Silvio Santo Subito

È vero, non è mai successo finora: nemmeno a san Francesco d’Assisi e al più recente san Pio da Petralcina, ma nessuno merita questo primato più di lui, a maggior ragione ora che la sua salute declinante ingenera il timore che Egli possa abbandonare questo mondo, per il quale tanto si è sacrificato e al quale tanto ha dato, sempre dedicandosi assiduamente alla crescita della sua serenità, del suo benessere, della sua pace, della sua gioia e del suo patrimonio.

Suoi di chi, vi state chiedendo voi: del mondo o dello stesso Silvio? E’ un dubbio maligno e fomentato da iniquo pregiudizio. Peraltro, se è pur vero che i due succitati uomini di fede hanno ricevuto le stimmate, inequivocabile marchio della loro santità, è altrettanto vero che Silvio è stato stigmatizzato per anni dai cattivi magistrati dalle toghe rosse, i quali lo hanno martirizzato accusandolo delle più inique nefandezze, come ad esempio dichiarandolo contiguo alla mafia, solo perché il suo fraterno amico, sodale e consigliere Marcello Dell’Utri, cofondatore del suo partito, ha subito una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, o peggio ancora per aver offerto asilo e lavoro a un certo Vittorio Mangano, proprio su segnalazione dello stesso Dell’Utri. Il Mangano trafficava in stupefacenti, commetteva omicidi ed era un mafioso dichiarato, ma le intenzioni di Silvio dell’accoglierlo sotto il suo tetto erano chiaramente filantropiche: egli intendeva ricondurre il malfattore sulla retta via.

Ma i magistrati dalle toghe rosse, animati dal demonio, hanno insistito nel perseguitare Silvio anche per via di taluni giri di miliardi fra Mediaset, gli USA e certi paradisi fiscali, accusandolo di evasione fiscale e di truffa ai danni dello Stato; e la persecuzione è giunta addirittura a una condanna definitiva in Cassazione! A parte il fatto che la frequentazione dei paradisi, per quanto fiscali, da parte di Silvio, ne dimostra la patente di santità, era evidente che le sue intenzioni erano pie, in quanto quei fondi sottratti agli occhiuti vampiri del fisco egli intendeva destinarli ad opere pie.

La cosa è dimostrata dall’assidua attività che Silvio ha svolto, fin quasi a sfiancarsi, dando assistenza a giovani fanciulle che, grazie al suo aiuto, anziché scivolare sulla triste china della perdizione hanno potuto assurgere alle vette della notorietà televisiva e agli scranni del Consiglio Regionale Lombardo. È arcinoto che la generosità di Silvio era tale da offrire a quelle fanciulle un desco, un tetto in via Olgettina e anche un letto. Vabbè, quel letto spesso era il suo, ma la sua intenzione era di offrire a quelle fanciulle sollievo e conforto, e durante le cene consumate a quel desco Silvio instillava nelle fanciulle sani principi di moralità, moderazione e pudicizia. E non badava, Silvio, alle origini delle fanciulle in questione, poiché accoglieva sul suo seno bionde, more, castane, rosse, igieniste dentali e nipoti di Mubarak, ponendo come unica condizione un’età anagrafica intorno ai ventitré o venticinque anni.

Silvio inoltre è sempre stato uno strenuo difensore della verità e della libertà e per questo, novello Savonarola, dal pulpito bulgaro lanciò una sacrosanta invettiva contro i biechi Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, che perciò furono giustamente allontanati dalle emittenti pubbliche, affinché cessassero di diffondere maligne e tendenziose notizie al suo riguardo. D’accordo, dicevano la verità; ma la verità è sacra, mica la si può diffondere così, senza un minimo di censura e di controllo preventivo.

E che dire, ancora, dell’amore di Silvio per la famiglia, tale che di famiglie ne ha messe insieme non meno di quattro?

Dunque lunga vita… ma che dico lunga? Eterna vita a Silvio. E soprattutto sia conferita subito a Silvio la gloria degli altari, poiché nessuno ha fatto per gli italiani… ma che dico per gli italiani? Per il mondo! Nessuno ha fatto per il mondo (diffondendo anche le lingue africane, come attestato dai famosi “bunga-bunga”) più di quel che ha fatto Silvio.

L’unico dubbio è: con quale appellativo dovrà egli essere lodato sugli altari? San Silvio da Arcore? Oppure Protettore delle nipoti di Mubarak? O forse sarà meglio San Silvio delle Cene Eleganti? È un dubbio che potrà essere sciolto solo dal Sacro Tribunale che dovrà finalmente riconoscere a Silvio i meriti che, ingiustamente, finora gli sono stati negati. Piego il ginocchio e porto le mani al cuore. Con fronte umilmente china, invoco dunque: Silvio Santo Subito.

Chi lo merita più di lui?

Giuseppe Riccardo Festa

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