«Green-pass = stella gialla» e altre idiozie

È difficile stabilire quanto, di ciò che si legge sui social media a proposito dei vaccini anti-covid e del cosiddetto “green pass” sia frutto di malafede, quanto di ignoranza, quanto di stupidità e quanto di una combinazione delle tre cause, considerata l’assurdità di molte delle affermazioni che si leggono e l’evidente falsità di molte altre.

La più insopportabile è certamente quella propalata da chi, blaterando di “regime sanitario”, paragona il “green pass” alla famigerata stella gialla imposta dai nazisti agli Ebrei, alla Shoah e alle leggi razziali volute da Mussolini per compiacere il suo alleato germanico: denota una conoscenza della Storia che è un complimento definire superficiale e un senso delle proporzioni palesemente nullo, oltre a una vergognosa mancanza di rispetto per le vittime di fascismo e nazismo. Guarda caso, a parlare di “regime sanitario” sono poi proprio i nostalgici di quei regimi, quelli che inveiscono contro il “green pass” e poi magari, zitti zitti, per andare allo stadio il “green pass” se lo fanno.

Di sicuro in malafede sono i tanti che riempiono i social di notizie su cugini, zie e parenti di grado vario che, a loro dire, sono in rianimazione o sono addirittura morti, nonostante o addirittura a causa della vaccinazione e comunicano che nella tale località tutti i ricoverati in rianimazione sono vaccinati: notizie queste così clamorosamente fasulle che bisogna essere profondamente disonesti per diffonderle e disperatamente cretini, o ingenui, o – ancora – insieme ingenui e cretini per dar loro credito.

Un’altra clamorosa bufala, smentita prima di tutto dal buon senso ma anche e soprattutto dai dati scientifici e dalle statistiche, è quella secondo la quale le persone vaccinate sarebbero altamente infettive e stimolerebbero la nascita di varianti del virus: è vero l’esatto contrario, ma il no-vax si appella alle sue fonti – tutte non qualificate, tutte inattendibili, tutte prive di uno straccio di riscontro – per smentire con aria saputa il mondo scientifico e i dati reali.

Ho provato a discutere con uno di costoro secondo il quale “il regime”, con decisioni anticostituzionali, starebbe limitando la libertà dei cittadini, dimostrandogli innanzitutto che l’Art. 16 della Costituzione parla chiaro: Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza, e che quindi nelle norme riguardanti la pandemia non c’è niente di anticostituzionale. Poi gli ho spiegato che col mio “green pass” ho potuto percorrere mezza Italia, cenare in ristoranti, frequentare locali, spiagge, perfino realizzare uno spettacolo musicale, ma non c’è stato niente da fare: mi ha dato del servo del regime, mi ha definito cieco seguace della scienza, mi ha accusato di non vedere la sofferenza di chi invece come lui, poveretto, non può spostarsi liberamente.

Insomma, lui rifiuta il vaccino ma pretende di muoversi come, dove e quando gli pare. Cita la Costituzione ma non l’ha letta, parla di regime ma non conosce la Storia, reclama diritti ma non ammette di avere dei doveri.

Morale della favola: ho avuto torto io. Ho avuto torto marcio perché mi sono messo a discutere con un tizio del genere: mi sono comportato, come dice una metafora molto calzante, come chi cerca di giocare a scacchi con un piccione, che non conosce le regole del gioco e butta giù tutti i pezzi.

E alla fine ti caga pure sulla scacchiera.

Giuseppe Riccardo Festa

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