terminato da un anno, lo stadio è ancora chiuso

CARIATI – Riesplode la voglia di calcio in una città che nella “pedata” ripone un orgoglio antico, cementato da sacrifici e successi raccolti in ogni angolo d’Italia. Chi non ricorda la gloriosa Cariatese, squadra temuta e rispettata per oltre mezzo secolo sui campi dilettantistici della Penisola? Ora ci riprovano due piccole società di terza categoria: l’una in cima alla classifica da inizio campionato; l’altra con ottime prospettive di riuscire ad entrare nel gruppo che ambisce alla promozione; ma entrambe concorrono a riaccendere gli entusiasmi di un tempo non troppo lontano. I nostri eroi della domenica giocano nello storico stadio comunale del Rinacchio, quello che lambisce l’azzurrissimo Jonio, teatro di epiche battaglie. Ormai “vecchia” ed inadeguata ad uno sport in evoluzione, la struttura, più volte dichiarata inagibile e poi in qualche modo “sanata”, mostra, evidentissimi, i segni del tempo: ci vorrebbe un nuovo impianto. Che c’è: nuovo di zecca, perfetto, conforme a tutti i parametri di sicurezza. In contrada Varco, appena fuori il centro storico, lo stadio si mostra in tutta la sua maestosità. Costato oltre 424 mila Euro, tutti a carico della provincia di Cosenza, ha un solo difetto: non è mai entrato in funzione. Perché? È la domanda del consigliere comunale di minoranza Tommaso Critelli (Udc): “Corriamo il rischio che un’opera così importante per la comunità possa trasformarsi nella solita cattedrale del deserto. Eppure sembra tutto in ordine”. Sembra, ma deve esserci qualcosa che non va: “I lavori sono stati ultimati da un anno esatto e ci piacerebbe proprio capire come mai la struttura non è stata ancora consegnata alla città. Ci sono problemi con l’impresa che l’ha realizzata? Ci sono questioni con la provincia di Cosenza? O cosa altro?” Il dubbio: “Non è che si sta aspettando qualche altra consultazione elettorale (le comunali sono fra un anno, ndc) per inaugurare il nuovo stadio in pompa magna al fine di raggranellare consensi?” Critelli reclama risposte: “Onestamente non credo, come insiste il sindaco, che l’unico intoppo sia rappresentato dalla mancanza di collegamento idrico se proprio ad una decina di metri dall’impianto c’è una nota e consistente area pubblica ove si raccolgono, convogliandole, le acque potabili dell’acquedotto del Lese. Il sospetto, o la quasi certezza di una grossa confusione, a questo punto è più che legittimo. Si abbia il coraggio di dire come stanno le cose e ci si impegni per sbloccare una situazione che, francamente, è incomprensibile: lo dobbiamo ai nostri ragazzi, soprattutto a quelli che non hanno ancora 18 anni, anche se non votano”.

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