SCALA COELI ED IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ: NON È UN LAMENTO GRECO!

SCALA COELI

»Antonio Loiacono

5 Aprile 2023 – 5 Aprile 2024: un anno fa, causa la mancata manutenzione sulla SP 260 Scala Coeli-Terravecchia, anacronisticamente ancora chiusa dopo 18 anni (Ordinanza Provinciale del 21/04/2006); un tratto di strada in località “Arone”, nel Comune di Scala Coeli, collassa inghiottendo (per fortuna senza danno alcuno) una vasta area di asfalto.

Dopo qualche giorno, il presidente della Provincia, Rosaria Succurro, “scortata” da un codazzo di guardie provinciali, tecnici, politici locali e vari “lacchè”, fa visita sui luoghi dello scampato disastro assicurando: “Questo Comune non resterà sconnesso. L’intenzione della Provincia è quella di connettere tutti i territori dando loro maggiore attenzione oltre a dare la possibilità alle aziende, di lavorare. La mia presenza, oggi, non è una visita di facciata, porto con me risposte concrete alle esigenze di questo territorio. Come amministrazione provinciale abbiamo già destinato 450mila euro per la problematica in questa area: avvieremo tutte le procedure e i lavori inizieranno nei tempi più brevi possibili. Chiederò ai miei uffici di accelerare le relative procedure.”

Proviamo a navigare tra le pagine del sito istituzionale dell’Ente provinciale alla ricerca di un finanziamento, di un bando di gara, di una gara di appalto ma anche dei “destinati” 450mila euro dichiarati dalla Succurro: niente di tutto questo!

A dire il vero, in quel periodo vigeva un finanziamento di 450mila euro ma era regionale e per i Comuni “bandiera blu”!!!

Eppure, tra un rinvio e l’altro, dopo uno storico “palleggiare”, in paese prende piede la narrazione di un affidamento di questi lavori dopo la Pasqua 2024: molto genericamente così!

Una ulteriore ricerca “Scala Coeli”, sul medesimo portale, ci restituisce un’unica notizia che risale al 2016: “…Il vice Presidente Franco Bruno consapevole di quanto esposto dai presenti alla riunione, ha rassicurato i cittadini impegnandosi a mantenere in efficienza le strade provinciali attualmente percorribili, per non arrecare ulteriori disagi alla popolazione……il vice Presidente della Provincia, concordemente con il Commissario di Scala Coeli e il Sindaco del Comune di Terravecchia, ha assicurato il sostegno a iniziative comuni atte a coinvolgere della problematica l’Ente Regionale. Iniziative indispensabili – concludeva Franco Bruno – perché a causa dei noti tagli finanziari subiti dalle Province, l’Ente non è in grado di sostenere da solo gli impegni finanziari necessari per rendere funzionale la rete stradale”: guarda caso si parla sempre di strade!

Ma invano! Niente che ci faccia risalire ad una ipotetica e non ancora istruita gara di appalto propedeutica ad un preventivo bando. Di questa “illusione” non v’è traccia!

Ora, è vero che il lamento dei greci, che permea ancora le nostre terre, è un “vulnus” secolare, un’emanazione storica che persiste nel tessuto della nostra società. Viviamo in una regione intrisa di una quiete apparente, punteggiata solo da sporadici sussulti, caratterizzata da una quiete quasi immutabile.

Spesso, le brevi scosse di attivismo sono guidate da coloro che reclamano il cambiamento e l’innovazione, ma troppo spesso queste voci si perdono nel vuoto, lasciando che la normalità riprenda il suo corso come se nulla fosse accaduto. È come se la nostra regione fosse destinata a oscillare tra momenti di fervore e periodi di apatia, senza mai riuscire a trovare una stabilità duratura

Tuttavia, questo risveglio è effimero, destinato a dissolversi nel vuoto lasciando che la normalità riprenda il suo corso, come se nulla fosse accaduto. Ci troviamo così circondati da un ciclo apparentemente infinito: dalle grida di protesta al silenzio assordante, fino al ritorno dei “saltimbanchi” di turno che offrono soluzioni miracolose per poi scomparire nel nulla poco dopo. In questo scenario, il lamento dei greci risuona ancora nelle nostre terre, un’eco secolare che ci ricorda le ferite del passato e le sfide del presente, la fragilità della nostra identità e la persistenza delle nostre ferite storiche. È un richiamo alla consapevolezza di un passato carico di tensioni e conflitti, di lotte e sacrifici che hanno plasmato il nostro presente; un invito a smettere di ripetere gli stessi errori e a cercare soluzioni più sostenibili e durature per affrontare le sfide del presente. Dobbiamo smettere di accontentarci di illusioni effimere e di cercare soluzioni superficiali ai nostri problemi. È tempo di affrontare le sfide con determinazione, di lavorare insieme per costruire un futuro migliore, non solo per noi stessi, ma anche per le generazioni a venire.

Solo così il lamento dei greci potrà trasformarsi in un canto di speranza e di rinascita per le nostre comunità e magari in un tocco magico risolutivo delle inerzie che circondano i nostri territori!

Print Friendly, PDF & Email

Visits: 163

Puoi essere il primo a lasciare un commento

Lascia una risposta