Siamo ormai arrivati alle porte di Ferragosto. Quindi, siamo nel pieno dell’estate 2024 e, quindi, tra un po’ anche in tema bilanci. Per quest’estate al mare, in stile balneare, le previsioni a livello nazionale segnavano un aumento dei prezzi e tariffe del +7,9% rispetto al 2023.
Anche a Cariati, l’ho provato sulla mia pelle, si è manifestato tale aumentato nei prezzi praticati al pubblico. La ristorazione e lidi balneari per fare un esempio, registrano un aumento, però, superiore alla media nazionale prevista dai principali centri studi di categoria.
Me ne sono accorto in alcuni locali, specialmente sul lungomare e non solo, dove ho riscontrato anche una differenza addirittura tra i mesi di giugno/luglio rispetto alla settimana ferragostana.
Per non parlare poi dei “prezzi d’estate”, letteralmente subiti nei trasporti e servizi che hanno raggiunto in queste giornate prezzi proibitivi. Una località come Cariati che, abitualmente, rappresenta luogo ideale per la vacanza di famiglie non può piegarsi a tali strumentali ragioni di mercato, che non alcun fondamento.
Tirare troppo la corda é sbagliato. Inevitabilmente alimenta una insoddisfazione che alla lunga mina alle basi qualsiasi progetto, perché Cariati diventi un Comune a vocazione turistica. Va fatta una riflessione in modo sinergico, trovando un minimo comune denominatore.
Per Il prossimo anno gli operatori turistici devono per forze di cose costruire ragionamenti comuni, finalizzati a sposare nel migliore dei modi la storica natura familiare del turismo locale, che da decenni caratterizza la Perla del Mare Ionio. Il caro-prezzi, se praticato in modo strumentale, fa ridurre il periodo della vacanza e limitare le spese extra.
Il rapporto fiduciario tra operatori turistici e turisti, per giunta delle seconde case, non va assolutamente intaccato ed é la prerogativa fondamentale per costruire un vero cambio di mentalità e nell’immagine del Paese, favorendo altresì il positivo passa parola.
Nicola Campoli
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