Cariati: le targhe estere. L’emigrazione.

Molte sono le persone che quest’anno ho incrociato per strada e in spiaggia nel mese di giugno/luglio. Più degli scorsi anni. Un dato che mi è stato confermato, in modo positivo, anche da alcuni operatori commerciali.

Una notizia che andrebbe analizzata per alimentare una riflessione comune in chiave di promozione e valorizzazione turistica del Paese. Ma ciò dovrebbe essere parte integrante di una comunità che vuole fare sul serio, e non improvvisare, sulla materia del turismo.

Nel frattempo, c’è un aspetto di carattere sociale che prevale in modo particolare più degli scorsi anni. Sono tantissime le automobili a targa estera che si incrociano in giro sul perimetro cittadino. Ciò significa che è aumentata, forse ripresa in modo forte, l’emigrazione dei cariantesi nel mondo in cerca di fortuna lontano dal loro Paese.

Si servono sicuramente di reti sociali consolidate che ormai facilitano e segnano il fenomeno da tantissimi anni. Un potenziale di persone che con forti sacrifici ha fatto strada e che non sente di spezzare il cordone ombelicale con la propria terra.

Un valore di non poco conto che fa comprendere quanto sia forte e indelebile il senso di appartenenza che contraddistingue queste persone. Su questo tema sarebbe il caso che l’amministrazione comunale facesse una riflessione e manifestasse la giusta attenzione.

Perché non dedicare, durante la bella stagione, ai cariantesi nel mondo, in forma di riconoscimento, una/due serate per trasferirgli il piacevole calore della loro terra anche in senso di riconoscimento per i sacrifici che stanno facendo.

Idee semplici per gente sensibile che sappia governare il proprio Paese, accogliendo così con cordialità chi prova a non spezzare il legame con i valori del proprio Paese, che sente e porta in giro per il mondo.

Nicola Campoli 

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