE

Vi morirono:

  • Cicala Carlo, anni 2, fanciullo, di Cicala Francesco Antonio, carceriere, e di Monizza Fortunata.
  • Di Marco Bruno, anni 78, caprajo, padre e madre ignoti, nativo di Bocchigliero.

Via abitavano:

  • Acri Francesco, anni 30, bracciale.
  • Diana Leonardo, anni 28, vaticale.

 

STRADA LA PIAZZA

Vi morirono:

  • Lettieri Cataldo, anni 32, bracciale, del fu Lettieri Domenico e della fu Caligiuri Serafina.
  • Ferraro Maria Elisabetta, mesi 3, bambina, di Ferraro Pasquale, anni 44, massaro di campi, e di Greco Domenica.

Vi abitavano:

  • Manzo Andrea, anni 30, bracciale.
  • Manzo Vincenzo, anni 24, bracciale.

 

STRADA SOTTO IL CAMPANILE

Vi morirono:

  • Grasso Cataldo, anni 6, fanciullo, di Grasso Gaetano, anni 27, bracciale, e di Fortino Francesca.

Vi abitavano:

  • Grasso Francesco, anni, 34, bracciale, fratello di Grasso Gaetano e zio di Grasso Cataldo.
  • Di Napoli Gaetano, anni 54, bracciale.

 

STRADA SOTTO IL SEMINARIO

Vi abitavano:

  • Greco Cataldo, anni 36, vaticale, fratello di Greco Domenica e zio di Ferraro Maria Elisabetta.

 

STRADA BITULLO

Vi morirono:

  • Formaro Antonino, anni 60, bracciale, del fu Formaro Michele, e della fu Carone Beatrice.
  • Arena Francesco Saverio, giorni 8, bambino, di Arena Cataldo, anni 26, bracciale, e di Romanello Gloria.

Vi abitavano:

  • Confalone Domenico, anni 40, bracciale.
  • Marino Saverio, anni 38, massaro di campi.

 

 

 

TERRAVECCHIA

 

STRADA LA TIMPA

Vi morirono:

  • La Forza Gennaro, anni 13, fanciullo, di La Forza Saverio e di La Forza Vittoria.
  • Cosenza Anna, anni 80, filatrice, del fu Cosenza Michelangelo e della fu Bruanò Catarina.
  • Sposato Teresia Margarita, giorni 15, bambina, di Sposato Pietro, anni 45, bracciale, e di Coco Rosa.
  • Ligori Carolina, anni 1, fanciulla, di Ligori Antonio, anni 32, bracciale, e di Librandi Margarita

Vi abitavano:

  • La Forza Michele, anni 56, bracciale, zio di La Forza Gennaro.
  • Coco Francesco, anni 50, bracciale, figlio di Cosenza Anna, fratello di Coco Rosa e zio di Sposato Teresia Margarita.
  • Coco Tomaso, anni 48, bracciale.
  • Pigneri Francesco, anni 39, bracciale, zio di Ligori Carolina.

 

STRADA LA PIAZZA

Vi morirono:

  • Tavernese Vincenzo, anni 4, fanciullo, di Tavernese Pasquale, anni 48, massaro di campi, e di Lettieri Racaele.

Vi abitavano:

  • Lettieri Cataldo, anni 30, massaro di campi, fratello di Lettieri Racaele, zio di Tavernese Vincenzo.

 

STRADA LA CHIESA

Vi morirono:

  • Sero Gregorio, mesi 3, bambino, di Sero Arcangelo, anni 54, bracciale, e di Di Vincenzo Catarina.

Vi abitavano:

  • Pigneri Francesco, anni 40, bracciale.

 

STRADA LO STRITTO

Vi morirono:

  • Di Marco Domenico, anni 1, fanciullo, di Di Marco Margarita.

Vi abitavano:

  • Di Marco Francesco, anni 23, vaccaro, fratello di Di Marco Margarita e zio di Di Marco Domenico.
  • Di Marco Evangelista, anni 38, bracciale.

 

STRADA IL CASTELLO

Vi morirono:

  • Chiovaro Saverio, anni 78, bracciale, del fu Chiovaro Francesco e della fu Colerò Elisabetta.

Vi abitavano:

  • Tursi Salvatore, anni 29, bracciale.
  • Riccio Giuseppe, anni 64, bracciale.

 

STRADA LA GIUDECA

Vi morirono:

  • Affatato Anna, anni 51, filatrice, di Affatato Antonino, e di Di Leo Margarita.
  • Faragò Cataldo, anni 42, massaro di campi, del fu Faragò Domenico, notaio, e della fu Vasamì Anna, nativa di Cirò.
  • Faragò Margarita, ani 50, filatrice, del fu Faragò Domenico, notaio, e della fu Vasamì Anna, nativa di Cirò.
  • Filippelli Angela, anni 3, fanciulla, di Filippelli Gabriele e di Scalise Catarina.
  • Felice Antonio, anni 54, ferraro, del fu Felice Bruno e della fu Curcio Porzia. Sposa Affatato Teresia. Figli: Rachele, anni 17, filatrice – Tomaso, anni 4, agricoltore – Pietro, anni 10, agricoltore.

Vi abitavano:

  • Di Leo Giovanni, anni 36, bracciale, zio di Filippelli Angela.
  • Scalise Vincenzo, anni 35, vaccaro, fratello di Scalise Catarina e zio di Filippelli Angela.
  • Felice Basile, anni 44, massaro di campi, fratello di Felice Bruno, cognato di Affatato Anna.
  • Felice Antonio, anni 50, ferraro, fratello di Felice Basile e di Felice Bruno, cognato di Affatato Anna.
  • Greco Giacinto, anni 56, massaro di campi.
  • Diletto Giovambattista, anni 50, massaro di campi.
  • Di Leo Mauro, anni 52, caprajo.

 

STRADA SANTO FLORIO

Vi morirono:

  • Cariati Claudia, anni 87, filatrice, del fu Cariati Giuseppe e della fu Urso Catarina. Vedova di Scavello Giovanni.
  • La Forza Michele, anni 58, bracciale, del fu La Forza Giuseppe e di Cristaldi Margarita. Sposo di Librandi Catarina. Figli: Giuseppe, anni 16, bovaro – Maria, anni 14, filatrice – Leonardo, anni 12, bovaro – Carmine, anni 10, fanciullo.

Vi abitavano:

  • Scavello Giuseppe, anni 25, bracciale, figlio di Cariati Claudia e del fu Scavello Giovanni.
  • Pignataro Cataldo, anni 34, bracciale, cognato di Cariati Claudia.
  • La Forza Nicola, anni 47, bracciale, figlio del fu La Forza Giuseppe e di Cristaldi Margarita fratello di La forza Michele.
  • La Forza Giampietro, anni 60, bracciale, figlio del fu La Forza Giuseppe e di Cristaldi Margarita fratello di La forza Michele e La Forza Nicola.

 

STRADA LA MOTTA

Vi morirono:

  • Leo Saverio, anni 40, massaro, del fu Leo Tommaso e di Marino Claudia. Sposo di Diletto Maria. Figli: Laurantonia, 1 mese.
  • Leo Francesco, mesi 10, fanciullo, di Leo Filippo, anni 50, massaro di campi, e di Greco Candia.
  • Funaro Fortunata, mesi 3, bambina, di Funaro Rocco, anni 23, custode d’armenti, e di Di Leo Rosanna.
  • Caccuri Gaetano, anni 33, massaro di campi, di Caccuri Domenico, anni 63, massaro di campi, e di Ligori Rosa.

Vi abitavano:

  • Leo Luigi, anni 42, conciatore, figlio del fu Leo Tommaso e di Marino Claudia, fratello di Leo Saverio.
  • Cianciaruso Marco, anni 54, bracciale.
  • Faragò Francesco, anni 26, bracciale.
  • Di Fazio Pasquale, anni 34, custode d’armenti.
  • Caccuri Salvatore, anni 38, massaro di campi, di Caccuri Domenico e Ligori Rosa, fratello di Caccuri Gaetano.

 

STRADA LA MISERICORDIA

Vi morirono:

  • Ligori Cataldo, anni 18, bracciale, di Ligori Giovanni, anni 57, eremita nella chiesa di S. Maria del Carmine, e di Scalise Barbara.

Vi abitavano:

  • Ligori Domenico, anni 30, figlio di Ligori Giovanni e fratello di Ligori Cataldo.

 

STRADA SIGNORELLA

Vi abitavano:

  • Diletto Giovambattista, anni 55, massaro di campi.

 

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Redatto da Mauro Santoro, appassionato di ricerca storica, ha pubblicato i seguenti testi:

 

  1. Nel 1992: Il Martedì dopo Pasqua – Fede e devozione per la Beata Vergine del Monte Carmelo: Patrona e Protettrice di Terravecchia” – Tip. Pace.
  2. Nel 1997: “Terravecchia. Lineamenti di storia e vita amministrativa” – Tip. Pace.
  3. Nel 2002: “Terravecchia: Il Catasto Onciario del 1743 – Storia, cultura e cittadini” – Tip. Pace.
  4. Nel 2002: “La Parrocchia di S. Pietro in Vincoli in Terravecchia – Tratti di storia” – Tip. Pace.
  5. Nel 2005: “Il Principato di Cariati e gli Spinelli suoi feudatari – Note storiche di archivio (1505-1814) – Editoriale Progetto 2000.
  6. Nel 2008: “Giovanbattista Spinelli conte di Cariati e duca di Castrovillari alla corte dell’imperatore Carlo V” – Editoriale Progetto 2000; nel 2009, ha ricevuto la menzione speciale per gli studi storici alla XXIII edizione del premio Troccoli – Magna Graecia (Cassano allo Ionio).
  7. Nel 2011: “Terra Veterj – La comunità Jonica di Terravecchia tra memoria storica e modernità” – Editoriale Progetto 2000.
  8. Nel 2014: “L’autarchia tessile del regime fascista – Il ginestrificio di Cariati (1935-1943) – Editoriale Progetto 2000; ha ricevuto il premio Cassiodoro della Universitas Vivariensis (Cosenza).
  9. Nel 2020: “La Madonna del Carmine che sconfigge il drago – Origine e culto del martedì di Pasqua Terravecchia” – Editoriale Progetto 2000.

 

 

 

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