Pensare positivo, pensare in grande non fa mai male.

Foto By Luigi Mangone

Un inizio di vacanza con un tempo fresco e il mare mosso mi hanno portato a visitare molti dei Comuni che confinano con Cariati e oltre.

Quelli principalmente in collina che non ricordavo di aver mai visto negli anni scorsi.

Una distesa di piccole cime, un mosaico di uliveti e vigneti, fortezze antiche incastonate nella parte piu alta dei piccoli Comuni.

Un reticolo di stradine e scalinate che caratterizzano buona parte dei borghi antichi ben conservati.

Avevo già scritto del ruolo trainante di Cariati rispetto ai Paesi vicinori. Dopo questi giri in lungo e in largo me ne sono convinto maggiormente.

Avrei un’idea.

Di quei sogni che aiutano ad affrontare la realtà con uno spirito e sentimento più forte. Sul quale vorrei che il Sindaco Greco e la sua Giunta riflettesse.

Perché i Comuni del basso ionio cosentino non condividono tra di essi la candidatura del territorio, ricco di storia, tradizione e cultura, come sito dell’umanità patrimonio dell’UNESCO?

Potrebbe sembrare un’iniziativa spropositata. Fuori da ogni ragionevolezza. Lontana da una realtà che a torto o a ragione lascia a desiderare.

Non sono di questo parere. Ci sono tutte le premesse in loco, affinché in modo sinergico negli anni si costruisca una proposta condivisa che aiuterebbe anche a valutare e a misurare le forze a disposizione.

Tesa a rafforzare il senso d’identità dei luoghi e a prendere consapevolezza di una piu incisiva e articolata valorizzazione di un patrimonio storico artistico inesploso.

Se solo si volesse narrare la memoria storica dei popoli che hanno abitato i luoghi a testimonianza di un passato glorioso ci sarebbe tanto da raccontare e mostrare.

Importante diventa crederci. Trovare le necessarie relazioni nazionali e internazionali. Mutare percorsi già in itinere o realizzati da altri territori.

Avere la forza di sentirsi parte attiva di un progetto ambizioso e coraggioso che potrebbe cambiare il volto e le condizioni alle future generazioni.

In questo caso non si deve assolutamente farsi intimidire dalle note diseconomie locali. Da un ritardo nelle politiche di sviluppo.

Al contrario, vanno spolverari tutti quei ragionamenti che punterebbero a mettere in mostra il passato prestigioso di buona parte dei Comuni dell’area.

Ricordo, se non sbaglio, che Calabria e Molise sono le due uniche regioni italiane a non annoverare ancora siti UNESCO.

Alzare l’asticella degli obiettivi dell’area aiuta a guardare con fiducia al suo futuro, che non può che essere lussureggiante e splendente con meraviglie del tutto naturali.

Può darsi che io sbagli, ma ritengo l’ipotesi molto possibile.

Nicola Campoli

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