In politica: bisogna vincere le tentazioni

Maliziosamente sono portato a pensare che “vincere le tentazioni” è la regola fondante dell’impegno politico

Non sono e non condivido il modus operandi dei processi sommari. Bisogna sempre dare fiducia alla magistratura, grazie alla quale vanno affrontati e chiariti nel rispetto delle parti tutti gli aspetti giudiziari.

La vicenda del Presidente della giunta regionale, Attilio Fontana, unitamente all’emergenza sanitaria in Lombardia, meritano un’attenta analisi dei fatti. Molti sono gli elementi che devono essere valutati per arrivare alla verità. Nessuno si senta vittima.

La questione della fornitura – donazione di camici alla Regione Lombardia da parte del cognato del Governatore Fontana – chiede i tempi necessari per tutte le verifiche del caso e non dei processi mediatici nell’assemblea regionale.

Con la lente d’ingrandimento proverei, invece, a fare una riflessione, forse anche un po’ banale, ma che punta a sottolineare le facili tentazioni alle quali vanno incontro i nostri politici/amministratori pubblici.

Maliziosamente sono portato a pensare che “vincere le tentazioni” è la regola fondante dell’impegno politico, ma che non è sempre facile rispettarla o meglio che tutti la rispettino. Eppure è attraverso questo sottilissimo imbuto che passa la rispettabilità dei politici e della politica.

Mantenersi eticamente ineccepibili, quando un fiume di denaro pubblico, specialmente in occasioni di un’emergenza, ti passa sotto il naso, non è sempre cosa facile, ma è lì che si testa la vera forza e onestà di un politico/amministratore, che punti a diventare un leader inattaccabile nell’ambito della società in cui opera, macro o micro che sia. Ciò significa, quindi, calibrare bene cosa si intende per impegno a servizio della comunità e nell’interesse generale di essa.

Oggi più che mai il recupero del gap tra politici/amministratori e cittadini dipende da quanto si riuscirà a essere per davvero ineccepibili, evitando così ogni possibile tentazione. Questo è un tema potenzialmente esplosivo che va monitorato e per il quale passa la propria credibilità di chi decide di amministrare la “cosa pubblica”.

Nicola Campoli

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