MONDIALI. “IL CUCCHIAIO ALLA STORIA DEL MAROCCO, PORTOGALLO SI’ SENZA CR7 MA CON RAMOS”.

di Marco Toccafondi Barni

– “Er cucchiaio” alla storia lo  mette Hakimi. Un ex interista di belle speranze, oggi a Parigi. Non a caso esulta mimando un pinguino per scherzare col suo amico e compagno di squadra Mbappè. E’ lui che trasforma l’ ultimo rigore in una partita tiratissima. Equilibrata come poche altre in questi Mondiali, contro una Spagna che non gira. Certo, forse il marocchino non lo avrà pronunciato alla romana come fece Francesco Totti, quell’ intenzione di calciare i rigori dall’ alto di un’ esclusiva per piedi fatati, però è anche la fotografia perfetta di un Mondiale bello quanto sorprendente. Dove un ragazzino del 2001 entra quasi per caso al posto del più grande giocatore degli ultimi decenni, Cristiano Ronaldo, e si porta il pallone a casa: sono 3. I gol, ovviamente per lui. E’ sempre Magic Mundial.

Mentre un apparente “piccolo” Marocco, la cosiddetta Cenerentola, da zucca si trasforma nella carrozza più dorata e forse pronta per viaggiare verso la semifinale. Sarebbe la prima volta nella storia per una squadra africana, dopo i tentativi del Camerun in Italia nel 1990 e poi dal Ghana in Sudafrica, nel 2010, ai Mondiali dello Waka Waka. La prima volta in assoluto, però, per un paese arabo. Lo si è capito dallo stadio, praticamente quasi tutto dalla parte dei magrebini.

Marocco – Spagna = 3 – 0 (dcr)

– All’ Education City va in scena un primo tempo molto equilibrato tra le furie rosse e il Marocco, anche troppo, tanto che la partita non decolla, è bruttina.

Probabilmente la squadra di Luis Enrique in fase di possesso si fa preferire, del resto si tratta pur sempre della Spagna, però i ragazzi di mr. Regragui si rendono pericolosi in contropiede e sono sempre attentissimi e ben organizzati, messi in campo con una perfezione maniacale dal loro allenatore. Le occasioni allo scadere dei primi 45 minuti ci sono, non troppe c’è da dire, ma se ne vedono alcune, soprattutto una traversa colpita da Gavi a causa di un errore del portiere Bounou in fase di costruzione. Costui ancora non sa di essere il predestinato della serata, quello baciato  dalla storia con la S maiuscola. Parerà tutto. Tuttavia il risultato resta bloccato e si va al riposo a reti inviolate.

La ripresa è più godibile, anche perché “La Roja”, soprattutto nel finale, spinge e crea altre occasioni clamorose, per esempio  un palo colpito, in probabile posizione di fuorigioco, allo scadere. In caso di gol il Var avrebbe detto la sua. Nulla da fare, finiscono sia i 90 sia i supplementari e le reti restano bianche.

Saranno ancora rigori, quindi, ma stavolta i 16 metri regaleranno una sorpresa agli amanti del pallone: la squadra all’ apparenza svantaggiata vince e i padroni nel mondo del calcio in quest’ ultimo decennio tornano in Spagna. Finisce così, con un perentorio 3 a zero per i nordafricani, che approdano ai quarti di finale dove incontreranno il Portogallo. Un altro appuntamento con la storia, questa volta quella vera.

Mentre le “Furie rosse” sbagliano tutti i rigori e non solo.  Luis Enrique è una gran persona e viene ricordato ovunque come un uomo di valore. Persino nella Roma giallorossa, dove certamente non c’è una tifoseria clemente con gli allenatori che non fanno bene, ma è anche un dogmatico e ieri ha sbagliato parecchio, a partire dai cambi. La punizione è stata la più severa: “La Roja” a casa, clamorosamente. E anche le geopolitica scende in campo: la nazionale del Maghreb a fine gara ostenta la bandiera della Palestina. A proposito di diritti e diritto.

Portogallo – Svizzera = 6 – 1 (17°, 51° e 67°  G. Ramos, 33° Pepe, 55° Raphael Guerreiro, 90° + 2°R.Leão, 58° M. Akanji)

– E’ la magia che solo un mondiale sa regalare: un ragazzino del 2001 entra, timido, al posto di Cristiano Ronaldo e fa una tripletta. Questa roba succede solo ai Mondiali. E’  una notte di stelle in Qatar: una cadente, Cristiano appunto, un’ altra nascente: Goncalo Ramos. Insomma, nessuna lesa maestà. E’ stata una scelta tecnica azzeccata escludere sua maestà CR7, da parte di Fernando Santos, infatti il Portogallo ha fatto la sua miglior partita in questo Mundial. Il sostituto è stato il migliore in campo con una tripletta storica.

I lusitani dominano in lungo e in largo durante i primi 45 minuti. Passano 17 minuti e vanno in vantaggio con Ramos, poi raddoppiano dopo un altro quarto d’ora con Pepe. Per una Svizzera, davvero deludente, solo 2 occasioni, una con il solito Shaqiri e poi con Freuler, però gli elvetici non entrano mai in partita e quindi finisce in goleada. Sarà un tennistico 6 a 1 finale,  con qualche responsabilità di troppo per il sex symbol tra i pali degli svizzeri: Sommer. Non sempre impeccabile oggi, anzi.

Ora per il Portogallo c’è il sorprendente Marocco. Un match decisivo per entrare nel Pantheon del calcio.

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