Mons. Orazio Semeraro, il vescovo di Cariati che partecipo’ al Concilio Ecumenico Vaticano II, a 60 anni dalla sua ordinazione episcopale (1957)

IL VESCOVO SEMERARO, DAVANTI LA BASILICA di S.PIETRO, NELL'ANNO DEL CONCILIO ECUMENICO (1962).

Il decennio del suo episcopato cariatese (1957-1967) è una pagina di storia non solo religiosa ma anche civile della nostra comunità che, in quegli anni, viveva, grazie alle rimesse dei suoi lavoratori “germanesi”, in una insolita situazione di benessere e con la speranza di un miglioramento e sviluppo economico del paese, che avrebbe potuto consentire il loro rientro.

di Franco e Romano Liguori

Sono trascorsi più di sessant’anni da quel 29 giugno 1957 che vide arrivare a Cariati, all’epoca tra le più estese diocesi della Calabria, con trenta parrocchie distribuite in 19 comuni, di cui 3 in provincia di Cosenza e 16 in provincia di Catanzaro (ora Crotone) e 60.000 cattolici residenti, Mons. Orazio Semeraro, proveniente dalla cittadina pugliese di Ostuni (BR), dove era stato Rettore del Seminario Vescovile e Vicario generale delle diocesi di Brindisi e Ostuni. Lo vogliamo ricordare in questo articolo, come storici di Cariati, ripercorrendo il suo intenso decennio di permanenza nella cittadina ionica, che, dal 1986 è parte integrante della nuova circoscrizione ecclesiastica che va sotto il nome di Arcidiocesi di Rossano-Cariati . Mons. Semeraro è stato, in pratica, l’ultimo vescovo di quella che fu, dal 1818, la Diocesi di Cariati, nata dall’accorpamento e unificazione nella sede di Cariati delle soppresse sedi vescovili di  Cerenzia, Umbriatico e Strongoli. Il periodo del suo episcopato, sia pure non lungo, essendosi protratto per soli 10 anni (fino a giugno 1967), riveste una particolare importanza per il momento storico che attraversa, caratterizzato, nella storia della Chiesa cattolica, dallo svolgimento del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), alle cui sessioni Mons. Semeraro, nella sua veste di Vescovo di Cariati, prese parte come padre conciliare, portando nella sua diocesi l’eco di quello straordinario evento e del percorso aperto alla comunità dei credenti alla luce della nuova immagine che esso offrì della Chiesa.

Il trionfale ingresso a Cariati  di Mons. Semeraro  (29 giugno 1957)

 

Mons. Orazio Semeraro era nato a Veglie (Lecce) il 4 aprile 1906, ma aveva svolto tutta la sua carriera sacerdotale ad Ostuni (BR), dove era stato Rettore e docente del Seminario Vescovile, oltre che Vicario generale delle diocesi di Brindisi e Ostuni.

Il 29 giugno 1957, giorno del suo trionfale ingresso a Cariati, la cittadina ionica visse per l’ultima volta, dopo cinque secoli e mezzo di storia come sede vescovile, l’emozione di assistere all’ingresso di un vescovo fra le mura del vecchio borgo cinto da mura medievali, con al centro la chiesa cattedrale e l’episcopio. La Diocesi di Cariati, istituita da Papa Eugenio IV nel lontano 1437, viveva il suo 520° anno dalla fondazione, e il nuovo vescovo Semeraro era il 49° della serie dei vescovi di Cariati.

Mons. Semeraro, dopo essere stato consacrato vescovo il 10 maggio del ’57 nella Cattedrale di Ostuni, fece il suo ingresso solenne in Cariati il 29 giugno dello stesso anno. La popolazione di Cariati e della sua diocesi gli riservarono una calorosa e trionfale accoglienza, come si rileva dalle minuziose cronache giornalistiche dell’epoca. Scrive il corrispondente da Cariati de “Il Tempo” di Roma : “Salutato da potenti fuochi pirotecnici, dalle dolci note della musica di Ostuni e da una marea di popolo esultante, il nuovo Vescovo di Cariati, S.E. Mons. Orazio Semeraro, ha fatto il suo solenne ingresso in Diocesi. Accompagnavano l’illustre presule, tra le numerose Autorità al suo seguito, il Ministro della Marina Mercantile on. Cassiani, il Sottosegretario all’Agricoltura on. Pugliese, il Prefetto della Provincia di Cosenza dr. Spano, il presidente della Provincia di Cosenza dr. Pisani, il Presidente della Provincia di Catanzaro dr. Bisantis, il consigliere provinciale di Brindisi dr. Palma, il sindaco di Ostuni prof. Castigliani, il presidente dell’Ospedale di Ostuni gen. Angradi, il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Rossano dr. Aiello, il pretore di Cariati dr. Nigro, il sindaco di Cariati Daniele Franza “. Tra i numerosi attestati di omaggio e di benvenuto al novello presule, ci piace ricordare  l’Inno al Vescovo, composizione in versi del poeta locale Antonio Sallustio, con musica di D. Giovanni Fumo, sacerdote del Seminario di Cariati. L’inno, che fu eseguito dalla Schola Cantorum della Cattedrale, così recitava :

“Cariati che sul mar troneggia austera,/canta giuliva al Suo novel Pastore; l’accoglie qual Colomba Messaggera/ che la fa risvegliare al nuov’albor. / Intorno a Te noi ci sentiam protetti/ e ci salviam/ da tanti ingiusti errori/ Come Gesù, noi t’accogliam’Eletto/ perché Tu vien/ in nome del Signor…”

L’attività pastorale di Mons. Semeraro

L’episcopato di Mons. Semeraro, durato 10 anni, dal 1957 al 1967, fu caratterizzato da una intensa attività pastorale; sua grande preoccupazione fu  l’evangelizzazione e più volte volle che in diocesi si tenessero corsi di predicazione popolare. Un forte impulso diede all’Azione Cattolica. Come scrive don Antonino Terminelli, sacerdote di Cirò Marina, “le pastorali e le note apostoliche inviate al clero e al popolo di Dio con animo paterno, sono le più belle testimonianze di un magistero episcopale assai intenso e fecondo”. Il suo periodo di episcopato fu caratterizzato anche dalla costruzione da lui voluta, di numerosi edifici di culto in tutti i paesi della diocesi, come la Chiesa di Cristo Re a Cariati Marina (1960),  e dalla ristrutturazione  di chiese fatiscenti, tra le quali la chiesa di S. Cataldo, che fu completamente ristrutturata e rimessa a nuovo nel 1963, od anche la costruzione del Santuario di Madonna d’Itria a Cirò Marina.    Ma la pagina più importante dell’episcopato di Semeraro resta la sua partecipazione come “padre conciliare”, al Concilio Ecumenico Vaticano II. “La partecipazione al Concilio, da lui seguito diligentemente, influì notevolmente su di lui che non solo tenne informata la sua diocesi dei lavori conciliari, ma iniziò subito a diffondervi gli orientamenti e a mettere in luce la grande rilevanza per la Chiesa universale” (cfr. AA.VV., Orazio Semeraro sacerdote, educatore, vescovo, pag.52, Ostuni, 2007). Il vescovo Semeraro fece sentire anche  a Cariati e nella sua diocesi il clima di fiducia e di speranza in un mondo migliore e più giusto, creato dal Papa buono, da Giovanni XXIII, con l’indizione del Concilio. Dalle adunanze delle sessioni del Concilio, frequentate con assiduità e attenzione, il vescovo di Cariati, filosofo e teologo, tenne diligentissimi appunti dai quali trasse le “informative”, attraverso documenti e lettere pastorali inviate ai suoi diocesani, dalle quali traspare il rapporto cordiale, sincero del padre conciliare con la complessità delle adunanze.

Per Cariati gli anni dell’episcopato di Semeraro coincidono col periodo di più forte emigrazione dei nostri lavoratori verso la Germania, la Svizzera e il nord-Italia. Un periodo di duri sacrifici per la nostra gente, ma anche di speranze, di riscatto da un’atavica miseria che perdurava da secoli, di sensibili miglioramenti nel tenore di vita della nostra popolazione. I nostri “Germanesi” (così erano chiamati i lavoratori emigrati in Germania) facevano arrivare, in quegli anni, cospicue risorse alle loro famiglie rimaste in paese, realizzando, così, il sogno di farsi una casa o di avviare agli studi i propri figli, garantendo loro un avvenire migliore. Il vescovo Semeraro non mancò di manifestare la sua vicinanza ai lavoratori emigrati, che furono numerosi nei paesi della sua Diocesi.

Non si contano le iniziative religiose messe in atto durante l’episcopato di Semeraro, dalla “Peregrinatio Mariae” del 1958, con l’arrivo della Madonna Pellegrina proveniente da Ostuni, alla “Settimana del Vangelo” del 1959, con la partecipazione di illustri conferenzieri, dalla Celebrazione del Trentennale dei Patti Lateranensi (1959) alla Visita Pastorale in diocesi del 1962 e alla “Missione dei Padri Passionisti” del 1964. Lasciando Cariati per far ritorno alla sua terra, come Arcivescovo coadiutore di Brindisi-Ostuni, così scriveva Semeraro in una lettera di commiato ai suoi diocesani di Cariati, datata 22 giugno 1967 : “Sono passati precisamente dieci anni dall’indimenticabile 29 giugno 1957, quando per la prima volta posi piede nella generosa Calabria. Dieci anni non sono molti; ma bastano ad un’anima sensibile per affondare le proprie radici con un attaccamento profondo. Sento perciò l’amarezza del distacco e mi accorgo che, distaccandomi , vi lascio una gran parte di me stesso, che non riuscirò più a riprendere.  Vorrei dirvi tante cose, cari Sacerdoti e Fedeli, ma il tumulto dei sentimenti mi inceppa l’espressione e mi rende quasi incapace di scrivere e di parlare. Vi dico soltanto che vi ho voluto bene, un gran bene dell’anima, senza misura e senza esclusioni, e che è stato questo bene ad ispirare la mia attività di pastore e di Padre.” Mons. Semeraro morirà ad Ostuni nell’agosto del 1991, senza mai dimenticare il suo decennio di episcopato fra “la buona gente di Calabria”, come egli stesso ebbe a scrivere agli autori del presente articolo nel 1981, in una lettera di ringraziamento per l’omaggio del volume Cariati nella Storia, da lui molto gradito.

 

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