MEGALOTTO 3 DELLA STATALE 106: OCCORRE PRETENDERE UNA BUONA STRADA NEI TEMPI STABILITI

di Fabio Pugliese, ex presidente dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”

Autore del libro “Chi è Stato?”


Su una certa stampa si è letto nei giorni scorsi che i cantieri del Megalotto 3 sono aperti. Si è già pronti a realizzare il primo viadotto; è stato investito il 12% dei 1.335 milioni di euro previsti per l’Opera e – se proprio non ci credete – ci sono le foto! Questa però è la stampa “vicina” – diciamo così – al Contraente Generale che costruirà l’Opera ed a quella politica parlamentare che oggi è al Governo e che vuole, insieme ai Sindacati, che vada tutto bene e che i cittadini lo credano e ne siano convinti. “E sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re”.

L’altra stampa, invece, è quella di Rocco Gentile, autorevole ed apprezzabile firma della “Gazzetta del Sud” (per la verità di questo quotidiano è l’unica in provincia di Cosenza), che in un suo articolo racconta che “si sta faticando per liberare il tracciato da alberi e piantagioni nei terreni privati ormai espropriati, mentre nei centri montani di Albidona ed Alessandria del Carretto si sta ancora cercando di trovare l’accordo economico con alcuni imprenditori che vedranno i loro capannoni rasi al suolo perché l’area ospiterà le quattro carreggiate”, e poi continua con altre informazioni, di cui molte sono fuorvianti (ma si capisce il perché leggendo il passaggio in cui afferma di averli appresi “a mezza bocca dall’Anas”).

Devono ultimare le operazioni preliminari all’avvio dell’Opera; non è stata cancellata la riserva sulla consegna dei lavori; non esiste traccia di un Campo Base; non sono apposto neanche con gli allacci dell’Enel; eppure ancora continuano ad affermare che i lavori sono partiti pensando che i calabresi abbiano l’anello al naso…

Infondo, se tutto andava bene i sindaci dell’alto Jonio cosentino non avrebbero mai e poi mai occupato pacificamente la sede dell’Anas a Trebisacce… Se tutto andava bene la nota trasmissione televisiva di LA7 “L’Aria che tira” non avrebbe dedicato uno spazio ai lavori mai partiti del Megalotto 3 e, se tutto andava bene, il quotidiano nazionale “Domani” non avrebbe dedicato un articolo all’opera mai partita del 3° Megalotto della “Jonica” in Calabria.

Se tutto andava bene, nell’ultimo periodo dell’articolo di Rocco Gentile, non avremmo letto “e senza ulteriori ritardi, nel giro di sei-sette anni al massimo” sarà ultimata l’Opera ma avremmo letto che dovrà essere consegnata entro l’agosto del 2006: esattamente ciò che ha annunciato l’ex Ministro del Partito Democratico Paola De Michemi insieme al Vice Ministro Cancelleri il 19 maggio 2020 quando hanno addirittura inaugurato l’avvio dei lavori dell’Opera.

L’Ex Ministra del PD è quella che dopo aver inaugurato l’Opera ha dato un acconto al contraente generale pari al 30% (…), mentre l’attuale sottosegretario Cancelleri è “il compagno di scuola” dell’Ing. Silvio Cananella che, per coincidenza, oggi è Responsabile Nuove Opere per la Struttura Territoriale dell’Anas in Calabria ma anche RUP del Megalotto 3 nonostante sia un dirigente di prima nomina (come riporta il quotidiano “Domani”).

Poi c’è il Ministero delle Infrastrutture che rende noto il DCPM in cui l’Ing. Simonini viene nominato Commissario della Statale 106 ma qui, leggendolo, scopriamo che lo stesso Simonini non è il Commissario al Megalotto 3 ma lo è solo per gli interventi, dal valore di 874 milioni di euro, previsti da Sibari fino a Reggio Calabria… Sul Megalotto 3, DCPM alla mano, Simonini è solo l’amministratore delegato di Anas Gruppo FS Italiane…

Eppure, basterebbe poco per capire che fino ad oggi il grosso di quanto è stato investito sull’opera è finito nella produzione di conci in calcestruzzo e impalcati metallici realizzati fuori regione (al fine di giustificare una produzione che diversamente ad oggi non avremmo mai potuto avere). Così come è evidente che si è già accumulato un ritardo significativo sul cronoprogramma che rischia di essere ulteriormente compromesso da alcune varianti sulle progettazioni che è meglio tacere per non allarmare l’ANAC e la Procura di Catanzaro (ma di cui tutti parlano con vibrante preoccupazione in Anas…).

A tal proposito vorrei ricordare che la Procura di Catanzaro – si legge sulla stampa – ha chiesto il rinvio a giudizio per Alessio Marino Ajmone Cat, di 60 anni, di Milano, ingegnere progettista della Astaldi Spa e per Michele Mele, di 79 anni, di Bari, ingegnere collaudatore statico, nell’ambito dell’inchiesta sul crollo di un muro di contenimento di una rampa di accesso al nuovo tracciato della statale 106 in località Germaneto di Catanzaro. Otto milioni di euro, sono stati necessari per la realizzazione dello svincolo che, nonostante la sua giovane età, essendo stato realizzato nel 2013, ha ceduto già dopo 5 anni.

Meno male che è crollato solo il muro di uno svincolo verrebbe da dire… Perché se mai crollasse la Galleria Schiavi o il viadotto Stellitano del 3° Megalotto probabilmente tutto risulterebbe molto più grave…

Ecco perché bisogna continuare a sperare che arrivino presto le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, che il peggiore Assessore regionale alle infrastrutture nella storia della Calabria, quello attuale, venga sostituito da qualcuno più capace che riesca a mettere intorno ad un tavolo i sindaci dell’alto Jonio cosentino, il prefetto, le forze sociali e le forze dell’ordine affinché riescano insieme a chiedere conto all’Anas ed al Contraente Generale al fine di monitorare e seguire un processo che deve dare ai calabresi una ottima strada nei tempi previsti e non l’ennesimo scandalo di cui non abbiamo bisogno e che farà parlare a “L’Arena” di Gilletti per le intere prossime stagione televisive…

Ing. Fabio Pugliese

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