di Giovanni FERRARI
Ho già scritto al Dott. Luigi DE MAGISTRIS, affinché potesse decidere di candidarsi alla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria, non solo per mio desiderio, ma soprattutto perché richiesta da migliaia di cittadini onesti, apprendo, oggi con mia grande e totale soddisfazione che il mio sentito e corale appello è stato recepito; infatti il Dott. De Magistris ha sciolto ogni riserva ed ha annunciato la sua scesa in campo. Adesso inizia la grande battaglia politica, tra gli uomini onesti e gli uomini disonesti, tutta la vecchia politica corrotta e tutta la porcata vecchia politica di massomafia. Gli scandali e la corruzione cui i calabresi sono costretti oggi ad assistere, in cui sono coinvolti il marcio oscuro dell’UDC della Calabria e il loro segretario nazionale Lorenzo CESA.
Oggi, più che mai si avverte la necessità di dare una svolta decisiva e definitiva alle prossime elezioni regionali, dipende da ognuno di noi, da liberarsi finalmente dalla melma in cui siamo costretti a convivere.
L’onestà morale ed intellettuale di Luigi Di Magistris è stato il suo pane quotidiano, spesso oggetto di aspri dibattiti pubblici in cui è sempre emerso una richiesta unanime di onestà, di probità, di affidabilità, questa necessità, questa richiesta, questa domanda si è fatta sempre più pungente e pressante, culminando nella cosiddetta questione morale, grande battaglia di lotta e passione politica, tanto sentita dal nostro Enrico BERLINGUER, segretario nazionale del Partito Comunista, il cui apice è stato oggi raggiunto nella famosa inchiesta di MANI PULITE.
La questione dell’onestà morale rimane oggi al primo posto; la polemica contro i politici corrotti, disonesti ed affaristi che rubano, è sempre stato il suo cavallo di battaglia, per De Magistris combattere la corruzione è uno dei compiti politici più importanti ed interessanti delle sue battaglie e lotte politiche: ONESTA’.
L’onestà è la moralità è un comportamento elementare ed è un dovere che riguarda tutti: dal fruttivendolo che non si frega sul peso e sul resto o non ti rifila mele marce al posto di buone; al partecipante ad un concorso pubblico che non deve farsi raccomandare ma deve combattere ad armi pari; rubare non è la sola forma di disonestà, in politica si parla spesso di una cosa più importante ed impegnativa e si chiama senso dell’onore.
De Magistris è un ex magistrato, lottato e combattuto in Calabria nel ruolo e nelle sue funzioni, dai poteri forti, occulti e massonici; è uno prestato alla politica come tanti accademici, scienziati e docenti universitari, che grazie alla propria onestà intellettuale, è in grado di amministrare la Regione Calabria e la cosa pubblica oculatamente rispetto a politici corrotti e disonesti dediti alla corruzione e al malaffare.
Il problema dell’onestà viene affrontato con tanto senso di onestà da Benedetto CROCE: “Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi uomini.
Abbiamo bisogno di più gente onesta”, ponendo la questione secondo termini più pratici che tengono conto del compito proprio del politico, che deve essere un uomo capace di disbrigare situazioni di natura pratica. Il politico, nella sua capacità, deve essere necessariamente onesto perché se la sua onestà venisse meno, egli non risulterebbe più capace del suo agire concreto, al politico De Magistris non deve essere richiesta semplicemente mera onestà intellettuale, bensì capacità che in essa risolve e conserva l’onesta medesima da quando con grande dignità amministra il Comune di Napoli.
La questione morale e la corruzione in Calabria, oggi, fa tutt’uno con l’occupazione da parte dei partiti governativi, delle loro correnti, dei personaggi corrotti ed arrestati, fa tutt’uno con la guerra tra bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i loro metodi clientelari ed affaristici, pertanto necessita una svolta radicale e provare con forze di serio rinnovamento, aggredendo in pieno la questione morale andando alle radici sulle sue cause politiche. Quello che oggi necessita e deve interessare ai calabresi è la rinascita e lo sviluppo della Calabria.
L’appello alla onestà e alla moralità intellettuale, ha sempre trovato spazio nel dibattito politico di Luigi De Magistris, in Calabria è diventato tema pressante, e persino preminente; le tante inchieste che portano il suo nome, avevano portato alla luce una trama corruttiva sistematica con al proprio centro i finanziamenti e gli illeciti, collateralmente a svariati arricchimenti privati, pertanto è stato costretto ed allontanato, a subire umiliazioni e mortificazioni dai poteri occulti e massonici all’interno e all’esterno della magistratura.
L’onestà morale secondo De Magistris significa:” Agire in modo da non creare artatamente vantaggi per sé o per la propria parte, è comportarsi in modo di preservare la pari dignità degli interlocutori, di trattarli con reciprocità; è comunicare in modo sincero, leale, astenendosi dall’inganno e dal trattare gli altri come mezzi per i propri fini”.
L’onestà non è semplicemente “RUBARE”, L’onestà è primariamente e fondamentalmente ciò che abbiamo liquidato come ‘onestà intellettuale’, ossia, chi è disposto a cambiare opinione su qualcosa perché gli fa contingentemente gioco; chi è disposto a usare qualunque mezzo retorico, qualunque menzogna o post verità che possa mettere l’avversario in cattiva luce; chi confonde sistematicamente passione politica con faziosità, chi pur di farsi dar retta è disposto a manipolare, mentire o distorcere ecc, tutti questi personaggi o categorie sono fondamentalmente disonesti, non in senso vago o metaforico. Questa è gente che, quando l’occasione si presenterà, agirà pro domo sua e a scapito degli altri, senza alcuna remora. In questo contesto si colloca con grande dignità, onestà morale e intellettuale la candidatura di Luigi De
MAGISTRIS alla Presidenza della Regione Calabria.
Certamente non c’è alcun dubbio che la politica e i politici calabresi, abbiano veramente bisogno di onestà e moralità intellettuale come i pesci nell’acqua. La disonestà in politica, implica, infatti, l’incapacità dei cittadini di fidarsi di ciò che i politici dicono, ossia quello che i politici dicono è l’essenziale punto di mediazione tra politica e opinione pubblica, in sostanza la sfiducia nei politici calabresi è dunque già di per sé la morte della politica e della democrazia.
Con vivo e grande successo.
Prof. Giovanni FERRARI
Docente Universitario
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