Ancora una pagina triste, oggi, a Cariati, sulla tutela del diritto costituzionale alla salute pubblica.

Prima che il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, si appresta a varare il nuovo Piano della Sanità nazionale, a Cariati si continua a morire, senza poter riservare al malcapitato di turno un primo intervento di pronto soccorso degno del suo nome. Morire in autoambulanza trasportando il paziente a Rossano, passando per l’ospedale Vittorio Cosentino, mi sembra un’assurdità senza limiti. La vicenda odierna, che ha scosso rabbiosamente l’opinione pubblica locale, si aggiunge a una situazione di incertezza che va avanti già da troppo tempo. La morte odierna del nostro concittadino, colto da un probabile infarto fatale, senza passare per il presidio del Vittorio Cosentino in smobilitazione, suona come un’ulteriore campanello di allarme. É una sconfitta sonora per tutti. L’amministrazione comunale di Cariati, insieme ai Comuni del circondario e all’intera classe politica espressione dell’area, nonostante il destino del nosocomio locale si sta discutendo altrove, deve fare sentire nuovamente la sua voce. Devono, tutti insieme, gridare e far propria la delusione dei cittadini di questo territorio. Occorre gestire attivamente, la riconversione dell’ospedale, affinché ci sia una rivisitazione sensata della struttura e non un accanimento, senza comprenderne i motivi, alla sua distruzione. Non e’ possibile continuare a vivere in un contesto sociale dove la sanità pubblica, diritto riconosciuto dalla Carta costituzionale italiana, e’ una meteora. Non si sa se esiste o su cosa si possa contare. Purtroppo, quello che e’ accaduto oggi può coinvolgere chiunque di noi. Ciò deve spingere ogni persona a riflettere su come riprendere le fila del discorso. Basta, serve una mobilitazione generale, in modo che l’ammimistrazione comunale si senta motivata nel riavviare l’interlocuzione con chi di dovere. Fermi non si può stare. Così facendo il territorio continua la sua agonia, registrando un sempre più veloce spopolamento. Chi può batta un colpo. Nel frattempo, i cittadini non si fermino a lottare per la tutela della loro salute. Tutto lascia presagire che il destino del Vittorio Cosentino sia già segnato, ma con questo non dobbiamo demordere. Bisogna riflettere su come ottimizzare la gestione complessiva della sanità locale, dando servizi in sicurezza ai cittadini, cosa che é a rischio, se il territorio non sarà compatto e unito nel presentare proposte comuni, in primis sentendo la popolazione. Nicola Campoli

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