Rientrare a casa e trovare inaspettatamente nella buca delle lettere delle mitiche cartoline, nell’era dell’incontrastato digitale, confesso ha il suo enorme fascino.
E poi riceverle da alcuni carissimi amici di Terravecchia, località del basso ionio cosentino alla quale sono particolarmente legato, ha un “sapore” in più che non riesco proprio a descrivere.
Terravecchia, come tanti altri piccoli Comuni distribuiti lungo la nostra penisola, meriterebbe un’attenzione maggiore da parte del Governo centrale e dalle singole Regioni.
Il fenomeno dello spopolamento caratterizza i micro territori che non riescono a costruire un proprio futuro e, quindi, sono destinati ad estinguersi nel tempo.
Così facendo si disperde un patrimonio di saperi e sapori che hanno contraddistinto generazioni di persone che si ritrovano nei valori comuni e nel forte senso d’identità, che si trasferisce di famiglia in famiglia.
Terravecchia prova a tenere testa al serio problema dello spopolamento e di questo dobbiamo essere tutti particolarmente fieri e contenti.
Dopo tutto conosciamo molto bene i fattori attrattivi di molti dei territori della piccola grande Italia: sicurezza, controllo e coesione sociale, salubrità, qualità e fruibilità dell’ambiente, autenticità delle relazioni umane, cibo buono e genuino.
La piccola grande Italia è anche quella che ha dimostrato in questi anni capacità di inclusione e di integrazione nei confronti dei tanti lavoratori immigrati, extracomunitari, impegnati nell’agricoltura e nel manifatturiero.
Si avvicina l’estate 2019 e ritengo che le distanze tra Terravecchia e alcuni Comuni limitrofi e costieri si debbono sempre più ridurre.
Deve alimentarsi in tema turistico il dialogo tra tali realtà che più di altre possono intercettare una domanda turistica, sempre più attenta alla qualità dell’offerta culturale, territoriale ed ambientale.
Alla figura, infatti, del solito turista si sostituisce quella della persona che vuole investire il proprio tempo libero per conoscere luoghi e culture, facendo esperienza allo stesso tempo aggreganti, autentiche e formative.
Bisogna saper offrire nuove chiavi di lettura, di interpretazione e di fruizione dello straordinario patrimonio storico, culturale, ambientale, naturale ed enogastronomico dei piccoli comuni.
E su questo piano Terravecchia e gli altri Paesi del circondario possono favorire un’offerta integrata mare/collina! Vanno incentivate e sostenute le esperienze di creazione di alberghi diffusi, con preferenza per i borghi e i centri ancora abitati da residenti.
L’auspicio è che i Sindaci e le loro giunte comunali sappiano mettere in campo un programma a breve, medio e lungo termine che punti a dare sostanza a questa idea!
Nicola Campoli
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