Continua la mobilitazione per la prima giornata no-triv della sibaritide.

La mattina nelle scuole, durante la giornata lungo le strade e per le attività commerciali di tutta la sibaritide: così sta prendendo piede, senza mezzi straordinari ma con grande efficacia, la prima manifestazione no triv della sibaritide, quella del 28 Marzo a Corigliano Calabro. All’organizzazione di questa manifestazione stanno partecipando gruppi e cittadini di ogni sorta, senza distinguo di colore politico o di provenienza territoriale, tutti uniti nel segno della difesa del territorio e della nostra economia: dai movimenti ambientalisti alle parrocchie, dalle sigle sindacali alle associazioni di categoria, dai movimenti politici passando per le istituzioni fino a singoli cittadine e cittadini. Questo è uno dei messaggi che intendiamo lanciare con questa manifestazione: il Governo ed i predoni petrolieri non troveranno dalle nostre parti un territorio diviso da schemi partitici, da quattro briciole di compensazioni o da altre fantasiose promesse, ma un blocco unito per impedire le trivellazioni in mare ed in terra. Di questa unità trasversale dovrebbe far tesoro la Giunta Regionale retta da Oliverio per far sentire con decisione la propria voce al tavolo del governo, il quale deve fare tenere conto dei pareri ostativi delle istituzioni locali e regionali e fare marcia indietro sulle concessioni. In caso contrario quella del 28 marzo, come già detto, sarà solo la prima giornata di una mobilitazione decisa e permanente che si sposterà lungo tutto l’arco ionico, un braccio di ferro che non conviene a nessuno se non ad una lobby di multinazionali del petrolio. Di questo devono prendere atto soprattutto i parlamentari calabresi che quotidianamente si trovano a votare la fiducia al governo dello “sblocca-italia”, cioè al governo dell’arroganza contro le istituzioni periferiche dello Stato e contro i territori (ricordiamo le dichiarazioni di Renzi contro i “quattro comitatini della Basilicata”): la delegazione parlamentare calabrese decida da che parte stare. Oltretutto riteniamo che il Governo abbia i mezzi finanziari per estrarre dalla Calabria e dal mezzogiorno d’italia il vero petrolio delle nostre terre, quello dell’agricoltura di qualità, della storia millenaria e del turismo montano e marino: piuttosto che trivelle ci proponga le infrastrutture utili a questi importanti settori economici che, fra l’altro, a differenza di qualche barile di greggio, non avrebbero mai fine. La manifestazione del 28, dunque, non sarà solo la prima giornata per dire no alle trivelle, ma sarà l’ennesima assunzione di responsabilità di un territorio che intende continuare a investire sulle proprie risorse e sul proprio sviluppo sostenibile, non solo per se stessi, ma anche per dare il proprio contributo a tutto il paese senza, però, lasciarsi colonizzare. Coordinamento No Triv “Magna Grecia”

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