Sognare non ha prezzo: Cariati estate 2028! !

Al risveglio faccio i conti con la dura realtà

Per una volta provo a estraniarmi dal riflettere sul momento politico – amministrativo. Evito di soffermarmi sulla fotografa degli ultimi 30 giorni. Oltrepasso le ragioni delle singole parti politiche – che rispetto tutte nelle loro specifiche posizioni – ma non posso esimermi dal manifestare, senza troppi giri di parole, il dispiacere personale e il forte rammarico per la vicenda che si é abbattuta su Cariati.

Allora complice un sogno premonitore, che mi ha proiettato in una Cariati dal volto nuovo, mi diverto a scrivere delle piacevoli sensazioni che ho provato e da cui mi sono lasciato sfidare, seppure, ahimè, solo nell’immaginazione. Tutto forse é anche il portato di un subconscio che fa i conti con la realtà locale, piuttosto ripiegata su se stessa e alla perenne ricerca di una direzione ambiziosa.

Il mio viaggio nel futuro é anche un utile esercizio per chi legge, che potrebbe farsi coinvolgere dal simpatico gioco della ricerca dei sogni che guardano al domani. Merce molto rara.

Agosto 2028 sono in giro per il paese e mi accorgo che tutto attorno é attraversato da colori, luci, profumi e suoni che esaltano un contesto di novità, riempiendo il cuore di sensazioni positive, spazzando via quella coltre di negatività che molte volte offusca la mente.

Mi trovo all’improvviso in compagnia di tantissimi turisti. Italiani e stranieri che mi parlano di quanto il loro soggiorno abbia inciso magicamente sul loro umore. Rendendoli felici e contenti, perché Cariati é ricca di energie positive che stimolano la mente.

Gente entusiasta che esalta l’accoglienza ricevuta e le bellissime sensazioni che ha provato, vivendo usi e costumi delle più antiche tradizioni locali. Un patrimonio che non ha eguali e che moltiplica l’interesse per Cariati e che alimenta il passa parola positivo.

Mi parlano soddisfatti dei servizi di cui hanno usufruito. Lodevoli nel loro insieme. Il successo é dettato da una visione di medio/lungo periodo che ha permesso di raggiungere numeri importanti in termini di aumento delle presenze e della qualità dei turisti, che sono andati a moltiplicarsi negli anni. Una lenta e graduale costruzione senza mai voltarsi indietro.

Al risveglio faccio i conti con la dura realtà. Mi accorgo che sono, ahimè, nel 2018 e tutto mi appare appiattito. Scorgo che manca una visione d’insieme. Beh, non intravedo in giro un serio progetto di comunità, come anche una seria autocritica per immaginare un nuovo progetto di rilancio di Cariati se mai ci sarà un nuovo inizio.

Occorre uscire dalla tana. L’incertezza su come imbastire il nuovo corso deve trasformarsi in una decisione che va oltre le forme di sfrenato individualismo dei singoli e la miopia a breve, a vantaggio della cooperazione spinta, che punti a costruire scenari futuri per parlare della nostra storia, della nostra comunità e del nostro destino. E, in ogni caso, per quanto appaiono evidenti limiti e criticità non si può non provare a vivere la sfida del cambiamento.

Il “nostro” – mi scuso per il generoso abuso – é frutto del profondo sentimento d’amore che provo per Cariati, che vorrei vedere tanto proiettata più in alto possibile, perché lo merita, avendone tutte le capacità e potenzialità.

Ciao Estate 2018. Il mio umore non è quello dei turisti che ho sognato – che hanno vissuto e assaporato un territorio che sprizzava gioia e felicità da tutti i lati – ma credo che si sia capito, come in fondo qualcuno ha colto incontrandomi in questi giorni di metà agosto che immaginavo più brillanti.

Mi auguro per Cariati giorni migliori e più lucenti.

Nicola Campoli

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