I nostri figli da chi più dobbiamo difenderli? Confesso – avendone due, maschio e femmina, di 13 e 11 anni – faccio fatica a selezionare chi sono per davvero i loro “nemici” più prossimi.
Quelli che minacciano seriamente la loro serenità e tranquillità adolescenziale. Premetto non sono di quei genitori iscritti al partito degli “schiacciasassi” dal quale mi ne tengo ben lontano.
I pericoli che corrono i ragazzi ormai nella quotidianità sono sconfinati. Un universo indefinito del quale quasi si é perso memoria.
Quando ti concentri su alcuni di essi, altri si materializzano all’improvviso dietro l’angolo. Hai voglia a dire stai attento su questo aspetto perché rischi di impattare contro queso muro, che ben altri più preoccupanti e violenti compaiono all’orizzonte
Eppure nella mia adolescenza, che risale a quaranta anni fa, tutto ciò cui si assiste oggi era inimmaginabile. Una società deviata e trasformata in peggio.
Come genitori si é letteralmente stanchi di trasferire ai nostri figli, a seconda della loro età, pericoli e preoccupazioni.
Ci si rende conto a volte di apparire ai loro occhi noiosi e ripetitivi. In più, di non essere affatto incisivi, visto il novero di esempi negativi ai quali ci vediamo costretti a fare riferimento.
La vicenda della Signora di Prato, per giunta amica di famiglia, che dichiara di aver, avuto un figlio da un suo alunno quattordicenne, che andava da lei a ripetizione, riserva dell’incredibile. Sembra la trama di un film ed invece è la pura realtà.
Qualcosa di impossibile da immaginare. Un porto sicuro agli occhi dei genitori del ragazzo che si trasforma in un inferno, che segnerà la vita di intere famiglie.
Si tratta null’altro di violenza sessuale su minore. Certo le indagini muovono i primi passi e tutto deve essere ancora accertato dalla magistratura inquirente. Sembra che, però, ci siano dei validi indizi.
È difficile allora capire quali siano le strade giuste da percorre nell’educazione dei propri ragazzi. Un percorso ad ostacoli le cui insidie sono sempre lì in agguato.
Insomma, i validi esempi familiari e i valori che si prova a trasmettere agli stessi non bastano più o meglio non riescono per niente a sincerarti che un pezzo del processo educativo è fatto.
Serve dell’altro? Forse credo anche tanta fortuna e naturalmente sempre occhi aperti. Buona fortuna a Noi tutti.
Nicola Campoli
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