
Una delle argomentazioni più ad effetto sostenuta dal Ministro Cancellieri e dai funzionari del Ministero per difendere la soppressione di una trentina di tribunali, compresa la demenziale chiusura di Rossano, è stata: la riforma è un treno in corsa impossibile da fermare. Quanto sta accadendo in questi giorni dimostra la realtà che da tempo i tanti comitati d’Italia in difesa dei tribunali soppressi denunciano con forza: questa riforma è una porcata senza capo né coda. Lunedì scorso i dipendenti del tribunale di Rossano si sono ritrovati nel nuovo stabile del tribunale di Castrovillari costretti a stare come bestie da soma per i corridoi, sulle scale, nei bar o ammassati inutilmente in aule vuote a rigirarsi i pollici. Ma il nuovo tribunale non era già pronto? La riforma non era ben avviata ed inarrestabile? Fermare ora la macchina dei trasferimenti e delle soppressioni non sarebbe costato milioni di euro? La verità è che la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, che i funzionari del ministero vantano come epocale e figlia di duro lavoro, non è mai partita e si inceppa continuamente per ogni minima difficoltà perché non è altro che un mero illogico taglio lineare al servizio pubblico, l’ennesimo a scapito dei cittadini, del sud e del nostro territorio. Quanto accaduto lunedì impone l’intervento dell’ispettorato del lavoro e di tutte le autorità competenti per le condizioni in cui si sono trovati i dipendenti della Giustizia, obbliga ad un immediato ripensamento da parte del ministero rispetto al decreto di soppressione e rende improrogabile la presa di posizione da parte delle commissioni istituzionali competenti. Significa che tutti i parlamentari e le direzioni politiche dei partiti di governo devono immediatamente stilare la lista dei tribunali da salvare e portarla al Ministro, una lista in cui Rossano deve essere in testa. Come si può, inoltre, parlare di treno in corsa se fino al 18 settembre, sia per l’illogicità dei provvedimenti che per le pacifiche ma determinate resistenze da parte della popolazione, dal tribunale di Rossano non si è spostato neanche un foglio di carta e per prendere qualche fascicolo, inspiegabilmente preteso da burocrati in cerca di gloria, la forza pubblica ha dovuto trafugarlo nella notte? Non solo. Il cosiddetto principio di spending review da attuare con il taglio dei tribunali, per il caso di Rossano è completamente capovolto. Solo nella prima settimana le spese pagate dallo Stato sono state almeno triplicate. Quotidianamente ogni postazione di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza dovrà recarsi, anche più di una volta, presso il tribunale competente, quello di Castrovillari, così come dovranno fare i circa 300 detenuti del carcere di Rossano in occasione di udienze ed altri adempimenti. Significa, da Bocchigliero all’arberia, decine di auto di Stato che percorrono quotidianamente tra i 300 ed i 400 chilometri; numerose unità inspiegabilmente impegnate e pagate per un lavoro sostanzialmente inutile; tempi di disbrigo delle pratiche per il cittadino quadruplicati. Un costo economico enorme: indovinate chi lo pagherà? E chi sta pagando lo spiegamento di forze di fronte al tribunale, ormai stabilmente e ingiustificatamente presidiato dalla forza pubblica? L’applicazione di questa riforma determinerà lo scollamento definitivo tra la popolazione di questo territorio e l’idea stessa di Giustizia e degenererà in un degrado profondo. Chi ha prodotto materialmente questa riforma, a partire dai vertici del dipartimento del Ministero della Giustizia profumatamente pagati coi soldi dei cittadini, si è dimostrato spaventosamente incompetente e merita di essere sollevato immediatamente dal proprio incarico. Oggi la classe politica, messa spalle al muro dalla reazione della popolazione, ha tutti gli elementi tecnici e politici per smentire ogni giustificazione o ritardo da parte del Governo ed ha il dovere di correre definitivamente ai ripari ottenendo un decreto correttivo. Fino ad allora terremo altissima la tensione su questa ed altre vicende. Movimento TERRA e POPOLO – Rossano
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