Next Generation EU: c’è di mezzo il futuro dei giovani. Si è capito? Dov’è la loro voce?

Sono trascorsi cinque mesi dalla sottoscrizione il 20 luglio dell’intesa europea, ma nulla sembra sia successo in Italia

Il piano nazionale per la ripresa, necessario per l’utilizzo delle risorse europee pari a 209 miliardi di euro, passa per la costruzione di un processo decisionale trasparente e veloce.

Il senso profondo dello storico accordo, sottoscritto lo scorso luglio, riguarda il necessario rilancio economico e sociale dell’Italia, costruendo così il domani delle nuove generazioni.

Alla base dei progetti da finanziare c’è l’indispensabilità delle riforme da realizzare: giustizia, fisco, istruzione, ricerca e pubblica amministrazione.

Sono trascorsi cinque mesi dalla sottoscrizione il 20 luglio dell’intesa europea, ma nulla sembra sia successo in Italia.

Tranne l’avviato e certosino inventario dei progetti che giacevano da tempo nei cassetti delle scrivanie romane nelle varie sedi dei Ministeri

Restano ancora vaghe, se non segregate, le modalità con le quali si procederà alla presentazione del documento di programmazione, dando così conto all’Europa.

Una cosa comunque va detta. Mi sarei aspettato che, tanto quanto, i giovani, sui quali graverà in parte il debito futuro relativo alle risorse europee, avrebbero avanzato proposte e idee.

Il silenzio, invece, caratterizza buona parte delle aggregazioni giovanili rappresentative dei vari mondi, dal civico al sociale, dall’istituzionale all’imprenditoriale, dal culturale all’artistico.

Perché? A cosa è dovuto tale preoccupante mutismo giovanile? Le nuove generazioni hanno compreso che il piano nazionale della ripresa deve, assolutamente, vederli protagonisti?

Dell’iniziativa giovanile non se ne scorge nemmeno l’ombra. Sbagliato. Non ci sono scusa che reggano.

Sarebbe ora che le varie organizzazioni e associazioni giovanili, che rappresentano i loro interessi, si facessero sentire con azioni e atti concreti.

Si è ancora in tempo. Il piano non è ancora stato messo a punto, tantomeno è stato discusso pubblicamente.

Nicola Campoli

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