Modello di albergo diffuso: in calabria, solo una struttura in provincia di Cosenza.

Anche la Regione Calabria, come molte altre regioni italiane, ha da tempo deliberato il suo provvedimento legislativo che regolamenta il modello di albergo diffuso. Si tratta del regolamento regionale n.4 dell’ottobre 2008. Per albergo diffuso si intende una struttura ricettiva turistica, del tutto originale, la cui organizzazione si rileva particolarmente consona in quei Comuni e borghi della nostra penisola che ospitano centri storici, dotati di un certo interesse culturale e attrattività turistica. L’idea muove i primi passi in Italia all’inizio degli anni duemila, alla scopo di offrire un’esperienza di soggiorno all’interno di una piccola comunità, o meglio di un centro storico, cui la conseguente presenza turistica può fornire lo stimolo per la nascita e lo sviluppo di nuovi servizi e l’opportunità di crescita, attraverso la valorizzazione dei prodotti e della cultura locale. Il progetto risponde a tutti gli effetti a un albergo la cui peculiarità é centrata sul fatto di aderire al territorio in cui lo stesso sorge ed è rispettoso del contesto ambientale ed urbano preesistenti, dal momento che non si basa sulla costruzione di nuovi immobili, ma sull’utilizzazione e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente. In Calabria, il fenomeno muove i primi passi e potrebbe rappresentare in un contesto a vocazione turistica un’ottima occasione di sviluppo e valorizzazione di spaccati territoriali di indubbio valore culturale, ambientale e paesaggistico. Eppure, l’Associazione nazionale alberghi diffusi, con sede a Milano, annovera tra i suoi associati calabresi solo una struttura in provincia di Cosenza, di preciso a Belmonte Calabro. Qui, l’albergo diffuso Ecobelmonte, offre agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico, con la possibilità di alloggiare in graziose casette autonome che distano poche decine di metri le une dalle altre. La bioedilizia e bioarchitettura sono i principi che hanno guidato in loco il recupero e la ristrutturazione del preesistente, rispettando e conservando l’originario spirito del luogo e trasformando gli immobili in disuso, all’interno del centro storico, in alloggi confortevoli. Comunque, l’albergo diffuso rappresenta anche un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale. Lo stesso serve anche come modalità per animare i centri storici, stimolando iniziative e coinvolgendo i produttori locali, considerati come componente chiave dell’offerta. Spesso un albergo diffuso, creato in un particolare ambiente, può ambire anche quale volano per offrire al turista un soggiorno, ma principalmente uno stile di vita caratteristico del luogo da lui prescelto. Per farlo serve il coinvolgimento e l’accompagnamento della comunità locale, che deve essere quel fattore in più che aiuta a differenziare l’offerta. Cariati avrebbe tutte le prerogative, affinché il modello di ospitalità “albergo diffuso” potrebbe attecchire. La storia del borgo antico, la struttura del centro storico, rispondono in pieno alla caratterizzazione del modello. Fare una riflessione, in modo comune e unitario, a partire da quei imprenditori che già hanno investito nel centro storico di Cariati, potrebbe rappresentare un ottimo e proficuo inizio. Visto che gli stessi operatori hanno fatto dell’accoglienza, della cultura dell’ospitalità, della capacità relazionale e organizzativa, del dinamismo e dell’innovazione, la loro bandiera imprenditoriale da un po’ di tempo. Nicola Campoli

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