
Mi ha colpito particolarmente la notizia che – in verità mi era sfuggita e per questo ringrazio l’amico Battista Scorpiniti che l’ha rilanciata sui social – il Comune di Terravecchia, a me molto caro, segna un primato totalmente fuori dalla media. Mi riferisco al fatto che il Comune, in provincia di Cosenza in Calabria, è quello in Italia con il maggiore spopolamento accusato negli ultimi dieci anni. Ha raggiunto una percentuale inverosimile pari a quasi il 43% di abitanti persi in una sola decade. Al confronto di una media nazionale, per i Comuni di egual dimensione, che è solo del 9%.
Purtroppo il tema dello spopolamento è un fenomeno, molto triste, che ormai affligge da tanto tempo quelle piccole comunità, principalmente collinari e di montagna, che sono distribuite lungo la nostra Penisola. Del resto, sono soprattutto i Comuni con meno di tremila abitanti ad evidenziare una forte diminuzione dei residenti. E, a quanto pare, la tendenza in negativo peggiora al diminuire della dimensione. La ricerca, realizzata dalla Fondazione Think Tank Nord Est, evidenzia il buco nero demografico degli ultimi dieci anni. Sono soprattutto i micro-comuni (quelli con meno di 500 abitanti) ad accusare il calo maggiore, con una perdita in media dell’11,6% della popolazione. Seguono quelli con un numero di residenti compreso tra 500 e mille abitanti, che registrano una un calo del 9%. I municipi tra mille e tremila, invece, registrano una flessione del 7%.
Se sarà questo il trend nel 2050 due terzi della popolazione vivrà nelle città. La domanda da porci é se la politica vuole e intende invertire la triste tendenza. È chiaro che il singolo Comune da se potrà fare poco e nulla. Se non rendere, per quanto possibile, minori i disagi legati ai servizi base di sua competenza o al massimo provinciali e regionali. Lo spopolamento è un grave problema nazionale per le sue conseguenze dirette e indirette per l’intero Paese.
La sfida è chiara e che chiede, innanzitutto, una governance e dobbiamo avere un metodo per affrontarla, costruendo la possibilità di mettere in moto dei progetti che consentano di lavorare serenamente per evitare lo spopolamento. Se la partita è di questa importanza le aree interne rischiano di spopolarsi ulteriormente. Per evitare ciò, occorre la consapevolezza che sul tema si gioca una partita essenziale per il Paese, perché l’impoverimento delle stesse sarebbe una grave perdita per tutti. E mi fermo qui, perché è a tutti ben chiaro ciò che perderemo in termini di cultura, tradizioni, valori, identità e tanto altro ancora.
Nicola Campoli
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