
Dopo anni di tranquilla osservazione è un dovere partecipare alla ricerca di una soluzione efficace per la ripresa di cariati. Lo faccio senza alcuna presunzione e senza atteggiamenti approssimati e di ipocrisia. La ripresa sarà sicuramente ardua ed una straordinaria possibilità, dopo tutto ciò che è successo e dopo i ritardi accumulati e gli articolati e negativi contributi offerti, da tanti, nei diversi ruoli svolti. Due premesse sono utili alla riflessione:
- Il mio intervento non è finalizzato ad alcuna velleità personale. Voglio tranquillizzare chi teme la mia come un’intrusione sella serenità delle beghe paesane.
- Devo, come cittadino di Cariati, contribuire a sollecitare scelte diverse dal passato per invertire una negatività di natura politico-amministrativa, fatta di troppe parole, ma di poche soluzioni.
Ho scritto, in altra occasione, che Cariati è stata martoriata a causa della poca forza contrattuale che i rappresentanti locali hanno avuto rispetto agli Enti sovra comunali e lo Stato. In barba ad ogni logica e regola sono stati soppressi o trascurati i punti di forza del paese, dall’Ospedale, al Centro Storico, al Porto. E’ perdurata una illogica contrapposizione tra gruppi ed individui incapaci di unire le forze per frenare la deriva raggiunta dalla Cittadina. Ha dominato la parzialità e l’egoismo che hanno offuscato ogni percorso di ripresa:
- L’Ospedale è stato chiuso per i motivi che tutti conoscono;
- Il Centro Storico, gioiello nobile dello Jonio, è rimasto in spaventoso affanno ed abbandono;
- Il Porto è nella condizione di staticità, senza l’accenno di una rivitalizzazione che vada oltre la miopia di tanti incapaci.
I pochi sforzi di novità sono stati sistematicamente soppressi da coloro che, manovrando nel torbido, hanno voluto con intensità frenare ogni minima possibilità di ripresa cittadina. E’ la realtà delle cose. Nessuno si chiami fuori da tali responsabilità. Solo tanti giovani, costretti ad allontanarsi dal paese, sviliti dalle sirene delle promesse e dalla stessa Speranza, ormai affannata e storica, possono cogliere la gravità del momento che regala nuovi fermenti e preparativi per ridare al paese un nuovo organismo di gestione. Nuovo (sic!).
Si facciano avanti loro, con coraggio, senza restare schiavi del peggiore dei mali cariatesi: la lotta intestina tra le parti e le vecchie rappresentanze di una ripresa sognata e mai realizzata. Parlino con coraggio i giovani e coloro che non hanno mai avuto le mani in pasta e dicano che è tempo di mandare a casa tutti coloro che hanno svolto ruoli operanti, di assistenza o oppositivi, ma sicuramente distruttivi per la Città. Cariati ha bisogno di ossigeno, di rinnovamento, di libertà culturale. Si facciano avanti i giovani e coloro che non hanno contribuito alla deriva. Offrano la loro libera e non concupiscibile fantasia. Non si nasce eccellenti, ma lo si può diventare se non si frequenta la scuola dell’insuccesso e del personalismo egoistico. Cariati ha bisogno di serenità e può succedere se il rinnovamento non passa sotto le ali di chi l’ha distrutta.
Coraggio giovani! I cariatesi riflettano con severità e senza sconti per nessuno, incoraggiando una gestione di novità e di trasparenza per il paese. Sarà l’ultima spiaggia per evitare che la silente complicità, lo strano rispetto o il timore di chi grida, renda inutile ogni sospiro di speranza, che può ridare al paese la sua dignità e l’antico splendore. Coraggio! Non consentite che si viva una nuova stagione di incertezze, ma un mutamento vigoroso della Città.
Gerardo Aiello
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