Nicola Agazio, alcune osservazioni rispetto alla complicata situazione politica amministrativa del nostro comune.

In merito alle ultime determinazioni assunte dal consigliere Sergio Salvati qualcuno, in occasione dell’ultimo consiglio comunale, mi ha sollecitato un opinione rispetto alla complessa situazione politica – amministrativa che si è venuta a creare nel nostro comune. Esterno qui il mio modesto parere con la viva speranza che si alimenti una sana e civile discussione volta a dare spunti di riflessione a coloro che ricoprono responsabilità politiche, amministrative e burocratiche, poiché ritengo che il momento è davvero preoccupante per il nostro paese. A questo punto appare doveroso cercare di collocare, nell’ambito degli schieramenti costituiti in consiglio comunale, il neo gruppo dell’amico Sergio Salvati. Invero, credo che non può essere accreditato in seno alla maggioranza e, certamente, nemmeno alle forze d’opposizione. Dimostra essere un libero e consapevole battitore ed in tale ruolo non può che non essere assimilabile al movimento di Grillo che nell’A.R.S. asseconda il Presidente Crocetta qualora propone cose gradite. Però, per onestà intellettuale, va evidenziato che, a differenza dei grillini, Sergio è stato dinamico amministratore dell’attuale maggioranza e factotum, o regista della passata giunta. In ragione di ciò anche lui è in misura maggiore o minore, dipende dai punti di vista, corresponsabile dell’azione di governo. Forse le dimissioni di Sergio da Assessore, evento raro dalle nostre latitudini, dovevano scuotere le libere coscienze di tanti collaudati professionisti e non della politica, della classe intellettuale, del mondo dell’associazionismo ed imprenditoriale per iniziare, finalmente, a discutere e programmare il futuro del nostro comune e del territorio. Invece niente, nessuna reazione. Anzi, abbiamo assistito ad un’apatia che fa paura salvo registrare le solite becere condotte volte ad offendere e screditare l’altro, evitando di pensare a soluzioni per la drammatica realtà, in cui versiamo tutti, ed alla terrificante prospettiva che si palesa per il futuro del nostro Comune. Personalmente ritengo urgente doversi procedere ad una seria riflessione che deve coinvolgere chiunque ha a cuore le sorti del nostro paese. Lo richiede la drammatica situazione, lo dobbiamo a noi stessi e alle future generazioni. Un appello sento qui di doverlo indirizzare a tutti gli uomini di buona volontà che pure ci sono nella nostra Istituzione. Guardatevi nel profondo delle coscienze e se ritenete che la Vostra opera è utile per invertire la rotta, che sta portando il nostro Comune ad un drammatico naufragio, allora continuate ad esercitare il vostro ruolo poiché ne avete il diritto e, soprattutto,il dovere di farlo. Viceversa, dovete sentire il dovere ed avere l’umiltà di chiedere e promuovere ogni utile iniziativa affinchè si ritrovi il senso di comunità che è condizione primaria per individuare ed adottare soluzioni capaci di dare risposte alle tante problematiche. In tale direzione è necessario, anzi indispensabile, la cessazione di antichi e nuovi rancori il cui risultato è stato la lacerazione sociale che non ha senso di esistere rispetto al valore assoluto che in politica si chiama bene comune. Penso che tutte le persone abbiano la capacità di operare in maniere sinergica tanto più se hanno la consapevolezza che il persistere in atteggiamenti ostili può produrre solo divisioni delle quali Cariati certamente non ne ha bisogno alcuno. Concludo affermando che a nessuno è consentito uccidere la speranza ed io ho la certezza che con un impegno condiviso per raggiungere un obbiettivo comune, insieme e uniti, i cariatesi sapranno far riportare Cariati ad essere quel prestigioso punto di riferimento per l’intero comprensorio a cavallo di due provincie.

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