LE LAMPARE: A Cariati “Scarta frùscio e piglia primera”.

Comunicato 03.04.2024.
È uno di quei tipici modi di dire che stanno a indicare quando, per evitare una situazione spiacevole, indesiderata, si finisce in una condizione altrettanto negativa.

È un detto napoletano che ben sintetizza quello che accade qui, a Cariati, ad ogni cambio di amministrazione.

“Cambiare per migliorare” e poi ritrovarsi peggio di prima e con le stesse logiche di potere e interesse di sempre che hanno letteralmente rovinato e distrutto questo paese e questo territorio.

Se un cittadino qualunque, solo per curiosità o per senso civico, andasse a vedere l’albo pretorio del Comune di Cariati, noterebbe senz’altro che da quando si è insediata questa amministrazione ci sono solo affidamenti diretti ed incarichi, “guarda caso”, dati a chi notoriamente ha sostenuto questa amministrazione.

A livello cronologico l’ultima “novità” sono gli incarichi affidati per l’ufficio contenzioso a due professionisti, l’Avv. Urso e l’Avv. Agazio che, “casualmente”, hanno fortemente sostenuto pubblicamente questa compagine amministrativa.

Precedentemente sono stati affidati, sempre per logiche elettorali e senza dare possibilità a nessuno di partecipare, la comunicazione istituzionale alla Dott.sa Montesanto e a Cataldo Formaro.
Prima ancora e sempre con criteri di interesse elettorale al Dott. Pasquale Marino, anche lui sostenitore di questa amministrazione, è stata affidata una costosissima consulenza che ha fatto molto discutere.
I casi sono molti e il problema ci preoccupa. Questo modo di operare familistico e opportunistico va avanti da quasi un anno.
In effetti questa amministrazione sembra, seppur composta da persone giovani, voler ricalcare il modo di fare del passato.
“Volti giovani” che dalle chiacchiere pre-elettorali hanno fatto ben presto a passare al totale silenzio appena seduti in Consiglio.
Dall’indignazione e dalle prediche hanno fatto presto a passare al mutismo, alla sordità e alla cecità, come le famose tre scimmiette.

A parlare è però, anche al posto dei giovani politici oggi al comando, l’albo pretorio che ci spiega chiaramente la situazione.
Leggendo il sito del Comune, ad ogni affidamento e ad ogni incarico dato per motivi elettorali, pare quasi di sentire di nuovo parole e frasi come “rinnovamento” o “buona amministrazione”, “voltare pagina”, usate a vanvera, evidentemente, per raccimolare voti da chi oggi è parte di questa amministrazione e si ritrova a sostenere un modo di fare che dovrebbe appartenere al passato.
Quasi dispiace che un’amministrazione che dice di voler attuare il cambiamento non riesca a fare altro che ritrovarsi soltanto ad attivare procedure con cui affidare lavori e incarichi a chi, “casualmente”, questa amministrazione l’ha votata!

Ci dispiace per chi ci ha creduto senza doppi fini ma ancora di più per chi a questa logica ci si è rassegnato da tempo.

Ricordiamo che i soldi Pubblici sono di tutti i cittadini cariatesi, anche di coloro che non hanno votato questa maggioranza.
Utilizzare le casse comunali come un bancomat senza limiti è pericoloso.

Nuovamente evidenziamo che non è in oggetto la “bravura” dei professionisti o delle aziende ma i criteri di scelta utilizzati da questa amministrazione.
Questa è un’amministrazione che al momento non ha cambiato nemmeno il bilancio copincollando quello dell’amministrazione passata.
Questa è un’amministrazione che per ora sta seminando solo pochi piccoli “cantieri”, voluti, in verità, dalla precedente amministrazione.
L’isola ecologica intanto è ancora chiusa.
La vera certezza è che gli unici a pagare sono sempre gli stessi, i cariatesi.

Ricordiamo che abusare degli affidamenti diretti può avere diverse conseguenze negative.
Ecco alcune di esse:

1. Mancanza di concorrenza:
L’abuso degli affidamenti diretti può ridurre la concorrenza tra le imprese o i professionisti.
Quando gli appalti o gli incarichi vengono assegnati direttamente senza una procedura aperta si può incappare in spese più ingenti, in “prezzi più alti” e anche in una minore qualità dei servizi o dei prodotti forniti.

2. Potenziale corruzione: L’assenza di trasparenza nei processi di affidamento diretto può creare terreno facile per la corruzione.
Senza una valutazione oggettiva delle offerte, infatti, si crea un maggiore rischio che le decisioni siano influenzate da favoritismi o interessi personali…

3. Spese eccessive: Come già accennato l’abuso degli affidamenti diretti può comportare costi maggiori per l’ente pubblico. Senza una gara aperta, non c’è modo di garantire o dimostrare che l’offerta selezionata sia la più vantaggiosa dal punto di vista economico.

4. Mancanza di innovazione.
La mancanza di concorrenza può ostacolare l’innovazione.
Ciò può avvenire perché e imprese o i professionisti che partecipano a gare aperte spesso presentano soluzioni creative e nuove idee.
L’abuso degli affidamenti diretti può, al contrario, privare l’ente pubblico di queste opportunità e possibilità.

5. Critiche e sfiducia:
L’opacità nei processi di affidamento può portare a critiche da parte dell’opinione pubblica perché la mancanza di trasparenza può minare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione pubblica e nei suoi rappresentanti.

Per quanto ci riguarda, dopo quasi un anno ci appaiono evidenti molti dei motivi che ci hanno portato alle scorse amministrative a non “riuscire” a stringere accordi con lor signori.

Intanto continua ad aumentare la povertà e le criticità per le fasce deboli di questo Paese.
Complimenti!

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